IDENTITÀ GAY PROFONDA E STEREOTIPI SECONDO HAVELOCK ELLIS

Con questo post si conclude la presentazione del quino capitolo del trattato di Havelock Ellis sull’inversione sessuale (cioè in termini moderni sulla omosessualità). Potrete leggere nel testo di seguito riportato sia cose che caratterizzano profondamente l’identità gay e la connotano proprio sotto il profilo morale, sia cose assolutamente assurde, cioè veri e propri stereotipi gay, ancora ampiamente e spesso autorevolmente accreditati un secolo fa ed ora svuotati di ogni senso da una infinità di riscontri che un secolo fa erano del tutto impossibili.

Nella sostanza, nelle pagine seguenti si alternano osservazioni oggettive basate su una conoscenza diretta e ampia di persone omosessuali e preconcetti di vario tipo sulla omosessualità, dai quali nemmeno Havelock Ellis era realmente libero, nonostante la serietà e l’impegno del suo lavoro scientifico. Ellis scrive brani di mirabile sintesi nei quali i gay si ritrovano anche oggi come cento anni fa, come il seguente:

“C’è un certo interesse nel delineare  l’atteggiamento dell’invertito verso la sua stessa anomalia e la sua valutazione della moralità di quell’anomalia. Dato che i miei casi non sono pazienti che cercano di essere guariti della loro perversione, questo atteggiamento non può essere dato per scontato. Ho rilevato l’atteggiamento morale in 57 casi. In 8 casi, i soggetti stessi si detestano e hanno combattuto invano contro la loro perversione, che spesso considerano come un peccato. Nove o dieci sono dubbiosi e hanno poco da dire per giustificare la loro condizione, che essi considerano come forse morbosa, una “malattia morale”. Uno, pur ritenendo giusto gratificare i suoi istinti naturali, ammette che possano essere vizi. Il resto, la grande maggioranza (comprese tutte le donne) è, invece, risoluto nell’affermare che la loro posizione morale è esattamente la stessa di quella del singolo normalmente costituito, al livello più basso una questione di gusto, e almeno due affermano che una relazione omosessuale dovrebbe essere considerata come sacra, un sacro vincolo di matrimonio; due o tre addirittura considerano l’amore invertito come più nobile dell’amore sessuale ordinario; diversi aggiungono la condizione che ci dovrebbe essere il consenso e la comprensione da entrambe le parti e nessun tentativo di seduzione. Il rimpianto principale di 2 o 3 è la doppia vita che sono obbligati a condurre.

Quando gli invertiti hanno chiaramente affrontato e compreso la loro natura non è tanto, a quanto pare, la loro coscienza che li preoccupa, o anche la paura della polizia, quanto l’atteggiamento del mondo. Un corrispondente americano scrive: “È la paura dell’opinione pubblica che pende sopra di loro come la spada di Damocle. Questa paura è l’eredità di tutti noi. Non è la paura della coscienza e non è generata da una sensazione di illecito. Piuttosto, si tratta di una silente sottomissione ai pregiudizi che incontriamo da ogni parte. Il vero atteggiamento normale dell’invertito sessuale (e ne ho conosciuti centinaia) per quanto riguarda la sua particolare passione non è sostanzialmente diverso da quello di un uomo normale rispetto alla propria.””

A brani come il precedente si alternano brani intessuti di banalità ma non privi di un certo interesse come documenti di vera umanità, come il seguente:

“Anche l’esperienza di Moll in Germania rivela la prevalenza dell’inversione tra gli uomini di lettere, anche se, tra tutte le occupazioni, ha trovato la più alta percentuale tra gli attori. Jäger ha fatto riferimento alla frequenza dell’omosessualità tra i barbieri. Mi è stato detto che tra i parrucchieri di Londra l’omosessualità è così prevalente che c’è anche un atteggiamento speciale che il cliente può adottare sulla sedia per far conoscere che anche lui è un invertito. Il Dr. Kiernan mi informa che anche a Chicago, l’inversione è particolarmente diffusa tra i barbieri, e aggiunge che egli è a conoscenza di due casi tra le donne-barbiere, una percentuale relativamente alta. Non è difficile capire questo, tenendo conto della stretta associazione fisica tra il barbiere e il suo cliente. “W. G. era l’assistente del barbiere”, scrive uno dei miei soggetti, “e mi sono preso una fortissima cotta per lui al primo sguardo. Era solito insaponarmi, e il tocco delle sue dita era una delizia. Poi mi radeva e io ho sempre aspettato con ansia il momento di andare dal barbiere. Se lui non fosse in grado di prendersi cura di me proverei un’incredibile agitazione cardiaca, l’intera giornata mi sembrerebbe noiosa e inutile. Avevo l’abitudine di annotare sulla mia agendina ogni volta che mi faceva la barba.””

