RAGAZZI CHE NON SI MASTURBANO

[Premessa: tutti i brani di e-mail pubblicati in questo post sono stati pubblicati su esplicita autorizzazione dei rispettivi mittenti, che ringrazio sentitamente.]


Questo post è dedicato a quei ragazzi che per varie ragioni non hanno mai vissuto l’esperienza della masturbazione. Mi accade talvolta di parlare in chat con ragazzi che non hanno alcuna esperienza della sessualità fisica volontaria ma conoscono le manifestazioni fisiologiche della sessualità esclusivamente attraverso le polluzioni notturne vissute tra l’altro come qualcosa di sconveniente e di sporco. Questi ragazzi manifestano a livello personale una sostanziale indifferenza di fonte alla sessualità fisica e sono indotti a considerarla espressione di un vizio o di un mancato controllo su se stessi. Per questi ragazzi anche la distinzione tra eterosessualità e omosessualità, in effetti, è assai poco significativa proprio perché a monte manca una percezione realistica della sessualità. Va sottolineato che spesso non si tratta di ragazzi giovanissimi ma propriamente di giovani adulti tra i 20 e i 30 anni che sembrano a prima vista del tutto refrattari agli stimoli sessuali che i loro coetanei ritengono fondamentali. Chiaramente quando questi ragazzi provano a costruire rapporti con altri ragazzi o con ragazze, la loro concezione solo teorica e tendenzialmente negativa della sessualità li fa apparire strani agli occhi degli altri, sono definiti come sognatori lontani dalla realtà, romantici o meno garbatamente come persone fuori dal mondo. Chiaramente l’impossibilità di un dialogo reale su contenuti relativi alla vita sessuale colloca questi ragazzi in una condizione di isolamento e di marginalità. La loro affettività senza riscontri sessuali può essere adatta ad una vita di relazione formale ma impedisce loro di stabilire contati in cui affettività e sessualità siano entrambe presenti in modo essenziale. In genere questi ragazzi non provano imbarazzo a parlare di contenuti sessuali proprio perché per loro si tratta di argomenti del tutto teorici. Alla impossibilità sostanziale di vivere la sessualità fisica in prima persona si associa una dimensione affettiva molto forte, fatta di tenerezza, di richieste di attenzione e di ricerca di presenze affettuose importanti. La masturbazione è considerata molto negativamente in termini di vizio e lo stesso vale per la sessualità di coppia in tutte le sue forme. Manca in sostanza, almeno in apparenza, qualsiasi desiderio sessuale.

 

Si impone qui una riflessione su un momento fondamentale dell’adolescenza che è la scoperta della masturbazione. Troppo spesso si banalizza il ruolo della masturbazione considerandola una specie di gioco erotico fine a se stesso, in realtà non si tratta affatto di un’esperienza banale ma della scoperta di una sessualità fisica voluta in rapporto ad un insieme di fantasie sessuali. L’associazione psichica tra sessualità fisica e fantasie sessuali avviene proprio attraverso la masturbazione. La sessualità si struttura non come fenomeno puramente fisiologico ma come fenomeno complesso psico-fisiologico, in cui anche al solo sorgere di una fantasia sessuale segue una reazione fisiologica. La dimensione del piacere sessuale, sperimentata attraverso la masturbazione, dà all’erezione e all’orgasmo una valenza psichica molto forte proprio perché congiunge queste cose con una fantasia proiettiva indirizzata verso altre persone. La fantasie masturbatorie sono in genere tanto fondamentali ed indipendenti dai condizionamenti sociali che, al di là dei comportamenti di coppia, si considera gay un ragazzo che si masturba costantemente con fantasie su altri ragazzi. La masturbazione crea e consolida i cosiddetti archetipi sessuali ossia fissa i tipi fisici dei ragazzi o della ragazze e delle situazioni che per un ragazzo potranno essere fortemente coinvolgenti a livello sessuale nella vita adulta. Non ci si innamora di qualsiasi ragazzo o di qualsiasi ragazza ma solo di quelli che corrispondono significativamente ai nostri archetipi e per di più alcune situazioni che sono sessualmente coinvolgenti per alcuni non lo sono per altri proprio perché non corrispondono ai loro archetipi. Anni fa, quando per i ragazzi era difficilissimo accedere ad informazioni sulla sessualità e la masturbazione era un tabù di cui non si parlava mai, la scoperta della masturbazione avveniva in modo autonomo e casuale nella grande maggioranza dei casi, oggi, con la caduta di molti tabù sessuali e con la diffusione della pornografia anche tra i ragazzi più giovani, la scoperta della masturbazione è molto spesso il risultato di una sperimentazione per imitazione indotta dall’esterno. Resta il fatto che la masturbazione ha certamente un ruolo fondamentale nella strutturazione della sessualità adulta. Aggiungo che, contrariamente a quello che si dice,  la masturbazione non è una realtà esclusivamente o prevalentemente adolescenziale ma accompagna una persona per tutta la vita e per di più convive normalmente con la sessualità di coppia, anzi molte patologie dei rapporti di coppia sono rese evidenti proprio dal fatto che uno dei due partner si masturba con fantasie esterne alla coppia o, se la coppia è etero, anche con fantasie omosessuali. Quando viene a mancare la masturbazione la percezione della sessualità è spesso alterata e riduttiva e questo fatto provoca conseguenze non indifferenti.

