DISAGIO GAY E COMING OUT

Ho letto l’intervento di M.T. è mi sono detto: finalmente c’è uno che comincia a dire le cose come stanno, perché a me tutte le altre storie onestamente non piacciono, cioè le sento false, che ne so, non false ma una cosa che non capisco bene che cosa significhi. M.T. è un’altra cosa. E io, se posso, vorrei rincarare la dose, gayproject se vuole può anche tagliare tutto ma io ci provo. Io di anni ne ho quasi venti e le mie esperienze più brutte le ho fatte dopo il coming out. Prima avevo problemi molto simili a quelli di M.T., è per questo che mi sono ritrovato nel suo post, poi ho cominciato a leggere a destra e a manca del coming out come se fosse l’unica cosa che mi poteva dare la felicità, e io ci credevo e mi dispiaceva moltissimo di non trovare il coraggio di farlo, ma c’ho combattuto tantissimo, avevo proprio dei problemi di coscienza fortissimi perché c’era pure un motivo concreto. Mi ero innamorato più o meno un anno fa di un ragazzo, che qui chiamerò Andrea, che frequentava la mia scuola, non era della mia classe ma mi piaceva moltissimo. Quando mi capitava di passargli vicino mi sentivo a disagio, proprio una cosa quasi fisica. Dopo qualche mese lui si deve essere accorto di me ed è venuto lui da me per chiacchierare un po’ con me perché prima avevamo cominciato a salutarci sia a scuola che fuori e scambiare qualche sorriso anche se non dicevamo mai una parola. Insomma, viene da me, io non so che dire, sto in imbarazzo tremendo e anche lui. Abbiamo chiacchierato dei professori suoi e dei miei e di cose del genere. Io in quella situazione ci stavo benissimo, Andrea era un sogno, un ragazzo dolcissimo, quando ha cominciato a parlarmi di sesso e di ragazze la cosa non è stata affatto una mazzata terribile, in un certo senso lo sapevo da sempre e non avevo mai pensato seriamente che Andrea fosse gay. Il fatto è che siamo diventati amici e molto amici, amici “etero” naturalmente ma amici intimi, ci dicevamo tutto, nel senso che lui mi diceva tutto veramente e io facevo finta di dirgli tutto e gli raccontavo un sacco di bugie e la cosa mi bruciava, mi sentivo un imbroglione che sta approfittando della situazione, e non basta. Andrea mi ha pure proposto di andare in palestra insieme, lui si spogliava completamente davanti a me mentre io non l’ho mai fatto e continuava a parlare con la massima naturalezza. Io ero in imbarazzo tremendo sia a livello psicologico che a livello fisico e potete capire perché. Queste cose erano molto eccitanti ma io ero pienamente cosciente che stavo approfittando vergognosamente della confidenza di Andrea e questo fatto mi teneva in uno stato di doppia coscienza, volevo andare con lui in palestra ma sapevo che non ci dovevo andare e mi sentivo un ladro. Voi potete capire che in una situazione simile una scelta onesta è difficilissima, ma io l’ho fatta, una prima volta quando Andrea è andato in palestra io sono rimasto a casa e non vi potete immaginare con quale senso di frustrazione, poi sono tornato in palestra con lui un’altra volta ma la sensazione di schifo di me stesso è stata così forte che non ci sono andato più. Ad Andrea ho detto che non avevo tempo e lui non ha fatto troppe domande. Moralmente mi sentivo sollevato ma certe cose mi mancavano tantissimo. Il rapporto con Andrea aveva perso l’attrattiva della nudità ma continuava lo stesso e, voglio dire, ammesso e non concesso che Andrea avesse mai pensato che io fossi gay, il fatto che non sono più andato con lui in palestra gli deve aver tolto completamente l’idea dalla testa, quindi ora si fidava di me al 200%. Mi raccontava tutto, passavamo tutti i pomeriggi insieme, mi presentava alle sue amiche, mi trattava con affetto e io gli volevo bene, che fosse etero non mi importava nulla, lui mi voleva bene e io pure, non c’era sesso ma si stava bene lo stesso. Però per me la situazione era più complicata. Io ho sempre cercato di mettere la libertà e l’onestà al primo posto e mi sono sempre detto che con la persona che si ama un rapporto di onestà e di chiarezza reciproca è indispensabile, ma questa onestà e questa chiarezza da parte mia nel rapporto con Andrea non c’era affatto, io in sostanza ero un ladro che stava rubando l’affetto di Andrea spacciandosi per quello che non è. Ecco, adesso avete capito perché l’idea del coming out aveva per me un’ipostanza tutta speciale, per me significava essere onesto fino in fondo e farla finita con il fatto di imbrogliare Andrea. Insomma alla fine l’ho fatto, prima a scuola dove è successo un macello, ufficialmente le reazioni sono state poche, anche se ormai tutti sapevano, perché le notizie di questo genere volano, mi ha chiamato il preside e mi ha chiesto di “stare tranquillo”, non nel senso che io dovevo tranquillizzarmi ma nel senso che non dovevo provocare problemi, disordini o cose del genere. Poi alcuni compagni str… sono andati a chiedere che io non facessi educazione fisica con loro, sembra assurdo ma è così, la cosa mi faceva rabbia, ma il preside ha lasciato le cose come stavano, con il risultato che alle lezioni di educazione fisica, in pratica, ci venivano solo le ragazze. A casa poi, apriti cielo! “Tu non lo devi dire a nessuno!” ecc. ecc. e invece io ormai l’avevo detto a tutti. Nei primi gironi la solidarietà degli amici mi è sembrata vera ma poi, giorno dopo giorno hanno cominciato a defilarsi e me ne sono rimasti solo due, tra l’altro di quelli sui quali non avrei mai scommesso una lira, eppure loro non si sono squagliati! E adesso vengo al punto chiave: Andrea. Andrea mi ha congelato con lo sguardo e mi ha detto che avevo approfittato di lui in modo indecente, mi ha trattato come se fossi il più viscido dei vermi, buttandomi in faccia tutto il veleno che aveva dentro. Non so che pensare, forse ha avuto al sensazione di essere stato quasi violentato da me. Fatto sta che mi ha mollato ed è sparito. Poi dicono che essere onesti premia ma non è così, forse premia all’altro mondo ma qui no. Onestamente mi sono pentito moltissimo di avere fatto il coming out e non consiglierei a nessuno di fare un’esperienza come la mia, però una cosa mi è rimasta di tutta questa storia, io, alla fine, nel confronti di Andrea ho trovato il coraggio di essere onesto fino in fondo anche se ne ho ricevuto solo calci in faccia e lui non solo non l’ha apprezzato ma mi ha rinfacciato di non avergli detto tutto subito, come se fosse una cosa così semplice. Ma adesso io mi sento pulito e lui, se ci ripenserà si sentirà un verme perché ha trattato me come un verme. Ragazzi, prima di fare il vostro coming out usate il cervello e non fidatevi di nessuno!  

DISAGIO GAY E COMING OUTultima modifica: 2007-09-11T16:35:00+02:00da gayproject
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