HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Ciao Project,
mi ha fatto bene leggere la storia di quel padre separato e in attesa di divorzio che ha ritrovato il figlio, è una bella storia ma purtroppo a me non succederà così. Sono una mamma di 37 anni, mio figlio ha fatto da poco 19 anni e ho l’impressione che lo sto perdendo. È ormai un anno che con me non parla quasi più. Io sono sola. Quando lui è nato ero giovanissima, una povera illusa pronta a dare fiducia al primo venuto, volevo sentirmi emancipata e hai capito quello che è successo. Quando sono rimasta incinta lui è sparito, io volevo abortire e l’ho detto a mia madre e lei mi ha convinto a non farlo e mi ha detto che mi avrebbe aiutato ad andare avanti. Poi è nato Luca (chiamiamolo così ma non si chiama così). Io non avevo voglia di studiare e ho cominciato a fare dei lavoretti dove ne trovavo, tanto avevo mamma alle spalle che mi dava sicurezza. Ovviamente quando hai un figlio a 18 anni con uno che del fatto di avere un figlio se ne frega totalmente, dopo non ti vuole nessuno, perché il figlio di un alto non lo vuole nessuno, non sarebbe una bella famigliola tradizionale. Mia madre mi ha portato a ragionare su tante cose e a capire che non era a mio figlio ma a me stessa che dovevo addossare la colpa di tutto quello che era successo. Confesso di avere fatto la mamma più per dovere che perché la sentivo una cosa veramente mia. Ho cercato di lavorare e di non fare mancare niente a Luca, ma naturalmente le mie possibilità sono piuttosto limitate anche se lavoro il più che posso. Luca si è reso conto molto presto di non avere un papà. Io non gli ho raccontato fandonie ma gli ho detto da subito come stavano le cose, forse lui era troppo piccolo per capire e la cosa l’ha un po’ presa male. So che sono stata impulsiva e anche stupida ma ormai è successo da tanti anni. Mio figlio è un bravo ragazzo, certamente molto meglio della madre e anche molto meno stupido. Studia, si impegna e cerca di fare tutto quello che può. Il mio problema, quello che mi fa stare proprio male è un altro. Luca, fino all’anno scorso aveva una ragazza e sembrava che le cose andassero bene, l’aveva portata a casa un paio di volte, era una ragazza molto taciturna ma sveglia e aveva occhi bellissimi. Io ero contenta e lui ne parlava spesso, poi a un certo punto ho notato che qualcosa nella vita di mio figlio è cambiata, non ha più parlato della ragazza, quando gliel’ho chiesto specificamente mi ha detto che non sono affari miei e fin qui potevo pensare che magari fossero in crisi per qualche ragione, poi una volta lui se ne esce il pomeriggio e io me ne vado a fare la spesa, il mercato è chiuso e vado da un’altra parte e camminando mi vedo davanti, a una certa distanza, mio figlio che cammina vicino a un signore che non conosco, uno vestito piuttosto bene, che a occhio avrà potuto avere 40-45 anni. Mi sono chiesta: ma questo chi è? Ho cominciato a seguirli a distanza. Sono andati alla villa pubblica e io li osservavo da lontano. Sono stati un’oretta, poi sono andati alla fermata dell’autobus e mio figlio ha preso l’autobus. Io ho continuato a seguire quel tipo e poi mi sono avvicinata per vederlo più da vicino e l’immagine me la sono stampata nel cervello. Torno a casa, chiedo a mio figlio che ha fatto tutto il pomeriggio e mi risponde che sono cavoli suoi, io non so che dire, se digli che lo avevo seguito ma alla fine non dico nulla, cerco di cambiare discorso e di parlare di scuola. Mio figlio è sempre andato bene a scuola, mi dice che è tutto a posto, il discorso finisce lì. Poi arriva il periodo di natale e il girono del ricevimento dei professori, chiedo a mio figlio se vuole venire anche lui ma mi dice di no, ci vado da sola. I professori li conosco tutti, salvo il professore di matematica che è nuovo, mi metto in fila, entro, lo guardo in faccia e mi prende un colpo: è lui! Non porta la fede, è stata la prima cosa che ho guardato. Mi parla molto bene di Luca ma in modo nettamente professionale. Non so se si sia ricordato che per un attimo ci eravamo guardati in faccia il girono che io ho seguito mio figlio ma non ha detto nulla, dopo cinque minuti mi ha confermato che andava tutto bene e mi ha congedato dicendo che c’era molta fila. Che ci faceva mio figlio al parco col suo prof di matematica? Da lì è cominciata la mia paranoia, io lo dovevo sapere. Sano andata a vedere il cellulare di mio figlio ma la memoria era disattivata, cosa, penso non casuale. Poi sono andata a vedere nel suo pc, lo so che è una cosa indegna comportarsi come me ma ero e sono tuttora agitatissima. Vado nei preferiti e ci trovo dei