 

Che cosa può impedire ad un ragazzo di arrivare alla scoperta della masturbazione? Le risposte possibili a questa domanda sono sostanzialmente due: in primo luogo gli impedimenti fisici, come l’ipersensibilità del glande, che rende la manipolazione del pene particolarmente dolorosa e quindi scoraggia o impedisce del tutto sul nascere qualunque forma di esplorazione sessuale, in secondo luogo le barriere di carattere psicologico fortemente interiorizzate. Va tenuto ben presente che in genere alcuni impedimenti di tipo fisico tendono ad essere meno limitanti con l’andare degli anni perché, ad esempio, l’ipersensibilità del glande diminuisce in genere con l’età e questo comporta che alcuni ragazzi possano arrivare tardivamente alla scoperta della masturbazione. Aggiungo che siccome in genere l’ipersensibilità del glande tende a ridursi molto gradualmente, in questi casi la scoperta della masturbazione non è del tutto senza problemi perché la masturbazione può provocare comunque dolore o richiedere tecniche che evitino lo sfregamento del glande. In genere le prime impressioni che i ragazzi provano dalla nuova esperienza non sono del tutto gradevoli e per di più la masturbazione è considerata un fatto esclusivamente fisico del tutto indipendente da coinvolgimenti affettivi proprio perché mancano a monte le esperienze dell’innamoramento vissuto sessualmente attraverso la masturbazione, che sono l’elemento fondamentale dell’adolescenza. In pratica durante l’adolescenza i ragazzi imparano ad associare sessualità ed affettività tramite la masturbazione collegata all’innamoramento, la cosiddetta masturbazione affettiva. Per ragazzi ormai oltre i 20 anni che non abbiano vissuto le esperienze tipiche dell’adolescenza, l’associazione tra affettività e sessualità non è automatica ma si presenta come un qualcosa di assolutamente non scontato. Si suol dire che la scoperta tardiva della masturbazione porta ad una adolescenza ritardata, ossia a vivere le esperienze di associazione di masturbazione e affettività in un’età ormai adulta. Si tratta di momenti delicati dell’evoluzione affettiva e sessuale di un ragazzo ma qualora non subentrino forme di rifiuto della sessualità, la cosiddetta adolescenza ritardata si risolve in tempo di 12/18 mesi in cui ad un progressivo aumento della frequenza della masturbazione corrispondono le prime associazioni tra fantasie sessuali e masturbazione. Per un po’ di tempo affettività e sessualità sembreranno ancora realtà separate ma con lo scorrere dei mesi si integrano sempre di più e alla fine si giunge alla piena integrazione delle due sfere e al superamento dell’adolescenza ritardata in una sessualità tipicamente adulta, ossia su base affettiva. Diversa, direi, e più complessa è la situazione e dei ragazzi che non hanno impedimenti fisici alla masturbazione ma che non l’hanno mai praticata per altre ragioni. Sottolineo che non intendo parlare dei ragazzi che hanno praticano la masturbazione ma che la reprimono ma proprio dei ragazzi che non l’hanno mai praticata. Mettiamo per ora da parte le situazioni in cui possono esserci problemi di tipo fisico non meccanico (come nel caso dell’ipersensibilità del glande) ma ormonale e fermiamoci a considerare ragazzi i che hanno avuto uno sviluppo sessuale normale, ossia che hanno delle polluzioni notturne periodiche, segno di un normale funzionamento fisiologico dell’apparato genitale e fermiamoci sulle situazioni in cui la mancata scoperta dalla masturbazione ha motivazioni di tipo psicologico o ambientale. In queste situazioni non è facile aspettarsi che gli impedimenti vengano meno da sé. Alcune cose vanno tenute presenti: questi ragazzi vivono una situazione di disagio e tendono a chiudersi sempre di più. Il rifiuto della sessualità fisica viene inteso quasi come una caratteristica personale ed un valore morale al quale non si deve rinunciare ma d’altra parte questi ragazzi vivono una forma di sensibilità affettiva molto forte, sostitutiva della sessualità.

