GAY E RELAZIONI ETERO

Vorrei passare ora ad esplorare un altro lato della questione “gay sposati” e cioè vorrei cercare di illustrare come le donne innamorate consapevolmente di ragazzi gay cercano di far fronte alla situazione.

Riporto qui di seguito, previa approvazione dell’autrice, una mail di una donna che si è resa conto che il suo ragazzo ha dei comportamenti che non sono quelli tipici dei ragazzi etero.

“Ti scrivo perché ho bisogno di chiarirmi un po’ le idee, o forse perché ho bisogno di parlare con qualcuno. Sono una ragazza di 25 anni e mi sono innamorata di un ragazzo di un anno più grande di me. È un ragazzo molto bello e anche molto dolce. Io prima ero stata con altri ragazzi ma un po’ boriosi e pieni di sé e certe volte mi facevano venire i nervi, pensavo che con tipi del genere non sarei mai andata d’accordo, poi ho trovato lui ed è stata una cosa completamente diversa, mi ascoltava, parlavamo molto, si comportava in modo diverso dagli altri ragazzi, mi trattava da amica, non ci provava con me e anche se ti sembrerà assurdo, la cosa mi piaceva moltissimo. Siamo diventati amici intimi, diciamo così, tante coccole qualche bacetto ma di tenerezza, non di passione, quasi non mi sembrava vero. Lui non parlava mai di sé ma lasciava parlare sempre me, a questa cosa all’inizio non avevo fatto caso. Ci vedevano ogni giorno ma non sapevo se avesse una ragazza (evidentemente no)  o se ne avesse avuta una prima, sembrava che questi argomenti non esistessero. Poi ho cercato di fare io il primo passo per disinibirlo un po’, l’espressione non mi piace ma, insomma, per me non era solo un’amicizia, e lì ho visto la sua paura, mi sono fatta due conti e ho pensato che potesse essere gay ma a lui non ho detto nulla. Col passare dei mesi ci siamo conosciuti sempre meglio e gli ho addirittura proposto di andare a vivere insieme, e alla fine mi ha detto che era gay. Io, stupidamente, gli ho risposto che per me non faceva nessuna differenza e che si poteva vivere insieme lo stesso, perché io volevo stare con lui comunque, ma lui mi ha guardato e mi ha detto: “Silvia, non ti arrabbiare, ma un gay può stare bene solo con un ragazzo.” Dopo questo discorso mi sono sentita molto ridimensionata, avrei voluto staccarmi da lui perché interpretavo quello che mi aveva detto come un rifiuto, ma non ci riuscivo, insistevo per vederlo, per consolarlo quando era malinconico ma lui si chiudeva sempre di più. Ho saputo da altre persone che probabilmente si è trovato un ragazzo ma ormai non lo vedo da tempo e mi sono rassegnata all’idea di non sentirlo più. Dopo aver vissuto la storia con lui, penso che non riuscirò più a innamorarmi di un altro ragazzo, sono stupida, lo so, non ha senso innamorarsi di uno che non ti vuole perché è gay, però a me è successo. Tu pensi che per me un qualche rapporto con lui sia recuperabile, dico solo come amica, ovviamente, o pensi che preferisca proprio stare alla larga? Per me se ha un compagno va benissimo, la cosa non mi creerebbe nessun problema, ma forse sto continuando a sognare come una stupida, mi sa che non ho capito bene che tipo di rapporti un gay può tenere con una donna, cioè l’ho capito ma non lo voglio capire, mi sa che la vedo ancora in modo troppo etero per poter andare d’accordo con lui.”

Questa è una mail tipica di una donna innamorata ma matura e consapevole della realtà. La storia con il ragazzo gay è finita e lei si rende conto che quel ragazzo non potrà mai essere il suo ragazzo. Gli vuole ancora bene ma capisce che in nome di quel bene non ha alcun senso rivendicare un ruolo che non venga da sé in modo spontaneo e condiviso. Se il ragazzo si allontana significa che deve andare per la sua strada e non ha senso cercare di trattenerlo. In fondo in questa storia il ragazzo non “illude” mai la ragazza, non passa oggettivamente i confini di una semplice anche se profonda amicizia, tiene cioè un comportamento che non favorisce i fraintendimenti.