Vi lascio alla lettura integrale del testo e vi ricordo che il libro di Ellis, nella mia traduzione, può essere scaricato in formato libro (ovviamente gratuitamente e senza bisogno alcuno di registrazione), alla pagina:

http://gayproject.altervista.org/inversione_sessuale.pdf

Buona lettura.

Project

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ANORMALITÀ  FISICHE – Le circostanze in cui molti dei miei casi sono stati studiati spesso hanno offerto informazioni di questo tipo difficili da ottenere o da verificare. In almeno 4 casi il pene è molto grande, mentre in almeno 3 è piccolo e non sviluppato, con piccoli e flaccidi testicoli. Sembra probabile che le variazioni in queste due direzioni siano entrambe comuni, ma non è certo che possiedono un significato comparabile con quello che la tendenza all’infantilismo degli organi sessuali nelle donne invertite sembra possedere. Hirschfeld ritiene che gli organi genitali degli invertiti assomiglino a quelli delle persone normali. Egli trova, tuttavia, che la fimosi è piuttosto comune. [1]

Più significative, forse, delle particolarità specificamente genitali sono le deviazioni riscontrate nella conformazione generale del corpo. [2] In almeno 2 casi ci sono seni ben sviluppati, in uno seni gonfi che diventando rossi. [3] In un caso ci sono fenomeni “mestruali”, fisici e psichici, che si presentano in modo ricorrente ogni quattro settimane. In diversi casi, i fianchi sono larghi e le braccia arrotondate, mentre alcuni sono abili nel lanciare una palla. Uno è nato con un doppio strabismo. Almeno 2 erano settimini. Nel capitolo precedente ho fatto riferimento alla tendenza all’ipertricosi e occasionalmente all’oligotricosi tra le donne invertite; tra gli uomini l’ultima condizione sembra più comune, e in molti casi i corpi sono senza peli, o con soltanto pochi peli. Alcuni sono mancini, anche se non forse in una proporzione anormale. [4] I caratteri sessuali della grafia sono in alcuni casi chiaramente invertiti, gli uomini scrivono con una mano femminile e le donne con una mano maschile. [5] Talvolta si è ritrovata una voce di tono alto e femminile. [6]

Una caratteristica marcata di molti invertiti, anche se non facile de definire con precisione, è la loro giovinezza di aspetto, e le facce spesso sono infantili, in modo uguale in entrambi i sessi. Questo è stato spesso osservato, [7] ed è una caratteristica pronunciata tra molti dei miei soggetti.

L’incapacità frequente del maschio invertito di fischiare, per la prima volta fu sottolineata da Ulrichs, e Hirschfeld l’ha rilevata nel 23 per cento dei casi. Molti dei miei casi confessano questa incapacità, mentre alcune donne inverte possono fischiare mirabilmente. Anche se questa incapacità degli invertiti maschi si trova solo in una minoranza, sono abbastanza soddisfatto nel vedere che è molto marcata in una considerevole minoranza. Uno dei miei corrispondenti, M. N., mi scrive: “Per quanto riguarda la generale incapacità degli invertiti di fischiare (non sono in grado di farlo io stesso), per la loro predilezione per il verde (il mio colore preferito), per la loro calligrafia femminile, per le loro abilità nelle occupazioni femminili, ecc., tutte queste cose mi sembrano solo indicazioni di un unico principio. Per andare ancora più in là e includere cose banali, alcuni invertiti fumano pure nello stesso modo e con lo stesso piacere come un uomo, hanno raramente l’abilità dei maschi nei giochi, non possono tirare a segno con precisione, o addirittura sputare!”

Quasi tutte queste peculiarità indicano un disturbo nervoso di grado minore e indicano modifiche, come sottolinea mio corrispondente, in senso femminile. È appena il caso di aggiungere che in nessun modo implicano necessariamente inversione. Shelley, per esempio, non era in grado di fischiare, anche se non ha mai dato segni di inversione; ma era una persona di organizzazione alquanto anormale e femminile, e illustra la tendenza di tali anomalie funzionali apparentemente insignificanti ad essere correlate con altre e più importanti anomalie psichiche.

La maggior parte di queste diverse caratteristiche anatomiche e anomalie funzionali indica, più o meno chiaramente, la prevalenza tra gli invertiti di una tendenza all’infantilismo, in combinazione con la femminilizzazione negli uomini e con la mascolinizzazione nelle donne. [8] Questa tendenza è negata da Hirschfeld, ma spesso è ben evidente tra i soggetti le cui Storie sono stato in grado di presentare, ed è infatti suggerita dai risultati elaborati dallo stesso Hirschfeld, tanto che difficilmente può essere trascurata. Considero questa tendenza molto significativa, ed in armonia con tutto ciò che stiamo imparando a conoscere per quanto riguarda la parte importante svolta dalle secrezioni interne, allo stesso modo nell’inversione e nelle modificazioni corporee generali in una direzione infantile, femminile e maschile.

