AMO UNA COPPIA GAY

Ciao Project,
noi non ci conosciamo, so qualcosa di te perché ho letto un po’ del blog storie gay e anche un po’ del forum, quindi mi presento: sono Nicola, 24 anni, a luglio dovrei prendere la laurea specialistica in [omissis] presso l’università di [omissis]. Dovrei essere felice di finire gli studi perché mi stanno arrivando offerte serie di lavoro però non mi sento felice per niente perché l’università, per me, è stata (purtroppo ormai posso solo dire è stata) la più bella esperienza della mia vita e lì la mia vita è proprio cambiata. Correva l’anno accademico 2003-2004, ero una matricoletta, anzi, come dicono da noi, una matricolaccia, perché ci prendevo bene! Arrivato bello bello, mi credevo chissà chi, la maturità col massimo, un po’ la puzza al naso. Matricola sì ma pure un poco lecchino e arrampicatore, il tipico genietto che all’università va bene, ma fuori è meglio perderlo che trovarlo, insomma questo ero io.

Premessa: io mi sono sempre sentito gay e a darmi da fare ho cominciato pure molto presto. Andavo benissimo a scuola ma ne combinavo pure di tutti i colori. Ho trovato quasi per caso su un sito gay dei profili con foto di due ragazzi che avevo incontrato già a scuola, uno della centrale e uno della succursale. Non c’ho visto più! Altro che radar gay! Mi sono detto: questi non me li faccio scappare. Mi sono iscritto pure io a quella chat e ho fatto finta di essere un utente qualunque che voleva parlare con loro. Loro avevano tutti e due 19 anni, io ne avevo fatti appena 16, ma me li sono saputi gestire come si deve (sono uno psicologo nato!), insomma tempo un mese e tutti e due erano cotti di me, ma loro non sapevano né che avevo 16 anni, perché avevo detto che ne avevo 19, né che andavo alla scuola loro, però in chat, parlando con me si sono lasciati andare un pochetto. Io inizialmente pensavo che fossero due trucidoni e che ne avessero fatte di tutti i colori, cioè che di sesso ne sapessero cento volte più di me, ma non era così, erano uno più imbranato dell’altro. Non ci crederete ma non si conoscevano tra loro, il che significa che essendo iscritti alla stessa chat non avevano mai fatto una ricerca sulle foto degli altri utenti o semplicemente non si erano riconosciuti perché dato che andavano a scuola in sedi diverse si potevano essere incontrati solo all’assemblea. Su questi ragazzi io sentivo di avere il dominio più completo, praticamente il loro umore dipendeva da me, li avevo in pugno. Lo so che era una cosa un po’ viscida ma l’ho fatto. Ma ho fatto pure di peggio sono andato da quello che andava alla centrale dove andavo pure io, (tra l’altro un ragazzo pure piuttosto bello), e gli ho detto che dovevo dirgli una cosa importante, lui è rimasto perplesso, gli ho dato appuntamento dopo le lezioni, si vedeva che era palesemente impaurito. All’uscita l’ho affrontato e gli ho detto: “Mi sono innamorato di te! Ma proprio una cosa fortissima!” Lui cercava di tergiversare e di sgattaiolare, ma gli ho detto: “Io di te so tutto! So che sei gay!” È sbiancato. Poi ha capitolato e mi ha detto: “Ma chi te l’ha detto?” Gli ho risposto che me l’aveva detto un ragazzo di 19 anni che lo aveva conosciuto in chat e ho aggiunto che quel ragazzo (io nella mia seconda personalità) è uno di cui è bene non fidarsi. Perché considerasse vera la cosa ho aggiunto alcuni particolari che lui aveva raccontato in chat, era proprio terrorizzato, mi ha chiesto di non parlare con nessuno e io gli ho detto che di me si poteva fidare perché non ero mica come quello che aveva conosciuto in chat. Con questo ragazzo, date le premesse, si è creata una specie di complicità, lui aveva tre anni più di me ma dipendeva da me in tutto. La faccio breve. Sono riuscito a fare sesso con lui dopo meno di un mese, a forza di grandi promesse di amore eterno (lo so che sono un viscido seduttore). Lui da me non era spaventato, era veramente innamorato ma io invece no e mi sentivo solo contento per il potere che avevo su di lui, lo dominavo un po’ anche a livello sessuale perché non mi diceva mai di no. Dopo un altro mese è successo più o meno lo stesso con quello della succursale e io ho cominciato a fare sesso con due ragazzi, un giorno uno e un giorno l’altro. Io a quel tempo di queste cose mi sentivo fiero e pensavo che sarei stato capace di fare innamorare alla follia qualunque ragazzo. Il doppio gioco è andato avanti per quasi tre anni e in mezzo, ogni tanto, c’era anche qualche altro passatempo con qualche altro ragazzo. Questo è l’antefatto.

