GAY SPOSATI

Questo post è dedicato ai gay sposati. Lascerò quindi da parte tutte le considerazioni legate all’orientamento sessuale relative ai ragazzi che hanno una vita sessuale etero a livello di coppia mentre hanno una vita sessuale tipicamente gay a livello di masturbazione, perché queste considerazioni hanno un senso importante prima che si arrivi al matrimonio. Partirò qui proprio dalla situazione dei gay sposati, così come mi si è presentata attraverso le chat con persone che vivono in questa condizione.

La totalità (o quasi) dei gay sposati arriva al matrimonio con la piena consapevolezza di essere gay. Si tratta di ragazzi che si sono masturbati per anni in modo esclusivo con fantasie gay, cioè pensando ai ragazzi, che spesso hanno vissuto esperienze sessuali con altri ragazzi anche dopo 15/16 anni e addirittura in età adulta, dopo i 20 anni, e hanno ritenuto queste esperienze come cosa che “tutti fanno” (compresi gli etero) e quindi non indicativa di un orientamento gay, anche se in realtà il coinvolgimento di un ragazzo gay in una seduta di masturbazione in gruppo è molto diverso da quello di un ragazzo etero. Tutto questo, tralasciando episodi apparentemente minori, come lo sperimentare l’erezione in presenza di certi ragazzi o il desiderare di vederli nudi negli spogliatoi delle palestre o delle piscine.

La pressione verso l’eterosessualità esercitata dall’ambiente su questi ragazzi è stata così forte da portarli a contenere a livello di masturbazione le loro pulsioni gay e ad orientarsi contemporaneamente verso un sesso di coppia di tipo etero.

In genere quando un ragazzo che subiste una forte pressione sociale in senso etero, pur essendo gay, cioè pur essendo orientato nella sessualità libera (che si manifesta nella masturbazione) verso altri ragazzi, sperimenta per la prima volta un rapporto sessuale con una ragazza la sua reazione non è affatto negativa e, qualunque sia il livello di coinvolgimento sessuale nel contatto con la ragazza (anche minimo) quel rapporto sessuale diventa il segno tipico che “il problema gay è superato”. Un gay è un gay, non un impotente e, specialmente quando ha vissuto per anni in situazione di sostanziale privazione sessuale, se si trova vicino ad una ragazza innamorata di lui, in una situazione che lo spinge a un rapporto eterosessuale che ha per lo meno delle caratteristiche di intimità e di calore non superficiale, può arrivare benissimo ad avere un rapporto eterosessuale in qualche modo soddisfacente. È evidente che un rapporto del genere non ha nulla a che vedere con l’espressione della sessualità libera di quel ragazzo che, magari sentendosi tremendamente in colpa continuerà “episodicamente” a masturbarsi pensando ai ragazzi, oppure finirà per reprimere totalmente la sua sessualità libera forzandosi a mettere da parte del tutto la masturbazione nella convinzione che masturbazione = omosessualità.

I primi rapporti etero di un ragazzo gay lo portano all’idea di avere finalmente superato la “fase gay” e di avere trovato una “sessualità matura”. Spesso, per questi ragazzi, la paura che le pulsioni gay tornino prepotentemente a farsi sentire costituisce una spinta ad intensificare i rapporti eterosessuali e ad andare al matrimonio in tempi rapidi. È l’idea tipica: “Lei mi ha salvato dalla omosessualità”, oppure: “Se mi sposo e posso avere rapporti sessuali con lei tutti i giorni non penserò più alla masturbazione e i miei impulsi gay spariranno”. Spesso dunque i ragazzi gay che vanno verso il matrimonio vivono periodi di intensa attività eterosessuale, che tuttavia è caratterizzata da un senso di ambiguità profonda perché nella quasi totalità dei casi, questi ragazzi, anche facendo l’amore ogni giorno con le loro ragazze (o con le loro giovani mogli, se le hanno già sposate) non parlano mai con le loro compagne dei loro problemi di orientamento sessuale. Con le mogli, in linea di massima, almeno per alcuni anni dopo il matrimonio, i mariti gay non accennano neppure al problema della omosessualità, non esiste quindi una vera comunicazione interpersonale profonda tra marito e moglie, che hanno tra loro contatti sessuali quotidiani ma senza un livello adeguato di fiducia e di comunicazione reciproca.