Se siamo giustificati nel credere che ci sia una tendenza per le persone invertite ad essere un po’ frenate nello sviluppo, cose che le avvicina al tipo infantile, si può collegare questo fatto con la precocità sessuale a volte marcata negli invertiti, perché la precocità è comunemente accompagnata da un rapido arresto dello sviluppo.

Un corrispondente, che è egli stesso invertito, fornisce le seguenti note sui casi di cui è ben informato; le riposto qui, perché illustrano le anomalie che si trovano comunemente: –

1. A., di sesso maschile, primogenito di una famiglia tipicamente nevrotica. Tre figli in tutto: 2 maschi e una femmina. Gli altri 2 sono un po’ eccentrici, asociali e sessualmente frigidi, uno in un modo marcato. Il fatto curioso di questo caso è che A., l’unico della famiglia che possedeva delle capacità mentali e delle qualificazioni sociali, dovesse essere invertito. Il matrimonio dei genitori fu molto male assortito e disarmonico, il padre era di grande statura e la madre anormalmente piccola e di temperamento altamente nervoso, entrambi i genitori erano di salute debole. L’ascendenza era sfortunata, soprattutto da parte di madre.

2. B., di sesso maschile, invertito, il più giovane di due, non ci sono altri figli, ha carattere e aspetto estremamente femminile, è di notevole fascino personale e ha un grande talento musicale. Pene molto piccolo e marcato sviluppo del seno.

3. C., di sesso maschile, invertito, il più giovane di due figli, non ci sono altri figli. C’è un intervallo di sei anni tra il primo e il secondo figlio. Il matrimonio dei genitori è caratterizzato da grande affetto, ma dalla parte di madre l’ascendenza è degenerata. Cancro e scrofola in famiglia.

4. D., di sesso maschile, invertito, secondo figlio di 6; gli altri figli sono femmine. Di posizione sociale modesta. Depravazione notevole manifestata da tutti i membri di questa famiglia ad eccezione di D., che, solo, si è dimostrato stabile, onesto e laborioso.

5. E., di sesso maschile, invertito, secondo figlio di una famiglia di 3 figli, il figlio più giovane è una femmina, nata morta. Di temperamento estremamente nevrotico favorito dall’educazione. Effeminato per costruzione e disposizione; musicalmente dotato.

6. F., di sesso maschile, invertito, secondo figlio di una famiglia di 5 figli. Il primo figlio, una bambina, morì in gioventù. Dopo F., ci fu un maschio G., una femmina H., e un’altra figlia morta. Genitori male assortiti; madre di notevole forza mentale e fisica; padre ultimo rappresentante di una famiglia in via di estinzione in conseguenza di matrimoni misti. Tutti i figli somigliano nell’aspetto al padre e nella disposizione alla madre. Tendenza al bere in entrambi i ragazzi, a questo soprattutto è dovuta la morte di F. all’età di 30 anni. G. si è suicidato alcuni anni più tardi. Il ragazza H si è sposata in una famiglia con ascendenza peggiore della sua. Ha due figli.

7. I. e J., un ragazzo e una ragazza, entrambi invertiti, per quanto sono in grado di giudicare. Il ragazzo è nato con qualche deformità dei piedi e delle caviglie; è di gusti e di aspetto effeminato. Il ragazzo assomiglia alla madre, e la ragazza, che è di grande sviluppo fisico, assomiglia al padre.

Lo stesso corrispondente aggiunge:

“Ho notato poche anomalie per quanto riguarda la conformazione genitale degli invertiti. Vi sono, tuttavia, frequenti anomalie di proporzione nel loro aspetto, le mani ed i piedi sono notevolmente più piccoli e più aggraziati, la vita più marcata, il corpo morbido e meno muscolare. Quasi sempre ci sono o malformazioni del cranio o la testa si avvicina al tipo e alla forma femminile”.

ATTITUDINI ARTISTICHE E ALTRE ATTITUDINI –  Tutte le vocazioni sono rappresentate tra gli invertiti. Tra i soggetti qui studiati si trovano ad una estremità della scala, numerosi operai, e all’altra estremità un numero uguale di persone, talvolta di famiglia nobile, che non esercitano alcuna professione. Ci sono 12 medici, 9 uomini di lettere, almeno 7 sono impegnati nella vita commerciale, 6 sono artisti, architetti o compositori, 4 sono o sono stati attori. Queste cifre non possono dare alcun indizio della diffusione relativa dell’inversione tra le varie categorie professionali, ma indicano che nessun tipo di categoria professionale fornisce una salvaguardia contro l’inversione.

