JOHN ADDINGTON SYMONDS, UN PROBLEMA DI ETICA MODERNA 6

VIII.

LETTERATURA – IDEALISTICA

 Anche il solo parlare di Walt Whitman in rapporto con Ulrich e l’inversione sessuale sembra paradossale. In via preliminare si deve dire chiaramente che Whitman non ha nulla a che fare con forme anomale, anormali, viziose o malate di quell’amozione che i maschi provano per i maschi. Eppure, nessuno nel mondo moderno ha espresso così forte la convinzione che “l’attaccamento virile”, “l’amore atletico”, “l’alto torreggiante amore dei compagni,” sia un fattore fondamentale nella vita umana, una virtù su cui la società dovrà basarsi e una passione pari nella sua permanenza e intensità all’affettività sessuale.

Egli dà per scontato, senza sollevare la questione, che l’amore dell’uomo per l’uomo convive con l’amore dell’uomo per la donna in uno stesso individuo. La relazione tra i due modi di sentire è chiaramente indicato in questa poesia: –

“Fortemente-ancorata eterna, o amore! O donna che amo

O sposa! O moglie! Indicibilmente irresistibile, il pensiero di te

Poi separato, come disincarnato, come un altro nato,

Eterea, l’ultima atletica realtà, la mia consolazione

Salgo – galleggio nelle regioni del tuo amore, o uomo,

O partecipe della mia vita itinerante.”

Gli Urning neuropatici non sono neppure accennati in nessun passaggio della sua opera. Come il suo amico e commentatore, il signor Burroughs dice: “Il sentimento è primitivo, atletico, prende forma in tutti i tipi di grandi e accoglienti immagini all’aperto, e scaturisce, come chiunque può vedere, direttamente dal cuore e dall’esperienza del poeta.”

Stando così la cosa, Whitman non suggerisce che il cameratismo possa cagionare lo sviluppo di desideri fisici. Ma poi non condanna questi desideri con parole chiare né mette in guardia i suoi discepoli contro di essi. Ad un ragazzo dell’Ovest, dice: –

“Se non sei silenziosamente selezionato dagli amanti

 e non cerchi silenziosamente amanti,

A che serve che tu cerchi di diventare mio discepolo.”

Come Platone, nel Fedro, Whitman descrive un tipo entusiastico di emozione maschile, lasciando i dettagli privati ​​al senso morale e alla speciale inclinazione della persona interessata.1)

Il linguaggio di “Calamus” (quella sezione di “Foglie d’erba”, che è dedicata al vangelo del cameratismo) ha un bagliore appassionato, un calore nel tono emotivo al di là di qualsiasi cosa cui il mondo moderno è abituato nella celebrazione dell’amore degli amici. Ciò richiama alla nostra mente l’originario entusiasmo greco – quella comunione in armi che fiorì tra le tribù doriche e costituì la cavalleria dell’Ellade preistorica. Né il poeta stesso sembra essere inconsapevole del fatto che nelle forti emozioni che sta lodando ci siano pericoli e difficoltà.

Il tono complessivo di due composizioni misteriose, intitolate “Chiunque tu sia che ora mi tieni per mano” e “Cadete, Gocce”, suggerisce una sensazione di fondo di conflitto spirituale. La seguente poesia, ancora una volta, è sufficientemente significativa e tipica da chiedere la trascrizione letterale:

“Terra, mia somiglianza!

Anche se sembri così impressionante, ampia e sferica qui,

Ora sospetto che non sia tutto;

Ora sospetto che ci sia qualcosa di feroce in te, di idoneo a esplodere;

Perché un atleta si è innamorato di me – e io di lui,

Ma verso di lui c’è qualcosa

di feroce e terribile in me, idoneo a esplodere,

Non oso nemmeno dirlo a parole – nemmeno in queste canzoni”.

