Ho letto il post sulla solitudine avevo dato un’occhiata anche a qualche altro post ma adesso, scusate, però una risposta un po’ tagliente al ragazzo che ha scritto il post sulla solitudine gliela voglio dare. Pure io sono convinto che la solitudine sia la cosa più tragica per un ragazzo gay, ma la mia esperienza è stata diversa e terribile e vale la pena che io la racconti qui. Io adesso ho appena compiuto 21 anni, quindi ho la tua stessa età e la mia vita è stata una cosa meravigliosa per un periodo. Ho conosciuto un ragazzo della mia età che si chiamava Roberto, lui era venuto nella mia classe in quarto scientifico, era un ragazzo meraviglioso, lui non voleva dire che era bellissimo ma io l’ho sempre visto come il più bello del mondo… faccio una premessa, uso il passato, ma Roberto non è morto, è vivo e vegeto, ma di questo vi dirò tra poco. Insomma avevamo tutti e due 17 anni, due tipi schivi, un po’ i tipici bravi ragazzi, molta gentilezza, molto impegno nello studio e qui è verissimo, molta solitudine, una solitudine da disperazione. A scuola il pomeriggio era aperto ma non c’era quasi nessuno, c’erano i corsi di recupero di inizio anno ma in pratica non c’era nessuno. Io non sapevo dove andare e per non stare a casa con i miei me ne andavo a scuola e dicevo ai miei che c’era il corso di recupero ma io non ci dovevo andare. Insomma me ne andavo lì, era bello, c’era un cortile aperto con qualche albero e molto sole, mi mettevo lì seduto sui gradini a pensare o a cercare di non pensare, non lo so… e ci stavo finché non mandavano via tutti verso le sei e chiudevano il portone. Un pomeriggio non sono proprio tornato a casa, non mi andava proprio, ho telefonato e ho detto che c’era il corso e sono rimasto lì. La scuola era cominciata da poco, io e Roberto non ci conoscevamo proprio, era un bel ragazzo e questo non mi era indifferente e l’idea che mi sarebbe piaciuto prendere contatto con lui mi farneticava per la testa ma ancora in modo molto remoto. Insomma, mentre sto seduto sugli scalini del cortile di scuola mi vedo davanti Roberto che mi chiede se si può sedere vicino a me. Gli dico: “Certo”, ecco, è cominciato tutto così. Erano le due e siamo andati via solo alla sei, quando ci hanno proprio cacciato. Siamo stati a parlare di tutto, di scuola, di calcio, di politica, di quello che volete voi, ma mai di ragazze e si stava bene, si stava maledettamente bene. Io non lo so se vi è mai capitato di sentirvi in una situazione che vi piace tantissimo e avete paura che il tempo passi e che la cosa possa finire… a me succedeva così, non so come vedevo Roberto in quel momento, se lo vedevo come un amico, come l’amico speciale, ma era una cosa meravigliosa, mi stava a sentire mi rispondeva in un modo dolcissimo cercando di dirmi cose belle che io volevo sentire. Roberto in un pomeriggio era diventato il centro della mia vita, io non pensavo a niente altro, ero angosciato dall’idea che quello che era successo potesse essere stato una pura combinazione e che potesse non ripetersi mai più ma non è stato così, ci siamo visti i pomeriggi a scuola per più di un mese, non andavamo nemmeno a casa, dopo la scuola il tempo era tutto per noi. Io devo abbreviare ma si tratta di cose che quando me le ricordo mi fanno venire i brividi, praticamente dopo un mese sapevamo tutto l’uno dell’altro ma io l’angoscia del coming out non l’ho provata proprio, è stata una cosa reciproca e di una dolcezza tale che non credo proverò mai niente di simile. Noi non ci baciavano a scuola, figurati se si potevano pensare cose simili… in effetti non c’era nessuno e si sarebbe pure potuto fare ma non ce n’era bisogno, era tutto sublimato in modo incredibile ma l’amore c’era, c’era eccome, era una cosa meravigliosa, era una cosa profondissima, perché quando un’emozione fisica, ma usiamo pure la parola, quando un’mozione sessuale è condivisa è una cosa