È  proprio da questo ultimo elemento, letto in una dimensione consapevole, che può cominciare la scoperta della sessualità fisica in età adulta. In realtà questi ragazzi avrebbero bisogno di un approccio alla sessualità molto graduale a partire dalla loro forte dimensione affettiva, cosa certamente non facile da ottenere. Quando questi ragazzi si fanno coraggio e si avvicinano a un ragazzo o a una ragazza si trovano di fonte a tutto un insieme di attese e di comportamenti che per loro sono incomprensibili e addirittura moralmente negativi proprio perché in quei comportamenti leggono una finalità sessuale della quale non capiscono il senso e la portata. Riporto qui un brano di una mail in cui un ragazzo espone la situazione:

 

“C’era un ragazzo che mi sembrava uno come si deve, uno che non faceva solo battute a doppio senso, ho provato a parlarci, ma alla fine mi sono accorto che era come tutti gli altri, per lui essermi amico significava parlarmi della sua ragazza e voleva che io gli parlassi sella mia, che non ho mai avuto, io non sapevo che dire e lui era perplesso, gli ho chiesto perché dava tutta questa importanza al sesso e lui mi ha detto che era ovvio, io gli ho detto che per me non era affatto ovvio, allora mi ha chiesto se mi piacevano le ragazze e ho detto che mi piacevano ma come amiche e mi ha detto che allora ero gay ma che la cosa non lo sconvolgeva proprio, ma gli ho detto che non ho mai avuto fantasie sessuali gay e che stare con un ragazzo mi piace ma come amico, come stavo con lui, allora ha cominciato a guardami strano e poi mi ha chiesto a chi penso quando mi masturbo ma gli ho detto che non lo faccio e che non capisco che cosa la gente ci trova, e lui è rimasto allibito. Poi con questo ragazzo è finito tutto, evidentemente si è spaventato ma non ho capito perché.”

 

In un altro brano lo stesso ragazzo così racconta i suoi primi contatti con una ragazza:

 

“Ho provato anche con una ragazza, stavo bene con lei, le raccontavo tante cose e lei a me, tutto su msn, abbiamo parlato tanto, era affettuosa molto dolce, a un certo punto mi ha chiesto una foto ma io non gliel’ho mandata e ci deve essere rimasta male però mi ha detto che facevo bene. Abbiamo parlato tanto, mi diceva che non ero come gli altri ragazzi, che ero dolce, che con me stava bene e che avrebbe voluto stare con me tutto il tempo possibile. A un certo punto, ma dopo molto tempo, le ho chiesto se voleva incontrarmi ed è stata felice, io pensavo di aver trovato un’amica vera come la desideravo io. Ci siamo visti, abbiamo parlato, poi in macchina lei mi ha preso per mano, era una bella cosa, mi piaceva, poi ci siamo baciati, all’inizio mi piaceva, era una cosa dolce ma poi non mi è piaciuta più, sembrava una recita un po’ come quello che si vede nei film, le ho detto che così non mi sentivo a mio agio e lei ha detto “Perché? Che ho fatto?” Le ho risposto che non ero sessualmente interessato a lei perché a me le ragazze che ci provano non interessano. Si è messa a piangere, è scesa dalla macchina e se n’è andata, ha bloccato il mio contatto su msn e non ci siamo sentiti più.”