La realtà del sentimento di Whitman, la gioia intensa che egli deriva dalla presenza personale e dal contatto fisico di un uomo amato, trova espressione in “A Glimpse,” “Recorders ages hence,” “When I heard at the Close of Day,” “I saw in Louisiana a Live Oak growing,” “Long I thought that Knowledge alone would content me,”2) “O Tan-faced Prairie Boy,” and “Vigil Strange I kept on the Field one Night.”3)

È chiaro, quindi, che nel suo di trattare il cameratismo o l’appassionato amore dell’uomo per l’uomo, Whitman ha colpito una nota fondamentale, all’intensità emotiva della quale il mondo moderno non è abituato. Diventa quindi di grande importanza scoprire l’umore del poeta-profeta, il suo istinto radicale per quanto riguarda la qualità morale del sentimento che egli incoraggia. Studiando le sue opere alla luce delle opere stesse e alla luce del carattere del loro autore, interpretando ogni parte con riferimento al tutto e nello spirito del tutto, un critico imparziale, credo, arriverebbe alla conclusione che ciò che egli chiama l’”adesività” del cameratismo è destinato a non mescolarsi con l’”erotismo” dell’amore sessuale.

È evidente che Whitman possiede personalmente uno speciale e acuto senso di fine moderazione e di continenza, la pulizia e la castità, che sono inseparabili dalla natura perfettamente virile e fisicamente completa della mascolinità sana.

Comunque, possiamo rilevare le stesse qualità di base nei primi Dori, quei fondatori marziali dell’istituzione dell’amore greco; ed è noto agli studiosi della civiltà greca che il sentimento alto della loro cavalleria era intrecciato con anomalie singolari nel suo sviluppo storico.

Per togliere ogni dubbio sulle intenzioni proprie di Whitman, quando compose “Calamus” e promulgò la sua dottrina del cameratismo appassionato, gli ho scritto, ponendogli francamente le domande che lasciavano perplessa la mia mente. La risposta che ho ricevuto, datata Camden, New Jersey, Stati Uniti d’America, 19 agosto 1890, e che egli mi permette di utilizzare, pone la questione di là di ogni discussione, e conferma le conclusioni a cui ero stato guidato dalla critica. Egli scrive quanto segue:

“Quanto alle domande su ‘Calamus,’ & c., mi stupiscono abbastanza. ‘Foglie d’erba’ deve solo essere giustamente interpretato attraverso e all’interno della sua propria atmosfera e del suo carattere essenziale – in modo che tutte le sue pagine e le sue parti vi rientrino.

È terribile che la sezione Calamus abbia consentito la possibilità di una interpretazione, come quella che avete menzionato. Vorrei sperare che quelle pagine non siano neppure menzionate per tale gratuita nel contempo imprevista e indesiderata possibilità di inferenze morbose, che sono sconfessate da me e appaiono detestabili.”

Nessuno che sappia qualcosa su Walt Whitman potrà per un solo momento dubitare della sua onestà e della sua sincerità. Pertanto l’uomo che ha scritto “Calamus” e ha predicato il vangelo del cameratismo, ha sentimenti ostili nei confronti dell’inversione sessuale almeno quanto qualsiasi monotono anglosassone rispettoso della legge potrebbe desiderare. È ovvio che non ha nemmeno preso in considerazione i fenomeni dell’istinto anormale. Altrimenti avrebbe dovuto prevedere che, dato che la natura umana è quella che è, non ci si può aspettare di eliminare ogni contaminazione sessuale dalle emozioni sollevate a un alto grado di intensità appassionata, e avrebbe dovuto prevedere anche che gli elementi permanenti all’interno della nostra società avrebbero messo a rischio la purezza assoluta dell’ideale che egli tenta di stabilire.

Queste considerazioni, tuttavia, non influenzano la natura spirituale di quell’ideale. Dopo aver riconosciuto che ci sono punti di contatto inevitabili tra l’inversione sessuale e la sua dottrina del cameratismo, cosa della quale Whitman ha omesso di accorgersi, rimane ora la questione se egli non abbia suggerito il modo in cui gli istinti anormali possono essere moralizzati e sollevati a un  più alto valore. In altre parole, quegli istinti sono presentati in “Calamus” insieme con i mezzi della loro redenzione dalla sporcizia e dal fango di un appetito brutale? È difficile rispondere a questa domanda; perché il problema in questione non è affatto meno importante della possibilità di evocare un nuovo entusiasmo cavalleresco, analogo a quello della società ellenica primitiva, a partire dalle emozioni che sono attualmente classificate tra le turpitudini della natura umana.

