RIFLESSIONI DI UN VECCHIO GAY SOLO

La vita di uno vecchio, gay o quello che vi pare è voi, è una cosa brutta. Io di anni ne ho 71, grazie a Dio ancora mi reggo in piedi ma sto solo e faccio tutto da me, questo blog mi tiene un poco di compagnia e vedo che ci stanno tanti ragazzi che partecipano e la cosa fa piacere, ma la vita mia non sta tutta su internet, che anzi dopo che ho cominciato a usare il computer un poco le cose sono state meno nere. I guai miei sono prima di tutto fisici, ma non sono guai di gay ma sono cose di vecchi, anche se i vecchi che non sono soli almeno una mano di aiuto da qualcuno se la possono aspettare. Io c’ho certi dolori che la mattina non mi poso nemmeno alzare ma mi devo alzare per forza e devo fare tutto da solo dentro casa e certe volte mi gira a testa che mi sembra che posso cadere per terra e certe volte non riesco ad alzarmi dalla sedia e poi devo cucinare, lavare un po’ di roba, insomma devo fare tutti i lavori di casa… ma a cosa peggiore è andare a fare la spesa. Io vivo in una grande città e dove sto io negozi non ce ne sono, e devo andare per forza al supermercato, io ancora ho la patente e la macchina la porto, ma quando devo andare a fare la spesa è una tortura… devo prendere la macchina che sta parcheggiata lontanissima da casa, poi devo andare al supermercato devo tornare indietro e non c’è mai il parcheggio e mi devo portare a casa tutta la spesa, mi sono fatto il carrellino per la spesa, ma pure così pesa… e poi a casa a sistemare tutto, per uno giovane è una cosa da niente ma per me no… mi viene un po’ di affanno e mi fanno male le mani, le braccia, mi tremano le gambe… insomma quando arrivo a casa mi devo mettere sul letto almeno per un’ora… stamattina sono andato a fare la spesa e avevo un mal di testa che non ci potevo stare, alla cassa c’era un bel ragazzo, io le casse le scelgo così, è una cosa stupida, per carità… ma perché mi devo togliere pure questo? Insomma arriva il turno mio, quello comincia a fare il conto ma c’era della frutta che io non avevo pesato e lui m’ha detto che la dovevo andare a pesare e io ci sono andato di corsa perché la gente sbuffava perché doveva aspettare, ma m’è venuto il fiatone… insomma, quello mi ha detto quanto gli dovevo dare, erano 58 euro e gliene ho dati 70, poi s’è distratto perché una signora ha fatto cadere una bottiglia di olio e mi ha dato gli scontrini ma il resto non ne l’ha dato… io non mi ricordavo bene e non ho detto niente… e poi la gente borbottava perché a mettere la roba nelle busta ci mettevo troppo tempo… fatto sta che me ne sono andato a c’ho rimesso 12 euro! Io soldi da buttare dalla finestra non ne ho ma non mi sono sentito di fare storie… un vecchio c’ha sempre torto… e me ne sono tornato a casa, quando ho finito di portare su la roba e sono riuscito a parcheggiare la macchia, non mi reggevo letteralmente in piedi… Tu mi potresti dire: ma queste sono cose che succedono a tutti i vecchi… ma non è vero… quelli che i figli ce l’hanno non stanno come sto io… io sopravvivo…e finché va avanti così pure pure si può ancora campare… ma gli anni passano. Ho letto la storia di quegli altri due vecchi gay che vivono insieme, quelli hanno paura della vedovanza e fanno bene ad averne paura perché dopo uno di loro dovrà fare la vita che faccio io adesso, però loro almeno una vita vera ce l’hanno avuta. Io non l’ho avuta proprio. Loro sono un’eccezione. Ai tempi nostri vedevi le coppie gay? Ma quando mai! Loro sì… ne hanno passate tante ma almeno hanno vissuto, io fino a 65 anni ho assistito mio padre che ne aveva più di 90 e poi sono rimasto solo… Ma se è andata a finire così la colpa è la mia perché quando ero giovane mi sono messo il paraocchi e ho fatto finta di non capire. Adesso, magari in quattro parole, ma ve lo devo spiegare. Da ragazzo io ero molto di chiesa… ma perchè? Perchè io sotto sotto mi sentivo in colpa di essere gay… allora internet non ci stava e io di sesso non ne potevo parlare con nessuno e io ho cercato di fare di tutto per reprimermi e per smettere di essere gay, come se fosse una cosa possibile… ma io allora non capivo niente… allora i blog come questo non esistevano e i preti ti facevano il lavaggio del cervello e a  me me l’hanno fatto. Ho vissuto di angoscia e di ossessioni che oggi possono sembrare ridicole, la parola “purezza” m’ha ossessionato per anni… io come stavano veramente le cose l’ho capito quando c’avevo più di quarant’anni e oramai era tardi per cambiare strada. Io una cosa la vorrei dire ai ragazzi di oggi: non perdete tempo! Non fate finta che le cose si aggiustino da sole! Nessuno vi darà una mano! Cercate di non rimanere soli! Non è una questione di sesso, è una questione di disperazione… se state soli e diventate vecchi come me vi rendete conto di che cosa significa… perché a me non mi aiuta nessuno. Alla vecchiaia pensateci… arriva molto più presto di quanto potete credere e se state soli la vecchiaia è brutta, bruttissima… Adesso una cosa la vorrei dire a gayproject: tu stai facendo una cosa buona non solo per i ragazzi gay ma pure per i vecchi, perché quando leggo questo blog un poco mi consola. Non avrei mai pensato di mandare un messaggio come questo, però l’ho fatto… Diglielo sempre a questi ragazzi che la vita non la buttino via! E che stare soli al mondo è una cosa bruttissima!

