UN AMORE GAY TORMENTATO

Se sei pronto, io posso pure cominciare, però fammi segno di quanto tempo mi resta… va bene, va bene, sì, possiamo cominciare anche subito. Vado?  … Ok… dai!

Sì, lo amo, certo che lo amo, ma non lo sopporto più… certe volte mi distrugge proprio, non so che dirti ma certe volte penso che siamo troppo diversi e che per me stare con lui è solo una tortura inutile… Ti giuro che ho fatto di tutto, ma fino al’incredibile… ma tanto non è servito a nulla. Forse è meglio che parto dall’inizio… ci siamo conosciuti all’estate romana al Circo Massimo a un concerto rock… io allora ero solo, Marco mi aveva mollato poco prima di Natale, io non avevo più cercato nessuno, avevo qualche amico e mi bastava, dopo la storia con Marco non mi volevo cacciare più in nessun pasticcio, un ragazzo che sta con un altro ragazzo che però sta con un altro ancora… no, di tutte queste cose non ne volevo più sapere e nemmeno di parenti… io non mi volevo integrare nella vita di nessuno, … cioè, se vuoi costruire una cosa con me, bene! Ma se io devo essere solo una comparsa nella tua vita, con tutti gli annessi e connessi… no! Sto meglio solo! E così avevo fatto, a me gli impicci troppo complicati non mi piacciono proprio… e stavo bene… non mi mancava nulla… poi vado all’estate romana al Circo Massimo… un casino infernale… stavo sotto il palco, seduto per terra. C’era uno arrampicato sopra la parte alta del palco, poi è scivolato ed è rimasto appeso per le braccia, non era altissimo, un metro o un metro e mezzo sopra di me… mi ha detto “per favore acchiappami!” e s’è buttato e m’è cascato tra le braccia, per un attimo, ma ci siamo proprio abbracciati… e ci siamo anche toccati guancia contro guancia e aveva una bellissima guancia con un minimo di barba non rasata che si sentiva… poi s’è scusato e abbiamo fatto le presentazioni… Io pensavo che stesse lì con qualcuno e invece era solo, non era bellissimo ma aveva un bel sorriso, per me non è stato il tipico colpo di fulmine… abbiamo parlato un po’, ma poco perché è cominciato il concetto e c’era una volume di musica altissimo… poi, dopo due ore mi ha detto che aveva bisogno di trovare un bagno… adesso io non so se tu sai come sono i bagni in queste maxi-manifestazioni… insomma, dopo un po’ non ci puoi nemmeno entrare perché è tutto sporco e c’è una fila terribile… insomma, noi ce ne siamo andati a cercare il bagno mentre ancora c’era il concerto… ma non ci si poteva entrare… e mi ha detto: “Ma scusa, un muro va bene lo stesso…” abbiamo girato un po’ per trovare un posto un po’ riparato, io lo seguivo quasi meccanicamente, poi mi ha detto: “Lì!” ci siamo accostati al muro tutti e due, uno a fianco all’altro, e abbiamo fatto quello che dovevamo fare ma la cosa non è finita lì… insomma, non insisto sui dettagli, ma dalle battute e dagli apprezzamenti, dato che il clima sembrava quanto mai adatto ad andare avanti, siamo passati gradualmente alle domande più dirette… insomma, sembrava che reagisse non proprio da etero… io gli ho chiesto: “Ma sei gay?”… Lui mi ha risposto: “Da che cosa l’hai capto?” poi ci siamo guardati in faccia e ci siamo messi a ridere… che ti dico, oramai il cervello se ne andava per conto suo, e non solo il cervello… adesso lo guadavo proprio con un altro interesse… insomma abbiamo piantato lì il concerto e ce ne siamo andati in giro per Roma… Non capita spesso di trovare un ragazzo gay, diciamo così, normale, senza paranoie, a un concerto… cioè un ragazzo qualunque che è gay, non un gay di professione… questo mi piaceva di lui, abbiamo parlato di tutto, non solo di sesso… era gradevole, proprio un bravo ragazzo, educato, tranquillo, ma pure pronto a scherzare e a giocare, a ridere… insomma io ci stavo proprio bene. Io allora vivevo per conto mio in un micro-appartamento al Testaccio, l’ho invitato ma mi ha detto che non poteva venire e che, se volevo, ci si sarebbe potuti vedere l’indomani, anche a casa mia, ve la cosa stava bene a me. Io avrei