Consideriamo un po’ più da vicino l’espressione che Whitman ha dato ai propri sentimenti di amicizia. La prima cosa che ci colpisce è l’emblema mistico che ha scelto per l’amore maschile. Cioè la pianta acquatica, o il giunco profumato, chiamato Calamus, che nasce in luoghi selvaggi, “in vie inesplorate, che cresce ai margini delle acque degli stagni” Ha scelto queste “foglie emblematiche e capricciose” a causa della loro timidezza del loro profumo aromatico, del loro distacco dalla vita visibile del mondo. Le chiama foglie dolci, radici rosate, foglie timide, erbe profumate del mio petto. Finalmente, dice: 4)

“Ecco le mie ultime parole, e le più sconcertanti,

Ecco le foglie fragili di me, eppure ciò che ho di più fortemente duraturo.

Qui proteggo e nascondo i miei pensieri – non li espongo,

Eppure essi mi espongono più di tutte le mie altre poesie.”

La virilità dell’emozione, che è quindi così timidamente, misticamente indicata, appare nel magnifico indirizzo ai soldati al termine della grande guerra: “Su una carneficina è sorta profetica una voce.”5) La sua tenerezza emerge nell’elegia su un compagno ucciso: 6)

Giorno di veglia per il ragazzo dei baci corrisposti (che mai più risponderà sulla terra)

Giorno di veglia per il compagno rapidamente ucciso

Non dimenticherò mai come, appena il giorno si illuminò,

Mi alzai dal terreno gelato e chiusi il mio soldato bene nella sua coperta,

E lo seppellii dove era caduto.”

Il suo pathos e la forte intensità traspirano attraverso le prime righe del seguente brano, che potrebbe essere stato suggerito dalle leggende di Davide e Jonathan, Achille e Patroclo o Oreste e Pilade: 7)

“Quando seguo la fama conquistata degli eroi e le vittorie di potenti generali,

Non invidio i generali,

Né il presidente nella sua presidenza, né il ricco nella sua grande casa;

Ma quando leggo della fraternità degli amanti, e di quello che è accaduto loro,

Come nella vita, attraverso i pericoli, l’odio immutabile, per molto molto tempo,

Attraverso la giovinezza e attraverso l’età media e la vecchiaia, come incrollabili, come affettuosi e fedeli erano,

Allora io sono pensieroso – in fretta metto giù il libro, me ne vado via, pieno di invidia amara.”

Ma Whitman non concepisce il cameratismo come un possesso meramente personale, delizioso per gli amici che unisce in legami di amicizia. Egli lo considera essenzialmente come una virtù sociale e politica. Questa emozione umana è destinata a cementare la società e a rendere la convivenza civile inviolabile. Leggendo alcune delle sue poesie, siamo ricondotti indietro alla Grecia antica – al Simposio di Platone, a Filippo che ammira il battaglione sacro dei Tebani dopo la battaglia Cheronea.8)

“Sognai in un sogno, vidi una città invincibile agli attacchi di tutto il resto del mondo

Sognai che fosse la nuova Città degli Amici;

Niente era più forte lì della qualità del robusto amore – esso portò la pace

Si vedeva ogni ora nelle azioni degli uomini di quella città, e in tutti i loro sguardi e nelle parole.”

E ancora: 9)

“Credo che il significato principale di questi Stati sia di fondare una amicizia superba, exalté, precedentemente sconosciuta,

Perché io percepisco che essa attende ed è stata sempre in attesa, latente in tutti gli uomini.”

E ancora una volta: 10)

“Vieni, renderò il continente indissolubile;

Produrrò la più splendida razza sulla quale il sole abbia mai brillato;

Produrrò divine terre magnetiche,

              Con l’amore dei compagni,

           Con l’amore dei compagni  che dura tutta la vita.

pianterò un’amicizia fitta come gli alberi lungo le coste dell’America, lungo le rive dei grandi laghi, e in tutte le praterie;

Produrrò città inseparabili, con le loro braccia al collo le une delle altre.