RIFLESSIONI DI UN VECCHIO GAY SOLOultima modifica: 2007-10-14T13:54:48+02:00da gayproject
Reposta per primo quest’articolo

2 pensieri su “RIFLESSIONI DI UN VECCHIO GAY SOLO

  1. Ho quasi l’età del Signore che ha scritto questa lettera, che si definisce gay, e racconta la sua solitudine. Complimenti a lui per la sua sincerità. Probabilmente è stato uno sfogo necessario ma immagino la sua difficoltà a parlare di sè publicamente dato il periodo della sua formazione. Quando io ero un ragazzo non si nominava neppure la parola omosessualità. Detto questo io ho una storia completamente diversa, si direbbe molto fortunata. Ma credo anche di avere costruito questa mia fortuna per il mio amore verso la vita, nonostante i dolori subiti (come tutti), la mia tenacia e la mia disponibilità verso gli altri. Non voglio dire che “io sono migliore”, me ne guardo bene. Molto bella e giusta la sua espressione “…questi ragazzi che la vita non la buttino via!”. Aggiungerei che abbiamo un unica vita da spendere, a meno che non ci si senta buddista per esempio, ed è necessarissimo essere profondamente sinceri verso sè stessi. Un giovane (e purtroppo anche degli adulti) non si rende conto che ciascun essere umano è diverso da tutti gli altri e cioè originale. Non è meglio questa propria originalità rispetto ad essere una brutta fotocopia di qualcuno famoso? La mia fortuna è stato di aver intuito questo da giovane. Grazie per la Vostra pazienza e un abbraccio rispettoso Gian Carlo

  2. Ho quasi l’età del Signore che ha scritto questa lettera, che si definisce gay, e racconta la sua solitudine. Complimenti a lui per la sua sincerità. Probabilmente è stato uno sfogo necessario ma immagino la sua difficoltà a parlare di sè publicamente dato il periodo della sua formazione. Quando io ero un ragazzo non si nominava neppure la parola omosessualità. Detto questo io ho una storia completamente diversa, si direbbe molto fortunata. Ma credo anche di avere costruito questa mia fortuna per il mio amore verso la vita, nonostante i dolori subiti (come tutti), la mia tenacia e la mia disponibilità verso gli altri. Non voglio dire che “io sono migliore”, me ne guardo bene. Molto bella e giusta la sua espressione “…questi ragazzi che la vita non la buttino via!”. Aggiungerei che abbiamo un unica vita da spendere, a meno che non ci si senta buddista per esempio, ed è necessarissimo essere profondamente sinceri verso sè stessi. Un giovane (e purtroppo anche degli adulti) non si rende conto che ciascun essere umano è diverso da tutti gli altri e cioè originale. Non è meglio questa propria originalità rispetto ad essere una brutta fotocopia di qualcuno famoso? La mia fortuna è stato di aver intuito questo da giovane. Grazie per la Vostra pazienza e un abbraccio rispettoso Gian Carlo

I commenti sono chiusi.