Ci sono, tuttavia, alcune occupazioni per le quali gli invertiti sembrano avere una particolarmente vocazione. [9] Una delle più importanti è la letteratura. La predominanza apparente dei medici è facilmente spiegabile. La frequenza con la quale è rappresentata la letteratura è probabilmente più autentica. Qui, infatti, gli invertiti sembrano trovare il più alto grado di successo e di reputazione. Almeno una mezza dozzina dei miei soggetti sono uomini di lettere di successo, e potrei facilmente aggiungerne altri andando al di fuori del gruppo delle Storie incluse in questo studio. Essi coltivano soprattutto quelle regioni delle belle lettere che si trovano al confine tra prosa e poesia. Anche se di solito non raggiungono livelli di eccellenza in poesia, sono spesso molto raffinati autori di versi. Essi potrebbero essere attratti alla storia, ma raramente affrontano compiti di grande portata, che coinvolgono un lavoro molto paziente, anche se a questa regola ci sono delle eccezioni. La scienza pura sembra avere relativamente poca attrattiva per l’omosessuale. [10]

Un esame delle mie Storie rivela il fatto interessante che 45 dei soggetti, o una percentuale del 56 per cento, possiede attitudini artistiche di vario grado. Galton ha trovato, da una ricerca su quasi 1000 persone, che in media, in Inghilterra, solo il 30 per cento mostra gusti artistici. Va anche detto che le mie cifre sono probabilmente al di sotto sotto del vero, dato che nessuna particolare attenzione è stata posta nelle indagini su questa materia, e dato anche che in alcuni casi la capacità artistica è di ordine elevato.

Si sostiene che la teoria della Minderwertigkeit di Adler – secondo la quale reagiamo strenuamente contro i nostri difetti organici congeniti e li trasformiamo in virtù – possa essere applicata all’acquisizione delle capacità artistiche da parte dell’invertito (G. Rosenstein, “Die Theorien der Organminderwertigkeit und die Bisexualität,” Jahrbuch für Psychoanalytische Forschungen, vol. ii, 1910, p. 398). Questa teoria è in alcuni casi di utile applicazione, ma mi  sembra dubbio che sia molto utile nel presente contesto. Le attitudini artistiche degli invertiti possono meglio essere considerate come parte delle loro tendenze organiche che come una reazione contro quelle tendenze. A questo proposito posso citare le osservazioni di un corrispondente americano, egli stesso omosessuale: “Per quanto riguarda il collegamento tra inversione e capacità artistiche, per quello che posso vedere, il temperamento di ogni invertito sembra sforzarsi di trovare un’espressione artistica -grossolanamente o in altro modo. Gli invertiti, di norma, cercano percorsi di vita che si trovino in luoghi piacevoli, la loro resistenza agli ostacoli che si oppongono loro è elastica, il loro lavoro non è mai faticoso (se possono farne a meno), e le loro realizzazioni non sono quasi mai di utilizzo pratico. Tutto questo è vero anche per l’artista nato. Sia gli invertiti che gli artisti sono eccessivamente interessati alle lodi, entrambi desiderano una vita in cui l’ammirazione sia la ricompensa di poca fatica. In una parola, sembrano essere ‘nati stanchi’, generati dai genitori che erano anch’essi stanchi.”

Hirschfeld (Die Homosexualität, pag. 66) fornisce una lista di quadri e sculture che affascinano in modo particolare l’omosessuale. Preminenti fra queste opere sono le rappresentazioni di San Sebastiano, il Blue Boy di Gainsborough, gli uomini giovani di Vandyck, l’Hermes di Prassitele, lo Schiavo di Michelangelo, i tipi di lavoratori di Rodin e di Meunier.

Per quanto riguarda la musica, i miei casi rivelano l’attitudine che è stata sottolineata da altri come particolarmente comune tra gli invertiti. È stato curiosamente affermato che tutti i musicisti sono invertiti; è certo che molti musicisti famosi, sia tra i morti che tra i vivi, sono stati omosessuali. Ingegnieros parla a questo proposito di una “sinestesia genito-musicale”, analoga all’ascoltare il colore. Calesia afferma (Archivio di Psichiatria, 1900, p. 209) che al 60 per cento, gli invertiti sono musicisti. Hirschfeld (Die Homosexualität, p. 500) considera questa stima eccessiva, ma egli stesso afferma altrove (p. 175) che il 98 per cento degli invertiti maschi è fortemente attratto dalla musica, le donne sono decisamente meno attratte. Oppenheim (in un documento sintetizzato nella Neurologische Centralblatt, primo giugno, 1910, e Alienist and Neurologist, novembre 1910) osserva che la disposizione musicale è caratterizzata da una grande instabilità emotiva, e questa instabilità è una predisposizione al nervosismo. È per questo che la nevrastenia è così comune tra i musicisti. Il musicista non è reso nervoso dalla musica, ma deve il suo nervosismo (come anche, si può aggiungere, la sua predisposizione alla omosessualità) alla stessa predisposizione alla quale deve la sua attitudine musicale. Inoltre, il musicista è spesso unilaterale nei suoi talenti, e il possesso di una sola attitudine ipertrofica è a sua volta strettamente legato alla diatesi neuropatica e psicopatica.