voluto portarmelo a casa subito ma non ho potuto e ho dovuto aspettare l’indomani. L’indomani, quello che è successo non te lo posso raccontare ma te lo puoi immaginare… nel sesso era travolgente, una cosa bellissima, praticamente con lui ho vissuto le cose più belle da quel punto di vista… il sesso era la sua arte sublime. Vabbe’… il giorno appresso volevo che lo passasse con me ma non ha voluto, l’ho supplicato ma non ha voluto, ci siamo rivisti solo il sabato successivo… un’altra notte meravigliosa… ma dopo quelle nottate mi restava un senso di insoddisfazione profonda, non c’era dialogo vero, non sapevo nulla di lui e lui non mi diceva nulla… spariva per un po’ di giorni senza darmi nessuna spiegazione, poi ritornava, passavamo insieme una notte folle di sesso e poi una pausa anche di una settimana, provavo a chiamarlo ma il cellulare mi mandava in segreteria e lui dopo non mi richiamava mai… mi sentivo disperato… a un ceto punto l’ho affrontato di brutto perché la cosa non la sopportavo più e mi è arrivata una doccia fredda terribile… perché io ne ero innamorato veramente. Mi ha detto che non mi amava, che gli piaceva fare sesso con me ma che la cosa lo soddisfaceva a metà e aveva anche bisogno di stare con altri ragazzi, mi ha detto che ne aveva altri due e che aveva rapporti anche con loro e che non amava nemmeno loro ma che ne era dipendente dal punto di vista del sesso. Io sono caduto dalle nuvole, lo guardavo come se mi stesse raccontando una storia assurda che non mi interessava affatto, poi mi è scattata una molla dentro, una molla violenta e l’ho picchiato, ma l’ho picchiato di brutto con tutta la forza che mi sentivo in corpo e lui, che è più forte di me, non ha reagito e si è fatto picchiare di brutto, poi io mi sono pentito di quello che stavo facendo e gli ho chiesto scusa e lui mi ha detto che avevo fatto bene, che lui era solo un pezzo di m… e che lui non aveva mai trovato nessuno che avesse reagito come avevo fatto io… Insomma è stata la prima volta che siamo riusciti a parlare un po’ in modo serio… lui ha la fissa del sesso, io un po’ l’avevo capito ma non fino questo punto… ha la necessità di sfogarsi… sotto certi aspetti lo posso pure capire ma io una cosa del genere non la sopporto: vuoi stare con me? Ti do pure l’anima, ma non devi fare il cretino! … e lui ci provava a non fare il cretino… io lo so che ci provava a non fare il cretino, ma poi non gli riusciva… e dopo veniva da me a dirmi quello che aveva combinato e pretendeva di fare l’amore con me, io lo avrei ammazzato, perché mi sembrava che mi stesse prenendo per i fondelli… ma quando gli dicevo di no ci restava malissimo, si disperava proprio e mi diceva che io ero un disgraziato e che a capirlo non ci provavo nemmeno… io a vederlo così non ci reggevo e finivamo a letto insieme, ma io avevo una paura terribile dell’aids e cercavo di prendere tutte le precauzioni possibili e lui non capiva il perché. Una volta l’ho proprio picchiato di brutto perché l’ho beccato che se ne andava in posti malfamati… insomma hai capito… l’ho riportato a casa di forza e l’ho picchiato malamente… questa volta ha reagito male e abbiamo quasi distrutto casa ma io non l’ho fatto uscire, ho chiuso la porta a chiave dall’interno e ho nascosto la chiave, lui ha preso a calci la porta e l’ha mezza sfondata, ma io l’ho fatto nero! Gli ho detto: se ci riprovi non mi vedi più! Io non sopporto che tu butti via la vita come un deficiente! … vabbe’, che ti dico, adesso sono quasi 10 mesi che stiamo insieme, un po’ è cambiato, ma non tanto, ed è la mia disperazione… certe volte lo strozzerei per quello che combina ma credo che ormai senza di lui non saprei vivere. Non avevo mai pensato che per volersi bene ci fosse bisogno di picchiarsi in modo violento, ma per me è stato così… io adesso aspetto, spero che cambi… che succederà non lo so…  lo amo, sì è vero… ma è anche la mia disperazione…

Ok! Ferma! Abbiamo finito… mi sa che è venuta una boiata pazzesca…

 