meravigliosa. Di lui mi piaceva tutto: la voce, il modo mai aggressivo di rispondere, il tono basso. Insomma da novembre alla fine di febbraio è stato per me il paradiso, poi, da un giorno all’altro, Roberto è sparito, il primo giorno che non è venuto a scuola ci sono rimasto malissimo, ci dovevamo vedere nel pomeriggio come al solito ma non è venuto e non mi ha avvisato, cosa che Roberto non avrebbe mai fatto, l’ho chiamato io ma non ha risposto e l’ho chiamato tantissime volte, poi ho provato a chiamarlo a casa, generalmente quando lo chiamavo a casa mi rispondeva la madre quindi io evitavo di usare il numero di casa ma allora ho dovuto e chiamarlo a casa mi è costato moltissimo, ma l’ho fatto, ma non ha riposto nessuno. Sono caduto nell’angoscia più nera perché non è venuto a scuola nemmeno l’indomani e nessuno ha più risposto al telefono. Mi sentivo la disperazione dentro, mi mettevo a piangere e non sapevo che fare, mi chiedevo che cosa fosse successo ma non lo sapevo, poi ho chiesto ai professori, quasi tutti hanno detto che non ne sapevano nulla ma il prof. di Italiano qualcosa sapeva, ha cercato di far finta di nulla ma qualcosa sapeva, io ero così disperato che non sapevo che fare e ho fatto un gesto che non avrei mai fatto in nessun’altra situazione, ho detto al prof. di Italiano che ero innamorato di Roberto e che ero disperato, la risposta è stata completamente diversa da quella che mi aspettavo, il professore era perplesso, non sapeva che fare, poi mi ha chiesto: “Ma come può essere che tu non sai perché?”, gli ho detto che non lo sapevo e mi ha risposto che il motivo ero proprio io. Il professore aveva paura di parlare con me perché era tenuto al segreto, ma io l’ho scongiurato di dirmi quello che sapeva e ho giurato sulla mia testa che non lo avrei mai messo in difficoltà e il prof. mi ha detto che i genitori dovevano avere scoperto la cosa e avevano deciso di andarsene via dalla città insieme con Roberto per portarlo in un’altra scuola da qualche altra parte, da quello che il prof. sapeva, la famiglia di Roberto aveva mollato tutto per stringersi intorno a lui ma per stringersi come una morsa e per stritolarlo. Il professore non sapeva altro, me lo ha giurato e io gli credo e tra noi dopo c’è stato un rapporto di rispetto che non mi sarei mai immaginato, ma questo è secondario. Roberto se l’erano portato via. Il padre e la madre di Roberto hanno rovinato la felicità mia e quella del figlio e io li odio, non poso fare a meno di odiarli perché hanno fatto la cosa più assurda che si potesse fare e forse odio anche Roberto, perché è stato debole, perché non lo potevano legare e se voleva aveva una possibilità di fare quello che voleva e invece non l’ha fatto, si è comportato come un vigliacco e io questo da lui non me lo sarei mai immaginato. Io ho cercato di trovare tracce per capire dove fosse andato a finire, a scuola è stato impossibile, hanno rispettato la legge alla lettera e non c’è stato verso, e probabilmente anche loro sapevano di me e di Roberto. Ho sperato tantissimo che scappasse, dovunque lo avessero portato, ma non l’ho più sentito e poi lui non usava internet e dopo una storia simile i genitori possono avergli tolto pure il computer. Poi mi sono fatto un’illusione, mi sono detto che dopo aver compiuto 18 anni Roberto sarebbe tornato da me, ho aspettato la data come uno che c’ha la disperazione dentro, la data è passata ma non è successo nulla e non è successo nulla nemmeno dopo. Adesso sono passati quattro anni ma io darei qualunque cosa per sapere perché Roberto se n’è andato ma ormai so che non lo saprò mai e so pure che ormai mi porterò un marchio addosso per tutta la vita, perché una cosa del genere ti segna e ti segna a fuoco. Io da questa storia ho solo imparato a odiare.
AMORE E ODIO GAY
AMORE E ODIO GAYultima modifica: 2007-09-04T20:20:00+02:00da
Reposta per primo quest’articolo