La mail che segue è di un tenore completamente diverso ma è forse più interessante soprattutto per il diverso modo di agire del ragazzo che, volontariamente e colpevolmente, induce la ragazza in errore e provoca alla fine la sua reazione risentita.

“Bella gente i gay! Lo dico molto ironicamente! Ma che te lo dico a fare? Tanto tu sei convinto che sono tutti bravi ragazzi. Non è vero che sono solo i ragazzi etero che prendono in giro le ragazze, i gay fanno molto peggio e io, purtroppo, ci sono incappata in pieno. Uscivo da una storiaccia con uno str..o che mi piaceva molto fisicamente ma che era proprio grossolano e nello stesso tempo immaturo, insomma uno str..o! Ero nera. Vado una volta in disco con la mia comitiva e lì mi presentano Marco, neanche mi piace, mi sembra scipito, quell’altro era grezzo ma Marco mi sembrava addirittura un po’ viscido, non mi ispirava nemmeno a livello sessuale, e io quanto a ragazzi non ci vado tanto per il sottile. In pratica mi è del tutto indifferente, o anche meno, però mi accorgo che mi tiene d’occhio, quando cerco di guardalo negli occhi gira lo sguardo, ma continua ad osservarmi. Io mi chiedo “Ma questo che cavolo vuole?” mi decido e glielo chiedo. Mi risponde solo: “Sei carina!” Tu sai com’è, una cosa del genere a una ragazza fa piacere, e allora gli dico: “Sei carino pure tu!“ però così, solo per complimento, perché non mi attizzava proprio, poi abbiamo ballato e in pratica io mi sono persa il mio gruppo e ho passato la serata con lui che stava in discoteca da solo! Proprio così! Io con la mia solita logica generica ho pensato che se uno va in disco da solo vuol dire che va a caccia di ragazze e lui, in effetti, mi stava facendo la corte. La settimana appresso abbiamo continuato a sentirci e a scambiarci messaggini. Visto di giorno, alla luce del sole era meno viscido di come sembrava al buio della disco, non era un granché, un po’ troppo grassottello, paffuto va’,  però, insomma, si poteva pure fare. Dopo qualche giorno mi sono stufata di questo ragazzo e non l’ho chiamato più, ma lui continuava a farsi sentire a mandarmi messaggini da mezzo innamorato, mi provocava dicendomi che lo avevo colpito molto, che pensava spesso a me e tante altre cose del genere, io però non ero proprio interessata e non rispondevo, o forse solo raramente e solo per educazione, ma cercavo di tenermi molto sul neutro. Una sera mi chiama e mi dice che sta malissimo e che ha assolutamente bisogno di parlarmi di una cosa importantissima. Io gli dico che se deve sfogarsi lo può fare con un amico e con uno psicologo, ma lui insiste, la mette giù pesante ma non mi dice di che si tratta, alla fine non ce la faccio più, mi sfianca a forza di insistere e gli dico: “Ok, ci vediamo domani.” Insiste per vederci subito, ma gli dico che è tardi e che non saprei che cosa dire a mia madre e allora dice che va bene anche l’indomani. La sera appresso ci vediamo e ce ne andiamo a parlare in macchina. Mi aspetto un discorso chiaro e diretto ma comincia a parlare di cose generiche, non riesco a capire dove possa andare a parare, gli chiedo esplicitamente perché mi voleva parlare ma invece di rispondere insiste con le chiacchiere generiche. Gli chiedo: “Ma mi stai prendendo in giro?” Confesso che ho pensato che potesse magari essere uno col cervello un po’ bacato. Mi stavano proprio venendo i nervi, gli ho chiesto: “Che vuoi da me?” e lui mi ha preso la mano, allora gli ho detto: “Mi sa che ho capito! Ma tu non sei il mio tipo…” e lì il contatto tra noi ha preso un’altra piega e ci siamo baciati, cioè è stato lui a baciarmi, non mi piaceva nemmeno troppo però ci sono stata. Quando ci siamo staccati mi ha detto: “Pensi che ci si potrebbe mettere insieme?” Gli ho risposto: “Non lo so.” Lui mi ha detto: “Sei la prima ragazza di cui mi innamoro veramente.” Io l’ho preso come un complimento. Dopo un paio di giorni siamo passati