 

Questi esempi danno un’idea delle difficoltà che questi ragazzi incontrano. I ragazzi o le ragazze che si rapportano con loro danno per scontato che la loro visione della sessualità sia quella comune ma si tratta di una presunzione sbagliata. Ci sarebbe bisogno di un approccio molto più morbido in cui la dimensione sessuale possa essere messa da parte per lunghi periodi in modo da non apparire mai aggressiva. Riporto qui di seguito un brano di una mail di un ragazzo che ha scoperto la masturbazione a 23 anni e col quale ho avuto occasione di parlare assai spesso. Quel ragazzo erra arrivato a Progetto Gay nella presunzione che il suo scarso interesse per le ragazze potesse derivare da una qualche forma di omosessualità. Nella realtà si trattava di un ragazzo che non aveva mai vissuto l’esperienza della masturbazione a causa di una educazione rigidissima fortemente interiorizzata. Dopo alcuni tentativi, analoghi a quelli riportati negli esempi precedenti, ha conosciuto una ragazza che si è realmente innamorata di lui, si è convinto, dopo molte esitazioni, a parlare chiaro con quella ragazza, temeva di ottenere l’ennesimo rifiuto ma così non è stato. Il rapporto, del tutto non aggressivo, con la ragazza è andato avanti per mesi in una dimensione esclusivamente affettiva ma estremamente seria. Il ragazzo ha perso il lavoro e la ragazza lo ha sempre sostenuto. Dopo circa un anno e mezzo le cose sono cambiate, la ragazza pur rimanendo con lui ha dovuto allontanarsi per motivi di lavoro. Si vedevano solo il sabato e la domenica. Riporto qui di seguito un brano della mail in cui il ragazzo mi comunicava di avere superato il problema e di avere cominciato a capire il senso della masturbazione e della sessualità.

 

“Ciao Pro, mi sa che ci sono arrivato, penso proprio di sì. Insomma stanotte me la sono sognata, una cosa tenera, dolce, bella, mi mancava da matti, ma era un sogno bellissimo, è la prima volta che faccio un sogno sessuale, non ti credere chissà che cosa, carezze, baci, cose così ma il fatto sta che sono venuto durante il sogno ed è stato bellissimo. È la prima volta che una polluzione mi sembra una cosa bella. Vabbe’, sarebbe già molto ma non finita qui, il resto te lo immagini, ci sono riuscito! Mi sembra ancora una cosa un po’ strana però non è per niente repellete, in fondo è vero che è un modo di amare una persona! Pro, non immagini come mi sento felice! Le ho mandato un sms e gliel’ho detto e mi ha risposto che si sente più felice di me. Che dici, durerà? Spero proprio di sì. Onestamente mi sento un po’ strano. Pro, potrei pure avere una famiglia, forse corro troppo, mi sa che dovrò capire un sacco di cose, mi sento veramente come un ragazzino che scopre un mondo nuovo!”

 

Purtroppo situazioni analoghe a quella appena descritta non sono comuni. In sostanza la sessualità in queste situazioni deve essere veicolata attraverso una dimensione affettiva profonda. È comunque evidente che quando un ragazzo che vive queste situazioni non si fa vincere dallo scoraggiamento e accetta il rischio di dire la verità le possibilità aumentano notevolmente. Farsi vincere dalla paura porta alla chiusura in sé ed al rifiuto delle esperienze affettive profonde, superare la paura è fondamentale.

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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=1133&start=0

RAGAZZI CHE NON SI MASTURBANOultima modifica: 2011-01-06T18:49:28+01:00da gayproject
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