[testo di conversazione registrato il 30 Maggio 2007]

UN AMORE GAY TORMENTATOultima modifica: 2007-11-15T15:15:00+01:00da gayproject
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5 pensieri su “UN AMORE GAY TORMENTATO

  1. Sai, credo che sia una un’esigenza farsi picchiare, in certi casi, quando si cerca un punto di riferimento, un equilibrio, una punizione può avere la stessa importanza di un gesto d’amore. Quando non si hanno più quei freni e la libertà della solitudine ti ha reso schiavo del nulla, uno schiaffo può riportarti in quel mondo bellissimo fatto di regole e condoni, dove l’amore è anche sacrificio e non ti annoierà ancora. Ho vissuto per alcuni mesi a Tunisi, vivevo in casa con un mio amico gay italiano. Lui stava insieme a un ragazzo tunisino, il quale lo picchiava quasi ogni giorno, per motivi spesso inesistenti. A volte sono stato coivolto perchè non potevo permettere che spezzasse le ossa al mio amico; gli aveva già rotto il naso, e io ero l’unica persona che avrebbe potuto proteggerlo, e ormai ne avevo anche la responsabilità. Un giorno ho dovuto picchiare il ragazzo del mio amico perchè quella sera sembrava che volesse ucciderlo, e io ho perso la ragione. Alla fine, capiì che era il loro modo di amarsi; più volte avevo consigliato al mio amico di lasciarlo perchè era assurdo il loro rapporto, ma sai, dopo ogni baruffa si passavano il ghiaccio a vicenda sui lividi, mi sono sembrati teneri, e ho pensato, ma si, che si amino!

  2. Che storia particolare,non ne avevo mai sentite del genere…
    secondo me però in questo caso sarà difficile arrivare alla monogamia assoluta perchè se le cose non sono cambiate all’inizio del rapporto è difficile che migliorino una volta che la storia si è consolidata.
    Se puoi accettare tutto ciò amalo comunque,se però cerchi un rapporto esclusivo forse non dovresti illuderti più di tanto…
    questa comunque è la mia umile opinione.

  3. Sarò all’antica…. non so.

    Salvo e distillato parlano comunque di amore ed io concordo con loro in parte.

    Forse il punto è amore e rispetto.

    Rispetto per se stessi.

    Preciso non orgoglio ma semplice rispetto.

    IO posso anche amare una persona che on mi ama , ma mi rispetto.

    IO vedo ancora l’amore come quello delle favole. Magari non è eterno, magari non finisce con “tutti vissero felici e contenti” Ma c’è un periodo, dicia,mo relativamente lungo-breve, in cui ci si guarda negli occhi e non si dice nulla.

    In cui frasi, sesso, parole, gesti ed altro passano in secondo luogo.

    IN cui ci si guarda negli occhi e ci si senti completi.

    IN cui ci si guarda negli occhi e si comprende la complemntarità con il mondo esterno.

    In cui ci si guarda negli occhi e si sente da far parte di un unico medesimo progetto.

    Non riuscirei ad amare senza guardare negli occhi.

    La violenza non la sopporto, non la sopporto in ogni sua forma. Nelle mie personali esperienze, non ne ho mai usata ne ne sono stato vittima.

    Non giudico, per carità sono l’ultima persona a potersi permettere di farlo.

    Ma potrei anche condividere il mio amore, forse, ma la violenza no.

    Scusatemi io non la comprendo.

    Sarà che ne ho subita troppa fisicamente da ragazzo. I miei non andavano tanto per il sottile.

    Ne psicologicamente ne fisicamente.

    Sarà per questo. Non sò. Ma l’ho abolita in ogni sua forma. In ogni sua sfumatura. Sicuramente non sono un santo. Probabilmente l’avrò pure usata nei confronti di qualcuno ma regalatemi l’attenuante dell’involontarietà o dell’idiozia.

    A presto

    Javier

  4. E’ chiaro comunque che anche dal mio punto di vista la violenza è un elemento sbagliato,però in un contesto come questo ha una certa valenza…mica si parla di un massacro poi!
    Però forse sono io che ho una concezione del romanticismo abbastanza personale e poco classica…boh.

  5. Magari arrivasse qualcuno per darmi un bel ceffone, proprio per farmi capire che non siamo soli! Ma l’educazione e il dover essere persone civili ci hanno resi indifferenti. Siamo soli.
    Non è un incoraggiamento alla violenza.

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