a fare un po’ di sesso, cioè solo a toccarci perché lui ci andava piano. Aveva un modo di fare tutto suo, direi soprattutto contemplativo. Mi diceva che ero bellissima cosa che non è vera perché sono una ragazza molto ordinaria ma lui mi guardava con ammirazione, mi accarezzava, però non prendeva le iniziative che in genere prendono i ragazzi. Comunque ci siamo messi insieme. In genere i ragazzi tendono a stare alla larga dalla famiglia della ragazza, lui no! Voleva conoscere mia madre, mio padre, voleva venire a casa mia, un po’ come si faceva una volta quando c’era il fidanzamento ufficiale. È venuto a casa mia parecchie volte, i miei lo hanno invitato spesso a pranzo e io sono andata dai suoi, in pochi mesi eravamo diventati due fidanzatini ideali. Tutto sommato a me non dispiaceva, lui era serio, non faceva il galletto con le altre ragazze, stava finendo gli studi e si sarebbe trovato una ottima posizione sociale, anche se queste cose interessavano più a mio padre che a me. Dopo un anno di questa specie di fidanzamento in cui tra noi eravamo arrivati anche ad avere rapporti sessuali, sempre e solo su mia iniziativa e insistenza, finalmente comincia  parlare di matrimonio. I miei erano contenti e pure io, tutto sommato. Andavamo sempre in giro insieme con gli amici il sabato pomeriggio ed eravamo ormai un coppia a prova di bomba. Un giorno mi dice che purtroppo deve partire perché ha una zia che sta molto male e che non potrà venire con me il sabato successivo, io gli dico che va bene e non ci faccio proprio caso. Il sabato, siccome nella mia comitiva c’era un ragazzo gay, questo propone di andare in una disco gay ma di quelle dove possono andare tutti per divertirsi un po’, si decide e si va. Io mi sento come un pesce fuor d’acqua in quell’ambiente e non vado a ballare ma mi siedo un po’ defilata con due amici di vecchia data. A un certo punto ho l’impressione di vedere Marco sulla pista che balla con un altro ragazzo, le luci sono infernali ed è difficilissimo riconoscere le persone, ma in mezzo ai flash mi pare proprio che sia lui, resto sconvolta, ma non sono sicura e d’altra parte c’è troppa gente e troppo fumo per vedere bene tenendosi a distanza, e certamente non mi sarei mai avvicinata al punto di rischiare di essere riconosciuta. Dico ai miei amici che fa troppo caldo e che devo uscire un po’. La disco è praticamente in campagna e intorno c’è un grande parcheggio per i clienti. Esco, mi metto a girare nel parcheggio e la macchina di Marco sta lì. Mi sono sentita bollire di rabbia! Sono rientrata, ho detto ai miei amici che mi ero stufata e che me ne volevo andare e ce ne siamo andati tutti e quattro. Loro non avevano intuito nulla e non avevano assolutamente visto che Marco stava lì. L’indomani mattina Marco mi manda il solito sms di buongiorno, gli rispondo chiedendo come sta la zia e mi dice che “sta meglio”. Beh, non ci ho visto più! Gli ho risposto: “Ti ho visto dove sei stato veramente ieri sera. Sparisci dalla circolazione perché se mi compari davanti ti cavo gli occhi!” Lui nonostante tutto ha continuato a dire bugie e ad accusare me di omofobia! Io non gli ho più risposto e la storia è finita così. Non ti dico i casini a casa, ai miei non ho potuto raccontare quello che era successo, altrimenti sarei passata per stupida tutta la vita, quindi i miei hanno dato tutta la colpa a me perché: “era un bravissimo ragazzo, ecc. ecc.” Ecco questo è quello che ha fatto a me un ragazzo gay! Vediamo se tu hai il coraggio di pubblicare una mail simile! Comunque con ce l’ho con te, è ovvio, ma non immagini a che livello di viscido possa arrivare un gay che ti deve usare come donna dello schermo, è proprio un modo di fare odioso!”

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GAY E RELAZIONI ETEROultima modifica: 2017-10-11T00:45:38+02:00da gayproject
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