                   Con l’amore dei compagni,

                Con il virile amore dei compagni.

Per te queste cose da me, o Democrazia, per servirti, mia sposa!

Per te, per te io sto eccitando queste canzoni. “

In compagnia di Walt Whitman siamo molto lontani da Gibbon e Carlier, da Tardieux e Casper-Liman, da Krafft-Ebing e Ulrichs. Che cosa ha in effetti questa “amicizia superba, exalté, precedentemente sconosciuta” che “aspetta ed è stata sempre in attesa, latente in tutti gli uomini” quel “qualcosa di feroce in me, idoneo a esplodere”, “cameratismo etereo”, “ultima realtà atletica”- che cosa ha tutto questo in comune con il tema doloroso delle precedenti sezioni del mio saggio?

Ha questo in comune. Whitman riconosce tra le emozioni sacre e le virtù sociali, destinate a rigenerare la vita politica e a cementare le nazioni, un intenso, geloso, palpitante, sensibile, ansioso amore dell’uomo per l’uomo: un amore che anela nell’assenza, cade per la sensazione dell’abbandono, si ravviva al ritorno della persona amata; un amore che trova un piacere onesto nel tocco della mano, nel congiungersi delle labbra, in ore di privacy, nello stretto contatto personale. Egli proclama che questo amore è non solo un fatto quotidiano nel presente, ma anche una salvifica e nobilitante aspirazione. Mentre ripudia espressamente, rinnega, e bolla come “perdizione” tutte “illazioni morbose” che la malevolenza o l’astuzia viziosa possono trarre dalla sua dottrina, egli è pronto a estendere il vangelo del cameratismo a tutto il genere umano. Egli aspetta la democrazia, il nuovo mezzo sociale e politico, il nuovo ideale religioso dell’umanità, per sviluppare ed estendere “quel fervido cameratismo” e intende controbilanciare e spiritualizzare tramite esso ciò che c’è di volgare e di materialistico nel mondo moderno. La “Democrazia”, ​​egli afferma, “comporta tale cameratismo amorevole, come il suo gemello più necessario e come sua controparte, senza la quale essa sarà incompleta, inutile e incapace di perpetuare se stessa.”11)

Se questo non è un sogno, se ha ragione nel credere che “fili di amicizia virile, affettuosa e amorevole, pura e dolce, forte e per tutta la vita, portata a livelli finora sconosciuti” penetrano nell’organismo della società “non solo dando tono al carattere individuale, rendendolo come non mai prima emozionale, muscolare, eroico e raffinato, ma anche tessendo rapporti più profondi con la politica generale”- allora siamo forse giustificati nel prevedere qui l’avvento di un entusiasmo che deve riabilitare quegli istinti emarginati, dando loro un ambiente spirituale, un ambiente di accettate e sane emozioni, in cui possano espandersi in libertà e purgare la grossolanità e la follia del loro essere paria?

Questa prospettiva, come tutti gli ideali, fino a quando non sono realizzati nell’esperienza, può sembrare fantasticamente visionaria. Inoltre, la sostanza della natura umana è così mista che forse sarebbe eccessivo aspettarsi dalla cavalleria dell’”adesività” di Whitman una purezza più immacolata di quella che è stata raggiunta dalla cavalleria medioevale dell’”amore.” Anche perché la cavalleria medioevale, il grande prodotto emozionale del feudalesimo, anche se sono venute meno le sue aspirazioni, ha lasciato alla società moderna il bene incalcolabile dalla raffinatezza e ha purificato il più grezzo degli appetiti maschili. Allo stesso modo, la cavalleria democratica, annunciata da Whitman, può essere destinata ad assorbire, a controllare e ad elevare quegli appetiti più oscuri, più misteriosi, apparentemente anomali, che abbiamo visto essere ampiamente diffusi e inestirpabili nei fondamenti della natura umana.

Abbandonando ora il sogno e la visione di un futuro possibile, bisognerà ammettere comunque che Whitman ha fondato il cameratismo, l’entusiasmo che lega l’uomo all’uomo in un amore fervente, su una base naturale.

