POSTILLA
E’ difficile scendere dal livello del sublime
che dice e non dice,
staccarsi dalla parole,
spegnere queste stelle.
Ho creato un sublime violento,
schermo di lussuria,
che mi veste d’irrealtà
e ancora si accosta al silenzio la mia parola
e non dice.
Mi sono posto al sicuro
dove si vede e non si è visti
per spiare un angelo di carne
che non sa chi sono.
Gioco a stupirmi e sorridere.
Ho imparato anche a volare per apparire sublime.
Ho imparato a non guardare ciò che desidero,
a fingere stupore,
a collocare insidie buone a chi non le conosce.
Poco basta per svegliare la carne
e il sublime sorge per altri e per me tramonta.
Se tu vedessi dove io solo vedo…
se tu sapessi donde piove la ragnatela dorata…
perché l’anima scaltra mi si fa schermo…
gireresti gli occhi
o per sprezzante superiorità mi guarderesti ancora
e così distruggeresti l’anima e l’illusione.
Ma io sogno che così non sia
e che il tuo cuore mi rimanga al fianco
quand’anche fossi caduto,
per violenta smania,
dal limbo dell’attesa.
21/3/1981
Grazie per aver segnalato il mio blog…da un pò non passavo a visitarti…” il sublime”…percepisco il senso del sublime…con un lento spelling….riconoscendo i miei limiti…e non guardando in alto…la cattura dell’immenso…è impossibile…o forse…si è vicini a questo completamento solo quando si è umili; l’ immenso non è un’icona da perseguitare…ma il riconoscimento del proprio “se”, unico nella sua essenza… A presto.