La tendenza alle attitudini per il teatro – trovata in una gran parte dei miei soggetti, che non sono mai stati attori professionisti – ha già attirato l’attenzione degli studiosi precedenti su questo campo. [11] Così, Moll si riferisce alla frequenza del talento artistico, e particolarmente drammatico, tra gli invertiti, e osserva che la causa è dubbia. Dopo aver ricordato che la menzogna che essi devono vivere perennemente rende gli invertiti sempre gli attori, prosegue dicendo:

“Oltre a questo, mi sembra che la capacità e la tendenza a concepire delle situazioni a e rappresentarle in maniera magistrale corrisponda ad una predisposizione anormale del sistema nervoso, proprio come  accade per l’inversione sessuale; in modo che entrambi i fenomeni sono dovuti alla stessa origine.”

Sono d’accordo con questa affermazione; io credo che gli invertiti congeniti dovrebbero essere considerati come una classe di individui che presentano caratteri nervosi che, in una certa misura, li avvicinano alle persone di genio artistico. Le attitudini drammatiche e artistiche degli invertiti sono dovute, quindi, in parte a alle circostanze della vita dell’invertito, che lo rendono necessariamente un attore, – e in alcuni pochi casi lo portano ad un amore per l’inganno paragonabile a quello di una donna isterica, – e in parte, è probabile, ad una predisposizione nervosa congenita affine alla predisposizione all’attitudine drammatica.

Uno dei miei corrispondenti si è interessato a lungo alla frequenza dell’inversione tra gli attori e le attrici. Conosceva un attore invertito che gli aveva detto di aver scelto quella professione perché gli avrebbe permesso di indulgere la sua propensione; ma, nel complesso, egli considera questa tendenza come dovuta “alle flessibilità fantasiose finora trascurate e alle curiosità verso il singolo. L’attore, per ipotesi, è colui che si immedesima per simpatia (intellettuale ed emotiva) in stati di benessere psicologico che non gli sono propri. Impara a comprendere, anzi, a vivere se stesso in rapporti che erano originariamente estranei alla sua natura. La capacità di fare questo, – ciò che rende attore nato – implica una capacità di  estendere alla vita la sua esperienza artisticamente acquisita. Nell’avanzare nella su arte, di conseguenza, diventa da tutti i punti di vista sensibile alle emozioni umane, ed essendo la sessualità il più intellettualmente indeterminato degli appetiti dopo la fame, l’attore potrebbe scoprire in se stesso una sorta di indifferenza sessuale, dalla quale potrebbe facilmente sorgere un’aberrazione sessuale. Un uomo privo di questa flessibilità fantasiosa non potrebbe essere un attore di successo. L’uomo che la possiede sarebbe esposto alle divagazioni dell’istinto sessuale sotto le influenze estetiche o semplicemente licenziose. Qualcosa dello stesso genere è applicabile ai musicisti e agli artisti, nei quali l’inversione sessuale prevale oltre la media. Essi sono condizionati dalla loro facoltà estetica e incoraggiati dalle circostanze della loro vita a sentire e ad esprimere l’intera gamma delle esperienze emozionali. Così trovano un ambiente che (a meno che essi non siano nettamente differenziati per altri motivi), li porta facilmente ad esperimenti di passione. Tutto questo si unisce a quello che si chiama ‘diatesi variazionale’ degli uomini di genio. Ma dovrei cercare la spiegazione del fenomeno meno nella costituzione sessuale originaria che  nell’esercizio di qualità emotive, di simpatia e di assimilazione, potentemente stimolate e concretizzate dalle condizioni di vita di un individuo. L’artista, il cantante, l’attore, il pittore, sono più esposti agli influssi dai quali può sorgere una differenziazione sessuale in una direzione anomala. Alcune persone sono certamente anormali per natura, altre, che sono di questo temperamento artistico partecipe, possono diventare anormali attraverso le loro amicizie unite alle loro condizioni di vita.” È  possibile che ci possa essere qualche elemento di verità in questo punto di vista, che il mio corrispondente considerava puramente ipotetico.

A questo proposito posso, forse, citare una qualità morale che è molto spesso associata con attitudine drammatica, e anche con i gradi minori della degenerazione nervosa: la vanità e l’amore per gli applausi. Mentre fra una parte notevole degli invertiti non è più marcata che tra i non invertiti, se non è anche meno marcata, in un altro gruppo si trova in un grado esagerato. In almeno uno dei miei casi, la vanità e il piacere di essere ammirati, sia per quanto riguarda le qualità personali che le produzioni artistiche, raggiungono un livello quasi morboso. E le citazioni dalle lettere scritte da parecchi altri dei miei soggetti mostrano un curioso compiacimento nella descrizione dei loro caratteri fisici personali, marcatamente assente negli altri casi. Alexander Schmid ha suggerito, sulla base delle opinioni di Adler, che questa vanità, che a volte nell’artista invertito diventa un orgoglio esaltato, come di un tutore dei sacri misteri, può essere considerata come un tentativo di ottenere una compensazione per la coscienza del difetto femminile. [12]