In una percentuale di casi intorno al 10%, il ragazzo parla alla ragazza apertamente dei suoi dubbi circa la sua omosessualità, dubbi che vengono automaticamente sottovalutati dalla ragazza, che avendo una sessualità etero è portata a pensare che il suo ragazzo, per il solo fatto che fa sesso con lei, non possa che essere etero. In genere una ragazza teme più l’infedeltà del suo ragazzo con un’altra ragazza che il fatto che il suo ragazzo sia gay. In alcuni casi la ragazza pensa di poter riorientare sessualmente il suo ragazzo verso una eterosessualità esclusiva “coccolando sessualmente” in modo esasperato il suo ragazzo, con il risultato di provocare una reazione di rigetto molto rapida e secca. Questo atteggiamenti “da crocerossina dell’amore” sono avvertiti dai ragazzi come aggressivi e non rispettosi nei loro confronti.

Nelle situazioni sopra descritte, la ragazza resta comunque convinta della sostanziale eterosessualità del ragazzo ma, in qualche caso almeno (casi rari ma non sporadici) la ragazza ha invece la piena consapevolezza del fatto che il suo compagno è gay e lo accetta come tale, ossia la ragazza accetta coscientemente per amore di restare vicino al suo ragazzo senza nessun contatto sessuale o con contatti sessuali limitati solo alla finalità di concepimento dei figli, che possono essere esplicitamente voluti e desiderati anche dal ragazzo gay. Questi atteggiamenti che hanno qualcosa di eroico (in un certo senso almeno) sono legati al fatto che la solitudine di ciascuno dei due coniugi rispetto all’esterno è così forte che essi, per sopravvivere, devono legarsi una specie di simbiosi strettissima. Va sottolineato che quando un abbraccio è troppo stretto e troppo duraturo rischia di togliere il respiro. In situazioni come quella descritta la dipendenza reciproca è fortissima ed è sentita come un vincolo che prima o poi finisce per diventare costrittivo. Ci sono coppie, e ne ho conosciute alcune, che si sposano coscientemente solo per avere figli, e ci sono casi (e ne ho visti alcuni esempi) in cui una moglie eterosessuale aiuta il marito gay a vivere come un gay, atteggiamento nel quale tuttavia i confini tra piacere e sofferenza sono assai labili. In tutti questi casi però, circa il 15-20% del totale dei gay sposati, tra marito e moglie esiste comunque un colloqui franco e quantomeno un rapporto di amicizia e di stima reciproca.

Quando un ragazzo gay sposa una ragazza etero e non hanno figli i problemi connessi alla eventuale separazione sono soprattutto di natura sociale e patrimoniale. Spesso un ragazzo gay accetta di stare con un ragazza escludendo nella sua mante la prospettiva di avere figli e quando si rende conto che quella prospettiva per la moglie è essenziale, vive il matrimonio come una forma di imposizione. Quando i figli ci sono il problema del rapporto tra un gay sposato con la sua omosessualità è estremamente più delicato. L’emergere di una tendenza omosessuale è vissuto da un uomo gay che ha figli come un qualcosa che può compromettere il rapporto con i figli e i sensi di colpa possono essere molto profondi. Conobbi mesi fa un signore 49enne, che tuttavia non aveva mai avuto una percezione cosciente della sua omosessualità, si tratta cioè di una eccezione nel campo dei gay sposati, che aveva un figlio di più di 20 anni e che si era accorto di provare interesse sessuale per un suo collega di lavoro. Quando questo signore mi ha contattato nelle sue parole si percepiva un’angoscia profonda, dovuta al fatto che non aveva mai sospettato di poter essere gay ed era terrorizzato dall’idea, perché le sue conoscenze sui gay erano ferme alla lettura dei giornali e ad atteggiamenti tipici dei mass media. Questo signore, che ho avuto modo di risentire più volte, amava sinceramente la moglie e il figlio ed è arrivato a parlare apertamente sia con la moglie che con il figlio che la cosa l’hanno accettata e, paradossalmente, questa forma di sincerità ha rinsaldato i legami familiari. Quel signore ha accettato di vivere la sua sessualità come cosa privatissima esclusivamente a livello di masturbazione e di fantasia, rinunciando totalmente all’idea di cercarsi un compagno e come si dice in situazioni del genere di “rifarsi una vita”.

