GAY E SENSO DEL LIMITE

Parlando con tanti gay, ragazzi e non solo, ho avvertito spesso, e sarei portato a dire sempre, quanto sulla coscienza di queste persone pesi il senso del limite, quanto pesi cioè la mancanza di libertà. Misuro queste cose su me stesso e le sento pesanti. Avere amici con quali un discorso aperto non è possibile, sentirsi accettati ma non per quello che si è, doversi nascondere continuamente, dover evitare certi argomenti, fingere disinteresse a discorsi che invece sentiamo importanti… tutto questo è il senso del limite. Di fronte a queste cose ci sono due atteggiamenti estremi: fare un coming out generalizzato oppure convivere col senso del limite. Io ho seguito la seconda via e quando penso alla prima la vedo come un’ipotesi forse liberatoria ma assolutamente irrealistica e in sostanza distruttiva del mondo in cui vivo, tra l’altro senza che sia apra nessuna ipotesi alternativa. La sensazione di sentirmi nel mio mondo, per me, è assolutamente eccezionale, nel 99,9% dei casi domina invece il senso del limite. Chi legge questo blog e non ci è capitato per caso può capire esattamente di che cosa sto parlando. Non mi sento perseguitato, non è questo il problema, piuttosto non mi sento libero e probabilmente non si sentono liberi nemmeno quelli che leggono questo blog, sul quale, a parte i commenti di Distillato, che costituiscono una graditissima costante (un po’ l’anima di questo blog), non esistono praticamente altri commenti, anche se dalle statistiche si evince che non solo i lettori sono moltissimi ma restano parecchio tempo su questo blog. Anche nei confronti di questo blog si avverte il senso del limite, il senso della prudenza, la volontà di leggere senza scrivere, di rimanere al coperto, di non esporsi. Conosco bene queste cose, sono un’espressione tipica del senso del limite che i gay si portano sempre appresso… Ma è ora di prepararsi per andare al lavoro.

GAY E SENSO DEL LIMITEultima modifica: 2007-10-04T07:06:08+02:00da gayproject
Reposta per primo quest’articolo