Il tipo estremo di questa preoccupazione per la bellezza personale è rappresentato dall’autobiografia inviata da un giovane italiano di buona famiglia a Zola nella speranza – di per sé un segno di vanità – che il famoso romanziere la prendesse a soggetto di una delle sue opere. La storia è riprodotta negli Archives d’Anthropologie Criminelle(1894) e in L’Homosexualité et les Types Homosexuels (1910) del “Dr. Laupts” (G. Saint-Paul). Cito il seguente brano: “All’età di 18 anni ero, con poche differenze, ciò che sono ora (a 23). Sono invece piuttosto al di sotto dell’altezza media (1,65 metri), ben proporzionato, snello, ma non magro. Il mio torso è superbo; uno scultore non ci troverebbe niente da ridire, e non lo troverebbe molto diverso da quello di Antinotis. La mia schiena è molto arcuata, forse troppo; e i miei fianchi sono molto sviluppati, il mio bacino è ampio, come quello di una donna; le mie ginocchia leggermente vicine, i miei piedi sono piccoli, le mie mani superbe, le dita curve all’indietro e con le unghie scintillanti, rosee e levigate, tagliate esattamente come quelle delle statue antiche, il mio collo è lungo e rotondo, la nuca deliziosamente adornata di peluria. La mia testa è affascinante, e a 18 anni lo era ancora di più. L’ovale di essa è perfetto e colpisce tutti per la sua forma infantile. A 23 anni me ne danno 17 al massimo. La mia carnagione è bianca e rosea, a seconda delle più deboli emozioni. La fronte non è bella, ma retrocede leggermente ed è cava alle tempie, ma, per fortuna, è a metà coperta da lunghi capelli di un biondo scuro, che si arricciano naturalmente. La testa è perfetta nella forma, a causa dei capelli ricci, ma ad un esame presenta un’enorme protuberanza occipitale. I miei occhi sono ovali, di un grigio blu, con le ciglia marrone scuro e dense, sopracciglia arcuate. I miei occhi sono molto liquidi, ma con le occhiaie, e sono segnati di bistro; sono soggetti a lievi infiammazioni temporanee. La mia bocca è abbastanza grande, con grosse labbra rosse, il labbro inferiore pendente; mi dicono che ho la bocca austriaca. I miei denti sono abbaglianti, anche se tre sono cariati e otturati; fortunatamente, non si possono vedere. Le mie orecchie sono piccole e con lobi molto colorati. Il mio mento è molto grasso, e a 18 anni era liscio e vellutato come quello di una donna; al momento c’è una leggera barba, sempre rasata. Due nei, neri e vellutati, sulla mia guancia sinistra, contrastano con gli occhi azzurri. Il mio naso è sottile e dritto, con le narici delicate e una leggera curva quasi insensibile. La mia voce è dolce, e la gente si rammarica sempre che io non abbia imparato a cantare.” Questa descrizione è da notare come ritratto dettagliato di un invertito sessuale di un certo tipo; tutta la storia è interessante e istruttiva.

Alcune peculiarità nel gusto per quanto riguarda gli abiti, a torto o a ragione, sono state attribuite agli invertiti, – a parte la tendenza di un certo gruppo ad adottare abitudini femminili – e possono qui essere menzionate. Tardieu molti anni fa citò il gusto di tenere il collo scoperto. Questa peculiarità può occasionalmente essere osservata tra gli invertiti, in particolare tra quelli di temperamento più artistico. La causa non sembra essere tanto la vanità quanto quella coscienza fisica che è così curiosamente marcata negli invertiti, e induce i più femminili di loro a coltivare la  grazia femminile dell’aspetto, ed i più maschili a sottolineare l’abitudine atletica maschile.

È stato anche osservato che gli invertiti mostrano una preferenza per gli indumenti verdi. A Roma cinædi erano per questo motivo chiamati galbanati.  Chevalier osserva che alcuni anni fa, una banda di pederasti a Parigi indossava cravatte verdi come distintivo. Questa decisa preferenza per il verde è ben segnalata in molti dei miei casi di entrambi i sessi, e, in alcuni almeno, la preferenza è certamente nata spontaneamente. Il verde (come hanno dimostrato Jastrow e altri) è molto raramente il colore preferito degli adulti di razza anglosassone, anche se alcuni ricercatori hanno trovato che è più comunemente un colore preferito tra i bambini, in particolare tra le bambine, ed è più spesso preferito dalle donne che dagli uomini. [13] Il colore preferito tra le donne normali, e anzi molto spesso tra gli uomini normali, anche se qui non così spesso come il blu, è il colore rosso, ed è da notare che negli ultimi anni c’è stata la moda della cravatta rossa adottata dagli invertiti come loro segno di riconoscimento. Questo è particolarmente evidente tra le “fate” di New York (con questo nome lì si indica un fellator). “È rosso”, scrive un corrispondente americano, anch’egli invertito, “espressione che è diventata quasi un sinonimo di inversione sessuale, non solo nell’accezione degli stessi invertiti, ma nell’accezione popolare. Indossare una cravatta rossa per strada è come invitare strilloni e altri a fare sottolineature, sottolineature che hanno le pratiche degli invertiti come tema. Un amico mi ha detto una volta che quando dei ragazzi di strada videro la cravatta rossa che indossava si succhiarono le dita ad imitazione della fellatio. I prostituti maschi che camminano per le strade di Philadelphia e di New York quasi sempre indossano cravatte rosse. Questo è il distintivo di tutta la loro tribù. Le camere di molti dei miei amici invertiti hanno il rosso come colore dominante nelle decorazioni. Tra i miei compagni di classe, alla scuola di medicina, pochi avevano il coraggio di indossare una cravatta rossa, quelli che l’hanno fatto non hanno mai ripetuto l’esperimento.”