La soluzione potrà sembrare una soluzione di compromesso ai gay che non sono masi stati sposati e che non hanno mai avuto una loro vita effettiva familiare etero soddisfacente, ma per quel signore le scelte radicali avrebbero comportato un taglio violento con la vita precedente e avrebbero avuto scarsissime prospettive di sfociare nella realizzazione di una vita vicino ad un altro uomo.

Nella maggior parte dei casi tuttavia le situazioni familiari dei gay sposati sono del tutto diverse e assai più pesanti. La mancanza di sincerità sul problema della omosessualità comporta l’istaurarsi di una serie di rapporti formali e sotto di essi di una serie di conflitti, la vita affettiva diventa col tempo, una specie di recita o di atto dovuto. Con la moglie, se lei richiede una intimità sessuale frequente, i gay sposati finiscono per fingere, cosa che comporta in genere molti problemi, come la mancanza di erezione che può preoccupare la moglie ma non preoccupa il marito che sa benissimo che nella masturbazione con fantasie gay l’erezione c’è eccome. Questi problemi toccano la sfera della intimità sessuale della coppia e possono essere dirompenti. In genere, all’inizio un ragazzo gay sposato cerca di reprimere la propria omosessualità ma col passare del tempo questo tentativo risulta inutile e l’illusione di eterosessualità si trasforma in una finzione di eterosessualità. Le pulsioni gay si rafforzano mano a mano che il rapporto con la moglie si deteriora.

È doveroso che io spezzi qui esplicitamente una lancia a favore delle mogli che spesso sono del tutto ignare della vera motivazione del deteriorasi del rapporto con i mariti e che vivono, anche loro, dei momenti veramente difficili. In sostanza, anche se se i loro mariti hanno agito in buona fede o comunque non rendendosi conto realmente di che cosa avrebbero provocato col matrimonio, queste donne sono state indotte in errore circa la vera identità sessuale dei loro mariti, i quali, peraltro, erano anch’essi confusi sulla faccenda. Resta il fatto che a un certo punto, una donna che ha sposato un gay senza averne consapevolezza, avverte che i rapporti con il marito sono sostanzialmente congelati, i rapporti sessuali sono del tutto assenti, il dialogo manca del tutto, almeno sulle questioni importanti, e il matrimonio è in crisi. Quando poi ci sono i figli il problema diventa di difficile gestione, perché in caso di separazione c’è il problema dell’affidamento che crea conflitti ulteriori tra marito e moglie che si risolvono spesso in tribunale.

Come vive la sua sessualità un gay sposato che ha superato la fase (che in molti casi non esiste nemmeno) dell’illusione di essere etero? Qui le risposte sono le più varie:

1) Il marito, abituato alla repressione sessuale fino a recitare la parte dell’eterosessuale, si limita a vivere una sessualità gay a livello di masturbazione e di siti porno trovati in internet. Situazioni del genere, sono al limite compatibili con il mantenimento in vita del matrimonio, almeno a livello formale, là dove si sono figli, perché l’aspetto esterno della famiglia non cambia. Spesso è proprio questo lo stato di fatto al quale si fermano le cose. I mariti possono arrivare su Forum come quello di Progetto Gay o su siti gay seri e limitarsi a cercare lì dei rapporti di amicizia in chat e a distanza con altri gay, spesso anch’essi sposati. Questa soluzione permette ad un gay sposato di trovare una valvola di sfogo che gli consente di parlare apertamente dei suoi problemi e di trovare anche delle risposte serie. È ovviamente una soluzione di compromesso, ma in situazioni come quelle nella quali vive un gay sposato e con figli è una situazione per molti aspetti accettabile, poiché si tratta nella maggior parte dei casi di uomini non più giovani e del tutto privi di conoscenze circa la vera vita dei gay. Va tenuto presente che per un uomo non giovane le possibilità di trovar un compagno “serio” (cioè non l’esperienza di una notte [rischio aids!]) non è molto alta e per di più ben pochi gay sarebbero disponibili a costruire un rapporto affettivo stabile e serio con un uomo che ha una famiglia, ha dei figli e quindi ha una serie di altri legami affettivi molto forti.