Eliminando le associazioni classiche con la corruzione, ignorando le questioni che suscitano perplessità relative ad una passione colpevole condannata al fallimento dalla legge e dall’antipatia popolare, Whitman ricomincia da capo con una sana e originaria umanità. Lì scopre “una superba amicizia, exalté, precedentemente sconosciuta.” Egli percepisce che “essa aspetta, ed è stata sempre in attesa, latente in tutti gli uomini.” Il suo metodo nel trattare, senza paura e senza lasciarsi intimidire da qualsiasi pensiero del male e il suo tocco su questa materia, casto, sano e ambizioso, rivelano la possibilità di ripristinare in tutta innocenza nella vita umana una parte del suo diritto morale di nascita, alienata o mai reclamata. Le aberrazioni che abbiamo discusso in questo trattato sono probabilmente sintomi morbosi di soppressione, di ipertrofia, di ignorante sregolatezza, all’interno di una vera e propria emozione in grado di essere portata a buon fine quando la si tratta in modo amichevole.

È bene chiudere su questo punto. La metà, come dicevano i Greci, è più di tutto; e non è ancora giunto il momento di sollevare la questione se l’amore dell’uomo per l’uomo debba essere elevato  a poteri più nobili attraverso una cavalleria finora sconosciuta, anche se il barbaro amore dell’uomo per la donna ha seguito quello stesso cammino. Questa domanda in questo momento è poco attuale. Il mondo non può essere interessato ad occuparsene.12)

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1) In questa relazione è curioso notare quello che uno dei corrispondenti di Casper-Liman dice circa i costumi del Nord America (… Op cit, vol ip 173). “Un anno e mezzo dopo il mio ritorno sono andato in America del Nord, per tentare la fortuna. Lì il vizio innaturale in questione è più comune di quanto non sia qui, e sono stato in grado di assecondare le mie passioni con meno paura di una punizione o di essere perseguito. I gusti degli Americani in questa materia assomigliano ai miei, e mi sono accorto, negli Stati Uniti, che sono stato sempre riconosciuto immediatamente come un membro della confraternita”. La data della visita di quest’uomo in America è l’anno 1871-1872. Era appena tornato dal servizio militare come volontario nella grande guerra franco-tedesca del 1870-71.

2) Non incluso in “Complete Poems and Prose,” lo si troverà in “Foglie d’erba”, Boston, 1860-1861.

3) I due ultimi sono tolti da “Drum-Taps”.

4) Non riesco a trovarlo in “Complete Poems and Prose”. È stato incluso nella versione di Boston, 1860-1861, e nell’edizione di Camden, 1876.

5) “Drum-Taps”. Complete Poems, p. 247.

6) Ibid., P. 238.

7) “Foglie d’erba”. Complete Poems, p. 107.

8) Complete Poems, p. 109. Confronta, ” I hear it was charged against me “, ibid., P. 107.

9) Complete Poems, p. 110.

10) edizione Camden, 1876, p. 127. Complete Poems, p. 99. Confronta “Vistas Democratico,” Prosa Complete, p. 247, nota.

11) Questi passaggi di prosa sono tratti da ” Democratic Vistas ” sopra citati, p.119, nota.

12) Mentre questi fogli andavano in stampa, ho trasmesso la risposta di Whitman ad un amico giudizioso, la cui risposta in proposito esprime la mia opinione in modo più chiaro e conciso di quanto ho fatto io in precedenza: “Io non credo che questa risposta getti luce sulla questione veramente importante:  se il sentimentalismo di ‘Calamus’ rappresenti, a modo suo, l’ideale che si dovrebbe mirare a imprimere sugli affetti appassionati tra uomini, come certamente suscettibili di assumere altre forme discutibili. C’è affinità sufficiente tra il reale e l’ideale perché questo sia possibile? Questo è quello che non ho mai percepito come cosa certa quando abbiamo discusso di queste questioni. Ma non mi pare che i miei dubbi siano stati in qualche modo risolti in direzione negativa da Walt Whitman.”

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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay:

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=20&t=4983

JOHN ADDINGTON SYMONDS, UN PROBLEMA DI ETICA MODERNA 6ultima modifica: 2015-03-14T16:54:20+01:00da gayproject
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