Con un passato da don Giovanni gay, beh per me l’università aveva la tipica attrattiva che una riserva africana ha per un cacciatore. Se a scuola ne gestivo due a quel modo all’università avrei spopolato. Più o meno per i primi due anni è successo così. Alla facoltà mia poi sono quasi tutti ragazzi, in sostanza facevo proprio come il cacciatore che si appende i trofei ma di questi ragazzi non mi importava nulla, una volta che ero riuscito a far fare loro quello che volevo non mi interessavano più, la partita l’avevo vinta e passavo al ragazzo successivo. Nei primi due anni di università ne ho conosciuti sei e tutti e sei mi sono caduti ai piedi e diciamo pure che li ho distrutti psicologicamente perché loro pensavano che io fossi innamorato. All’inizio del terzo anno, un giorno, mentre sto nel cortile interno, vicino alla fontana, vedo passare un ragazzo che mi fa proprio girare la testa. Mi dico: “Quello lo voglio!” Lo seguo, dai posti dove va capisco che è una matricola. Io che coi ragazzi ci giovavo mi sento in imbarazzo, non mi avvicino troppo, ma voglio saperne di più. Il ragazzo sta sempre solo, nessuna ragazza (ma da noi ce ne sono poche) e nessun amico, imparo i posti che frequenta e i suoi orari, sto sempre nei posti dove posso incontrarlo ma non ho il coraggio di fermarlo ma lui nota che lo seguo e mi fa un po’ perplesso: “Ma tu sei Giovanni?” gli dico: “No, mi chiamo Nicola, perché?” da li è cominciato un dialogo, prima molto formale: che corsi fai? Con chi? Poi piano piano ho cercato di stringere ma vedevo che la cosa non funzionava. Quando gli dicevo qualcosa dei miei esami e della mia media, che era molto alta, mi rispondeva in modo inatteso che lui invece non era mai stato un genio e il suo tempo lo dedicava alle cose che lo facevano stare veramente bene. Era stranissimo, era attento alle cose che dicevo ma nello stesso tempo era interessato solo in modo relativo. Io ho pensato: “Qui ho preso una toppa, questo è etero!” Però mi piaceva moto e cominciavo a pensare che in fondo avrei anche potuto fare la corte a un etero, tanto col mio fascino sarei riuscito a conquistarlo. Ragionamento sbagliato per due motivi: perché pensare di fare innamorare un etero non ha alcun senso e poi perché lui non era etero. Un giorno mentre gli sto appresso, forse un po’ troppo appiccicato, in mezzo a un discorso che non c’entrava nulla mi chiede: “Sei gay?” Beh, mi sono sentito nudo, gli ho detto. “Sì e tu?” e ha risposto: “Anche io”. Devo avere fatto una faccia contenta al punto che si è spaventato e mi ha detto: “Sei un bravo ragazzo, ma secondo me sei solo come un cane.” Mi sono sentito piccato e gli ho detto di tutte le mie conquiste e lui mi ha risposto: “E questo col volersi bene che c’entra?” La sua logica su queste cose non era la mia. Ma mi sono buttato e gli ho detto che mi ero innamorato di lui e mi ha risposto che lo aveva capito ma lui aveva già la sua vita affettiva. Ho cercato di fare domande per capire ma mi diceva: “No! Queste cose sono troppo private, sono mie e del mio ragazzo.” Da questo tipo di discorsi ero molto infastidito, ho cercato di prendere le distanze con gentilezza, ma dentro di me dicevo: “Ma chi si crede di essere questo str…!” Sono stato due giorni senza vederlo ma sono stato proprio da cani! Non ci sapevo stare senza di lui, lo desideravo proprio di brutto. Sono tornato da lui, l’ho supplicato, gli ho detto proprio che lo desideravo in modo pazzesco ma lui apriva le braccia, come per dire: è inutile che insisti. Ma era evidente che gli facevo pena. Dopo qualche giorno viene da me e mi dice: “Ci verresti a cena da noi?” Di istinto gli ho risposto: “No! Non se ne parla proprio!” Ma poi ci sono andato. Vivevano in un minuscolo appartamento di 35 metri quadrati, divano letto, tavolo, libreria, computer e basta. Il suo compagno aveva 28 anni (lui allora ne aveva 20) non sapevo darmi una ragione di una cosa del genere. Chiaramente non ho potuto chiedere nulla. Mi hanno accolto molto bene e hanno cercato di mantenere tra loro un comportamento che non mi mettesse in difficoltà. Dopo la cena mi hanno chiesto se potevano comportarsi un po’ più liberamente. Certo che potevano! Si sono seduti fianco a fianco sul divano tenendosi per mano, solo questo. Io li osservavo, quasi li studiavo, mi chiedevo se anche il loro fosse un modo di essere gay, mi dicevo; ”Ma questi da dove vengono?” Perché mi sembrava proprio che venissero dalla luna. Mi hanno fatto vedere le loro foto ed erano dolcissime; due ragazzi che si vogliono bene in modo tenerissimo. Prima di andare via sono riuscito a strappare la promessa di rivederci e una settimana dopo siamo andati fuori insieme la domenica. Il risultato è stato che adesso abbiamo formato una stranissimo terzetto. Loro sono una coppia a tutti gli affetti e io sono innamorato di loro, di tutti e due, proprio come coppia, so benissimo che la cosa sembra assurda ma è veramente una specie di simbiosi. Caro Project, ti potrà sembrare pazzesco, ma io li desidero entrambi e la mia fantasia erotica più insistente non è quella di fare l’amore con uno dei due, ma con tutti e due insieme. Pensando a questa cosa mi ci masturbo ma non mi sento frustrato e a loro l’ho pure detto. Mi piacerebbe essere coccolato come terzo, ma l’idea di mettere in crisi una coppia come quella non la digerisco proprio e in fondo non sarebbe nemmeno possibile e comunque non lo vorrei. Sono un caso patologico? Project, ti mando il mio contatto, ma prima di martedì sera non ci sono. Ovvio che, se vuoi, puoi pubblicare tutto (togli solo i riferimenti personali). Chissà che cose come quelle che capitano a me non capitino a qualche altro!