ATTEGGIAMENTO MORALE DELL’INVERTITO – C’è un certo interesse nel delineare  l’atteggiamento dell’invertito verso la sua stessa anomalia e la sua valutazione della moralità di quell’anomalia. Dato che i miei casi non sono pazienti che cercano di essere guariti della loro perversione, questo atteggiamento non può essere dato per scontato. Ho rilevato l’atteggiamento morale in 57 casi. In 8 casi, i soggetti stessi si detestano e hanno combattuto invano contro la loro perversione, che spesso considerano come un peccato. Nove o dieci sono dubbiosi e hanno poco da dire per giustificare la loro condizione, che essi considerano come forse morbosa, una “malattia morale”. Uno, pur ritenendo giusto gratificare i suoi istinti naturali, ammette che possano essere vizi. Il resto, la grande maggioranza (comprese tutte le donne) è, invece, risoluto nell’affermare che la loro posizione morale è esattamente la stessa di quella del singolo normalmente costituito, al livello più basso una questione di gusto, e almeno due affermano che una relazione omosessuale dovrebbe essere considerata come sacra, un sacro vincolo di matrimonio; due o tre addirittura considerano l’amore invertito come più nobile dell’amore sessuale ordinario; diversi aggiungono la condizione che ci dovrebbe essere il consenso e la comprensione da entrambe le parti e nessun tentativo di seduzione. Il rimpianto principale di 2 o 3 è la doppia vita che sono obbligati a condurre.

Quando gli invertiti hanno chiaramente affrontato e compreso la loro natura non è tanto, a quanto pare, la loro coscienza che li preoccupa, o anche la paura della polizia, quanto l’atteggiamento del mondo. Un corrispondente americano scrive: “È la paura dell’opinione pubblica che pende sopra di loro come la spada di Damocle. Questa paura è l’eredità di tutti noi. Non è la paura della coscienza e non è generata da una sensazione di illecito. Piuttosto, si tratta di una silente sottomissione ai pregiudizi che incontriamo da ogni parte. Il vero atteggiamento normale dell’invertito sessuale (e ne ho conosciuti centinaia) per quanto riguarda la sua particolare passione non è sostanzialmente diverso da quello di un uomo normale rispetto alla propria.”

È interessante notare che anche quando la condizione è considerata morbosa, e anche quando una vita di castità è stata scelta deliberatamente, per questo motivo, è molto raro trovare un invertito che esprima un qualche desiderio di cambiare i suoi ideali sessuali. L’invertito maschio non riesce a trovare, e non ha alcun desiderio di trovare, alcun fascino sessuale in una donna, perché trova tutte le possibili forme di fascino riunite in un uomo. E una donna invertita scrive: “Non riesco a concepire un destino più triste del fatto di essere un donna, una donna media ridotta alla necessità di amare un uomo!”

Si noterà che le mie conclusioni su questo argomento sono in stridente contrasto con quelle di Westphal, che credeva che ogni invertito considerasse se stesso come un caso patologico, e probabilmente mostrano una percentuale molto più alta di invertiti che si auto-approvano rispetto a qualsiasi gruppo studiato in precedenza. [14] Questo è dovuto per la gran parte al fatto che i casi non sono ottenuti dalla stanza di consultazione, e che essi rappresentano in qualche misura l’aristocrazia intellettuale dell’inversione, compresi gli individui che, spesso non senza lotte gravi, hanno trovato conforto nell’esempio dei Greci o altrove, e sono riusciti a raggiungere un modus vivendi con il mondo morale, per come loro sono arrivati a concepirlo.

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[1] Hirschfeld, Die Homosexualität, cap. v.

 [2] Krafft-Ebing parla di un medico invertito (un uomo di sviluppo e di gusti maschili) che aveva avuto rapporti sessuali con più o meno 600 uomini invertiti. Non ha osservato alcuna tendenza a malformazioni sessuali tra loro, ma molto frequentemente un’approssimazione a una forma femminile del corpo, così come peli insufficienti, carnagione delicata e voce di tono alto. I seni ben sviluppati non erano rari, e circa il 10 per cento mostrava un gusto per le occupazioni femminili.