siti gay e qui mi è proprio crollato il mondo addosso: mio figlio plagiato dal suo insegnante! Quando è tornano a casa l’ho affrontato a brutto muso, prima gli ho detto dei siti gay e lì già mi ha risposto in modo violento che non me lo sarei mai aspettato, poi quando gli ho detto che lo avevo visto alla villa col suo prof mi detto che ero matta e ce mi inventavo tutto e in pratica ha negato tutto ma io lo avevo visto benissimo. Gli ho detto che sarei andata dalla preside per riferire tutto perché uno così in una scuola non ci deve stare! Lui ha reagito come una vipera e mi ha minacciato che se avessi fatto una cosa simile non lo avrei visto più. Praticamente da allora non ho più parlato con mio figlio. Sono andata dalla preside, non per accusare il prof perché in effetti io non ho nessuna prova ma per chiedere il trasferimento di mio figlio ad un altro Istituto ma la preside mi ha detto che siccome Luca era maggiorenne la richiesta la doveva fare lui e non a lei ma alla scuola dove voleva andare, allora non ci ho visto più e mi sono sfogata con la preside e le ho raccontato tutta la storia ma la risposta mi ha lasciata basita, mi ha detto di nuovo che il ragazzo è maggiorenne e che quanto al prof lei lo conosceva da anni e non aveva mai creato problemi di nessun genere. Io ho alzato la voce con la preside che neanche mi ha risposto, ha suonato il campanello e mi ha fatta accompagnare fuori. Mio figlio era nel corridoio, ha visto la scena e ha capito quello che era successo. Quel giorno non è tornato a casa e io mi sono presa un’angoscia terribile, non è tornato nemmeno la notte, ha staccato il cellulare e io sono stata malissimo, credo di non essere stata mai peggio in vita mia. L’indomani sono andata davanti alla scuola, mio figlio c’era e mi sono tranquillizzata un po’. Il prof invece l’ho aspettato ma non l’ho visto, pensavo che la preside lo avesse richiamato e che magari si fosse preso qualche giorno di permesso. Poi me lo vedo spuntare che viene verso il cancello, lo fermo, lui mi saluta cordialmente, mi dà la mano e mi sorride. Era evidente che di tutta la scena con la preside lui non sapeva nulla, non so che fare, gli dico che da qualche giorno ho dei problemi con mio figlio e che è come se il dialogo tra noi si fosse spezzato, lui mi invita a seguirlo dentro, mentre saliamo incontriamo la preside che si comporta come se non fosse successo nulla e ci saluta cordialmente Il prof aveva un’ora libera e parliamo, piano piano comincio a rendermi conto che il prof stima molto mio figlio e che parla con me in modo molto diretto, si preoccupa del futuro di Luca. Mi rendo conto di avere costruito solo un enorme castello di carte in cui l’unica cosa certa erano le mie paure. Chiedo al prof di darmi una mano a recuperare il rapporto con mio figlio, lui mi assicura che lo farà, poi fa chiamare Luca per parlare in tre. Luca scende con una faccia che mi avrebbe presa a morsi se avesse potuto, poi si rende conto che col prof ho parlato solo di scuola e si tranquillizza. Il prof gli dice che io gli ho chiesto una mano per recuperare il rapporto con lui e Luca gli risponde: “Prof, lo so che lei ha tanta buona volontà, ma queste sono faccende che devo regolare in privato io con mia madre!” Il prof fa un cenno come per dire che Luca ha ragione, rimanda Luca in classe e mi saluta. Io torno a casa tranquillizzata. Il problema scuola era risolto ma restava sempre il problema gay che mi teneva in continua agitazione. Da allora sono passati 10 mesi ma non si è risolto nulla. Luca sta a casa nel senso che ci dorme e nemmeno sempre e qualche volta ci mangia. Con me non parla praticamente mai. Che devo fare project? Lo so che ho fatto tante stupidaggini, ma che posso fare per recuperare un rapporto con mio figlio? Ormai al fatto che sia gay mi sono rassegnata, ma almeno vorrei che non mi considerasse più una nemica, anche se ho veramente tanta paura che possa mettersi nei guai.

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HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENOultima modifica: 2012-09-04T16:03:03+02:00da gayproject
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Un pensiero su “HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

  1. Rassegnata? Questa donna non ha capito nulla di come riprendere il discorso con suo figlio.
    Prima capisce che non deve far sentire questo peso a Luca, prima riaprirà il dialogo.
    Invece di accusarlo, faccia qualcosa di costruttivo e veda di essere meno repressiva nei suoi confronti, cosa che col termine “rassegnata” dimostra di essere.

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