2) Il marito pensa di dover riguadagnare il tempo perduto cercando un compagno col quale vivere la sua affettività e la sua sessualità. In situazioni del genere, se il gay sposato è ancora trentenne o poco più, si ricreano le condizioni della cosiddetta “fase frenetica” della sessualità di quanti si scoprono gay o liberano finalmente la loro sessualità gay ad un’età ormai pienamente adulta. Questi ragazzi non si accontentano di masturbarsi guardando un sito porno ma si iscrivono a chat erotiche e a siti incontri, dando credito all’idea che il problema del trovare un compagno sia in realtà un problema che si può risolvere facilmente “dandosi un po’ da fare”. Tramite la chat si arriva agli incontri sessuali, spesso anche a rischio aids, perché un frequentatore di siti di incontri può avere anche oltre 100 partner diversi in un anno! A parte il rischio aids gli incontri sessuali occasionali generano dopo le prime volte senso di disgusto e di frustrazione. Non ne segue però una razionalizzazione dei comportamenti ma solo la ripetizione di altri tentativi con altri partner. Sottolineo che in queste situazioni la dimensione affettiva, che è essenziale nella vita emotiva e sessuale di un gay, è praticamente del tutto assente. Dopo un po’ di pratica della chat erotiche e dei siti di incontri subentra una fase depressiva che a seconda dell’età può essere più o meno pesante.

3) Esiste tuttavia una terza via seguita dai gay sposati verso la loro identità gay, ed è una via che si percorre in due. Premetto che la realizzazione concreta di questa terza via, che è quella della “amicizia amorosa”, non è frutto di una iniziativa individuale, ma è connessa all’idea che si sia in due a livello profondo, cioè che esista una “reciprocità affettiva originaria” e che si crei un vero e proprio rapporto di amicizia affettuosa, sul quale può inserirsi anche una dimensione sessuale esplicita. Dato che i gay sposati che arrivano a mettere in crisi il matrimonio non sono giovanissimi e sono dei gay non solo non dichiarati ma dichiaratamente etero, per loro l’idea di vivere la loro sessualità e la loro affettività in una dimensione strettamente privata è fondamentale. Nei siti di incontri e nelle chat erotiche c’è spesso gente che non ha troppi problemi a dichiararsi gay, a frequentare locali gay e a farsi vedere in giro con compagni dichiaratamente gay. Cose del genere imbarazzano molto un gay sposato, per il quale dunque l’opzione dell’amicizia amorosa resta nella sostanza in assoluto la più desiderabile. Se quell’amicizia è vissuta con molta discrezione permette di mantenere in piedi il matrimonio almeno a livello formale e in alcuni casi anche le mogli non sono di principio contrarie a soluzioni del genere che permettono di conservare tra il padre gay ed i figli un rapporto stabile evitando di mettere a rischio la loro crescita emotiva. Ho visto, in circa il 30% dei casi, lo sviluppo di un’amicizia amorosa tra un gay sposato e un suo amico, anch’egli gay e non dichiarato. Questi rapporti anche se avvengono tra uomini pienamente adulti hanno la freschezza e la genuinità dei primi contatti affettivi tra adolescenti, permettono ai due partner di vivere una dimensione effettiva profonda e di integrare la sessualità con momenti di intimità non sessuale, legati al dialogo totalmente sincero e all’apertura ad una fiducia reciproca senza restrizioni, cose tutte che hanno un valore enorme che aiuta a non banalizzare il rapporto sessuale.

Per il momento mi fermo qui. Attendo altri input dai lettori per poter allargare e approfondire il discorso. Sottolineo che dai siti statistici si rileva la presenta costante di lettori che usano su Google chiavi di accesso a Progetto Gay come ”gay posati”. Il problema esiste e non è statisticamente irrilevante come si crede.

Se volete, potete partecipare alla discussione su questo post aperta nel Forum di Porgetto Gay:

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=37&start=0

GAY SPOSATIultima modifica: 2008-10-08T23:56:00+02:00da gayproject
Reposta per primo quest’articolo

3 pensieri su “GAY SPOSATI

  1. avete fatto centro ocn questo articolo sono proprio io 35 anni con qualche esperenzia gay adolescenziale e ora sposato in cerca di un’identità!!! se c’è qualcun altro scambierei volentieri due chiacchiere tramite mail
    ciao

I commenti sono chiusi.