UN RAGAZZO GAY CHE NON VUOLE BUTTARSI VIA

Ciao Project,

non so se ti ricordi di me, sono Nino, quel ragazzo che ti aveva contattato subito dopo natale. Forse non ti ricordi perché ci siamo sentiti una volta sola, però abbiamo parlato tanto, comunque spero che ti ricordi. Ti scrivo questa mail per dirti che avevi ragione e che le cose che mi avevi detto si sino praticamente realizzate tutte. Quando ti ho chiamato, dopo natale, pensavo che tu mi potessi dare qualche dritta concreta per incontrare un ragazzo e sono rimasto anche deluso. Avevo l’impressione che mi facessi delle assurde prediche paternalistiche: che devo studiare, che devo stare attento, che la salute è la prima cosa, che la sessualità non va buttata via. Queste cose allora mi hanno dato fastidio e mi sono chiesto che cosa fosse progetto gay. Mi sembravi una specie di mezzo prete che non capisce proprio che cosa passa per la testa dei ragazzi. Quindi non ti ho più chiamato e ho pensato che dei tuoi consigli ne potevo fare benissimo a meno. E da qui cominciano le esperienze di questo mese. Mi sono iscritto a due chat. Il 2 gennaio sono stato contattato da un ragazzo di 29 anni, a quanto diceva lui, ma penso ne avesse parecchi di più. Quindi aveva 13 anni più di me come minimo, mettiamo 17/18 nella realtà. Project, quel ragazzo non faceva proprio prediche ma ci sapeva fare io ero parecchio in imbarazzo, specialmente all’inizio, non pensavo che si potesse concludere nulla, perché non era un coetaneo, ma lui aveva una pazienza incredibile, mi diceva che si vedeva benissimo che sono un ragazzo maturo che sa il fatto suo e, sai, queste cose per un ragazzo contano. Diceva che sono spigliato, intelligente e che era contentissimo di avermi conosciuto, la prima settimana siamo stati in chat fino alle ore piccole tutte le notti. Mi ha mandato le sue foto e anche un filmino molto carino, mi ha fatto vedere le foto della famiglia, mi ha passato dei video di musica. Insomma non era bello ma non era brutto, era troppo grande per me, però aveva fascino. Io pensavo di avere trovato un amico gay più grande, di lui mi fidavo e gli dicevo tutto di me, pure le cose più intime e lui aveva una pazienza infinita, in pratica lo vedevo come una specie di papà o almeno di fratello maggiore su cui potere contare e a un certo punto gliel’ho detto ma c’è rimasto male e la musica è cambiata del tutto. Prima non parlava mai di sesso e al massimo rispondeva alle cose che gli chiedevo io ma poi ha cominciato a dire che mi avrebbe dovuto svezzare perché secondo lui ero sessualmente inibito anche se andavo sulle chat erotiche e che sulle chat ci andato per cercare affetto come un bambino ma senza sapere niente del sesso vero. In effetti nel sesso ci vedo tante cose, sarò pure inibito, però per farlo con qualcuno gli devo volere bene altrimenti proprio non mi viene spontaneo. Poi ha attaccato il discorso della prima volta, che la prima volta ci vuole una persona esperta che ti segue passo passo, per un verso il discorso non mi piaceva ma per l’altro mi attirava, in fondo era l’unico uomo che si fosse offerto di fare sesso con me. A metà di gennaio abbiamo cominciato a usare la cam, prima molto banalmente, poi ha provato a farsi più audace e mi ha mandato delle sue foto nudo, non me ne ha chieste di mie, mi ha solo mandato le sue. Io le ho guardate e ho fatto finta di essermi scandalizzato, ma lui ha capito che stavo fingendo e ha cominciato a fare ironia. L’ho minacciato di eliminare il suo contatto ma non l’ho fatto. Poi mi sono detto: ma perché no? Tanto è solo in cam, non c’è niente di pericoloso e poi viviamo in città che distano 400 km. Abbiamo cominciato a masturbarci in cam ma io non pensavo a lui ma a un mio compagno di scuola ma a lui non glielo dicevo. Tra parentesi, di quel compagno di scuola credo di essermi innamorato veramente, o