[3] Una condizione simile di ginecomastia è stata osservata in relazione con l’inversione da Moll, Laurent, Wey, ecc.  Olano (“La Secrecion Mamaria en los Invertidos Sexuales,” Archivos de Criminologia, maggio 1902, p. 305) ha osservato inoltre una certa quantità di secrezione mammaria in un uomo invertito di 20 anni, a Lima.

[4] Hirschfeld trova il 7 per cento degli invertiti mancini, e il 6 per cento parzialmente mancini. Fliess attribuisce particolare importanza al mancinismo nell’inversione, credendo che negli uomini mancini siano marcati i caratteri sessuali secondari femminili, e nelle donne mancine i caratteri sessuali maschili (Der Ablauf des Lebens, 1906). Io non sono propenso a negare questa affermazione, ma, sono necessari ulteriori dati.

[5] Questo punto è stato discusso da Hirschfeld, Die Homosexualität, pp. 156-8.

[6] Bloch (The Sexual Life of Our Time, p. 500) attribuisce grande importanza a questa peculiarità, ma va ricordato che una voce acuta si verifica frequentemente in uomini senza dubbio eterosessuali, in cui sembra spesso associata con alta capacità intellettuale (Havelock Ellis, A Study of British Genius, p. 200).

[7] Vedi, per esempio, Hirschfeld, Die Homosexualität, pag. 151.

[8] Sui segni generali di queste condizioni, vedi, ad esempio, H. Meige, “L’Infantilisme, Le Féminisme et les Hermaphrodites Antiques,”L’Anthropologie. 1895; e anche Hastings Gilford, “Infantilism,” Lancet, 28 febbraio e 7 marzo 1914.

[9] Merzbach ha affrontato la tendenza degli invertiti ad adottare professioni particolari: “Homosexualität und Beruf,” Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen, vol. iv, 1902.

[10] Anche l’esperienza di Moll in Germania rivela la prevalenza dell’inversione tra gli uomini di lettere, anche se, tra tutte le occupazioni, ha trovato la più alta percentuale tra gli attori. Jäger ha fatto riferimento alla frequenza dell’omosessualità tra i barbieri. Mi è stato detto che tra i parrucchieri di Londra l’omosessualità è così prevalente che c’è anche un atteggiamento speciale che il cliente può adottare sulla sedia per far conoscere che anche lui è un invertito. Il Dr. Kiernan mi informa che anche a Chicago, l’inversione è particolarmente diffusa tra i barbieri, e aggiunge che egli è a conoscenza di due casi tra le donne-barbiere, una percentuale relativamente alta. Non è difficile capire questo, tenendo conto della stretta associazione fisica tra il barbiere e il suo cliente. “W. G. era l’assistente del barbiere”, scrive uno dei miei soggetti, “e mi sono preso una fortissima cotta per lui al primo sguardo. Era solito insaponarmi, e il tocco delle sue dita era una delizia. Poi mi radeva e io ho sempre aspettato con ansia il momento di andare dal barbiere. Se lui non fosse in grado di prendersi cura di me proverei un’incredibile agitazione cardiaca. L’intera giornata mi sembrerebbe noiosa e inutile. Avevo l’abitudine di annotare sulla mia agendina ogni volta che mi faceva la barba.”

[11] Vedi, ad esempio, “Vom Weibmann auf der Bühne,” Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen, vol. iii, 1901, p. 313. È curioso trovare un’annotazione medico-legale di questa connessione molto tempo prima che l’inversione fosse riconosciuta. Nel mese di giugno 1833 (vedi i Registrati annuali a questa data), morì un uomo che aveva vissuto come una mantenuta sotto il nome di Eliza Edwards. Era molto effeminato in apparenza, con bei capelli, in boccoli lunghi due piedi e una voce spezzata; recitava ruoli femminili nel teatro, “ai più alti livelli del teatro tragico” e “appariva come una donna di tipo molto signorile”. La giuria del coroner “fortemente raccomandava alle autorità competenti di adottare mezzi adeguati nell’esposizione del corpo che facessero risaltare l’ignominia del crimine.”

[12] A. Schmid, “Zur Homosexualität,” Zentralblatt für Psychoanalyse, vol. i, 1913, p. 237.

[13] Si veda per una sintesi delle varie statistiche in diversi paesi, Havelock Ellis, Man and Woman, quinta ed., 1914, p. 174;  e anche “The Psychology of Red”, Popular Science Monthly, agosto e settembre 1900.

[14] La percentuale non è così grande, tuttavia, come Hirschfeld (Die Homosexualität, p. 314) ora la rileva in Germania, dove gli invertiti sono meglio informati sul tema di questa anomalia, perché qui il 95 per cento considera i propri sentimenti come naturali.

IDENTITÀ GAY PROFONDA E STEREOTIPI SECONDO HAVELOCK ELLISultima modifica: 2016-03-31T12:12:37+02:00da gayproject
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