Caro Nicola,

la lettura della mail di Nicola mi porta a un’osservazione: fra l’antefatto e il fatto mi sembra che ci sia una differenza enorme che è proprio quella che distingue l’immaturità dalla maturità affettiva, cioè l’onestà nel dichiarare i propri sentimenti che in qualche modo è il segno del rispetto dell’altro. Caro Nicola, tu a scuola giocavi con in ragazzi senza nemmeno renderti conto che potevi creare veramente grossi problemi (e forse le hai creati), ma col ragazzo incontrato all’università e col suo compagno la chiarezza non è mai venuta meno, anche quella nel dichiarare un interesse sessuale che quando c’è c’è. C’è un aspetto che mi stupisce un po’ (anzi parecchio) in questa storia ed è il fatto che la coppia non teme di essere messa in crisi dall’intervento del terzo che in qualche modo viene integrato in una posizione di amico che ha anche esplicitamente dichiarato un interesse sessuale per i componenti della coppia stessa. Questo comportamento è quantomeno inusuale, perché all’interno di una coppia gay il timore di perdersi è comunque latente anche in coppie sperimentate e mi riesce difficile credere che una coppia gay possa accettare di buon grado l’amicizia di un terzo ragazzo da leggere anche in chiave sessuale. Una cosa mi fa riflettere: in genere l’intervento del terzo mette in crisi la coppia perché quel terzo si innamora di uno soltanto dei componenti della coppia e l’altro si sente escluso e per di più teme la perdita del suo compagno. Ma nel caso di questa storia è probabilmente l’equilibrio del terzo verso entrambi i componenti della coppia (non un Ti amo ma un Vi amo) a rendere possibile la sua integrazione in una posizione che comunque, per il terzo, almeno in teoria, appare difficile da accettare. Questa storia mi dà la chiara sensazione che in questioni di tipo affettivo non ha molto senso immaginare schemi e comportamenti tipo: sono solo gli individui che costituiscono l’essenziale di un rapporto. Ciò che tra A, B e C funziona benissimo, tra D, E ed F potrebbe essere inimmaginabile. A costruire gli affetti sono le persone e non le situazioni. Ti allego il mio contatto msn [omissis] e spero di sentirti presto.

Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogay.forumfree.net/?t=28559906

AMO UNA COPPIA GAYultima modifica: 2008-06-02T09:10:00+02:00da gayproject
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