almeno faccio si di lui tutte le mie fantasie sessuali, ma questo è un altro capitolo. la cosa dalla cam è andata avanti per una settimana. Io mi sentivo strano, come se fossi guidato dalla volontà di un altro però stavo lì tutto il tempo che potevo. Lui la chiamava amicizia sessuale. Non ha mai usato la parola amore e non mi ha mai detto che mi voleva bene, in effetti è una cosa un po’ strana. Poi una sera, mi ricordo, era di venerdì, mi chiede di uscire con lui l’indomani, gli chiedo se sta scherzando perché per venre da me ci metterebbe quasi sei ore, ma lui dice che è disposto a venire anche per vedermi cinque minuti, io prendo tempo, gli dico che non lo so, poi mi viene un flash e mi ricordo di Project, e mi dico: ma che cavolo sto facendo? Chiudo la chat ma mi richiama, mi chiama al telefonino e lo stacco. Mi sono chiesto: ma che ci vado a fare io con questo? Sì, avremmo fatto sesso e sarebbe stata la mia prima volta, ma per fare che? Così non mi piace. Ci ho ripensato a mente fresca l’indomani mattina e non l’ho chiamato più. poi mi sono deciso, ho cancellato il suo contatto e il numero sul telefonino, è stata una decisione difficilissima ma quando l’ho fatto mi sono sentito più leggero. Ieri sera ti ho chiamato, e l’impressione è stata stranissima, proprio come sentirsi a casa. Ti ho raccontato tutta la storia e ogni tanto mi arrivava una tirata di orecchie che mi faceva pure piacere, alla fine mi hai fatto proprio un piccola predica e in pratica mi hai detto che mi stavo buttando via e che essere gay non è questo. Allora mi è venuto in mente di dirti le stesse cose che avevo detto a lui e cioè che ti sentivo un po’ come un papà (ed è vero) ma a te ha fatto l’effetto opposto, sei stato contento e si capiva proprio. Quando parlavo con lui capivo prima dove sarebbe arrivato e che cosa avrebbe detto, quando parlo con te non succede quasi mai. Hai insistito su una sola parola: prudenza. Se l‘hai detto un senso ci deve essere, più o meno però ho capito. Mi ha colpito anche il discorso sul senso dello studio e sulla libertà, in effetti dici delle cose che potrei aver detto anche io perché sanno di vero. Però Project, un ragazzo mi manca, sarebbe la svolta della vita. Prima pensavo che fosse una questione di sesso, che magari prima masturbarmi mi bastava e che dopo magari non mi bastava più, ma dopo quello che è successo con quel tipo mi rendo conto che quello che mi manca è altro. Col mio compagno ci cui ti ho detto, che probabilmente è etero, certe volte si sono creati dei momenti di intimità bellissimi, niente sesso, solo parlare ma proprio con la volontà di capire che cosa l’altro si porta dentro. Il fascino del mio compagno non è come quello di quel tipo, quello faceva tanti discorsi, recitava perché aveva un suo scopo, il mio compagno non mi fa discorsi, qualche volta mi sorride, ma so che è una cosa vera e in quei momenti mi sento proprio felice. Project, dopo che ho parlato con te l’ultima volta, mi sono cancellato dalle chat. Di fare un’altra esperienza come quella che ho fatto non ne ho nessuna voglia, però un ragazzo mi manca, cioè mi manca l’affetto di un ragazzo. Penso che col mio compagno alla fine saranno solo scambi di sorrisi perché lo vedo troppo interessato alle ragazze e magari per trovare un ragazzo gay che mi voglia bene ci vorranno ancora anni, però, hai ragione, non mi voglio buttare via. Ti volevo ringraziare anche perché mi hai di nuovo scoraggiato dal coming out. La prima volta non avevo capito gran che ma adesso ci starò attentissimo.
Se pensi che questa mail possa servire a qualche ragazzo pubblicala. Grazie di tutto. Ci sentiamo presto.

Nino

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UN RAGAZZO GAY CHE NON VUOLE BUTTARSI VIAultima modifica: 2009-01-29T07:15:42+01:00da gayproject
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