VOGLIO CAPIRE SE SONO GAY O BISEX

Questo post mira a dare una risposta ad un commento al post “GAY IINDECISI”, in quel commento mi si chiedeva appunto di chiarire come si può identificare il proprio orientamento sessuale.

Parto da una osservazione. La maggioranza dei ragazzi, etero o gay che siano, non ha vere difficoltà nel riconoscere il proprio orientamento sessuale perché sia a livello affettivo che a livello sessuale si tratta di ragazzi che vivono esperienze concordemente indirizzate o in direzione eterosessuale o in direzione omosessuale, ossia di ragazzi che vivono esperienze affettive e sessuali o esclusivamente etero o esclusivamente gay. Quando un ragazzo è fortemente coinvolto a livello emotivo esclusivamente dalla presenza di ragazze, ne desidera la presenza, non solo a livello psicologico ma a livello fisico, va in erezione pensando a una ragazza o stando vicino a lei, si masturba pensando in modo esclusivo alle ragazze, elabora fantasie sessuali sulle ragazze, cerca occasioni per stare con loro in intimità, desidera avere o ha con loro rapporti sessuali soddisfacenti, e tutte queste cose non cambiano col passare del tempo, quel ragazzo non ha ragioni di dubitare del proprio orientamento sessuale e si sente motivatamente del tutto eterosessuale. Quando un ragazzo vive esperienze analoghe che non cambiano col passare del tempo nei confronti dei ragazzi può sentirsi motivatamente a ragione del tutto gay.

I problemi di orientamento sessuale si pongono quando quelle esperienze non sono tutte orientate esclusivamente in direzione gay o esclusivamente in direzione etero oppure quando si avverte col passare del tempo una instabilità nell’identificazione dell’oggetto del proprio interesse sessuale.

Del tipico percorso di definizione della identità gay da parte di ragazzi che si sono ritenuti etero e che hanno avuto una vita sessuale etero ho parlato più volte. In realtà non si tratta in questo caso di incertezze ma di difficoltà di identificazione dovute al fatto che i comportamenti sessuali etero possono essere inconsciamente assimilati per imitazione dall’ambiente sociale. Per un ragazzo che si è sempre identificato come etero ed ha anche avuto rapporti sessuali con le ragazze, prendere coscienza dell’affiorare dell’identità gay non è certamente facile. La consapevolezza può arrivare tardi, anche dopo i 25 anni e l’accettazione può essere problematica ma si tratta di percorsi irreversibili in cui l’identità sessuale profonda finisce comunque per affermarsi. In sostanza non si tratta di indecisione circa il proprio orientamento sessuale, perché quei ragazzi, che potevano anche avere rapporti sessuali con le ragazze, ma che si masturbavano pensando ai ragazzi, erano gay fin dall’origine in quanto la loro sessualità libera si manifestava comunque nella masturbazione. Spesso, ragazzi che manifesteranno un orientamento sessuale definitivo gay, nella fase problematica di accettazione del loro orientamento sessuale gay, usano definirsi bisessuali ma, se la loro sessualità libera che si manifesta nelle fantasie masturbatorie è esclusivamente gay, si può parlare di bisessualità solo in senso improprio.

Molto più delicata è la situazione dei ragazzi la cui sessualità libera (che si manifesta nella masturbazione), non è orientata univocamente verso i ragazzi o verso le ragazze, oppure dei ragazzi il cui orientamento sessuale non si mantiene stabile nel tempo. Nel primo caso si può parlare di bisessualità intermedia, nel secondo di bisessualità a periodi. Anche di questo ho avuto modo di parlare analiticamente. In questi casi un ragazzo può vivere situazioni di disagio profondo perché un bisessuale intermedio non si sente del tutto a suo agio né in ambiente etero né in ambiente gay, mentre un bisessuale a periodi quando avverte il cambiamento del suo orientamento sessuale vede crollare tutto il mondo affettivo che aveva costruito in precedenza. Devo sottolineare che in genere un ragazzo che ha coscienza della propria bisessualità ha più problemi di un gay. Per un gay l’accettazione può essere difficile ma non è un problema che dura per tutta la vita, la condizione di spaesamento è transitoria, per un bisessuale è invece permanente o è costantemente in agguato. Un gay può costruire rapporti affettivi stabili con un altro ragazzo, per un bisex la cosa è più problematica e il rapporto a lungo andare non è comunque soddisfacente al 100%. I ragazzi che sono consapevolmente bisessuali, che non sono molti, ma esistono, faticano molto più dei gay a trovare altri ragazzi con il medesimo orientamento sessuale per creare rapporti di amicizia con loro. Un bisex nella realtà della vita quotidiana non è facilmente accettato né tra i gay né tra gli etero, ma in ogni caso la consapevolezza della bisessualità aiuta molto questi ragazzi a liberarsi da condizioni ansiose che altrimenti potrebbero condizionarli in modo pesante.

Sulla base dell’esperienza acquisita nelle chat noto che per molti ragazzi, in particolare giovani fino ai 21/22 anni, si pone spesso un problema: “Sono etero, gay, o bisex?” E a questa domanda i ragazzi tentano di dare una risposta che a loro dire sia convincente e definitiva. La presenza di fantasie masturbatorie tipicamente gay non è in genere sufficiente, dal loro punto di vista, a dare la certezza dell’orientamento sessuale, tentano allora altre strade, la più comune, un po’ la presunta prova del nove, consiste nel creare occasioni concrete di contatto sessuale con un altro ragazzo al fine precipuo di valutare le proprie reazioni in situazione. In genere esperimenti di questo tipo portano a rapporti sessuali deludenti che indeboliscono ancora di più l’identità gay e lasciano il sapore di una incertezza ancora maggiore. Questi esperimenti sessuali hanno in sé un vizio di fondo: non sono cose che nascono da una effettiva necessità affettiva nei confronti di un altro ragazzo ma solo dalla volontà di mettere se stessi alla prova. Questi esperimenti sessuali, nel caso in cui siano inseriti nell’ambito di relazioni affettive serie (amicizie precedenti o nuovi interessi affettivi caratterizzati da reciprocità sostanziale e da sincerità) si bloccano prima di arrivare alla realizzazione di qualunque contatto sessuale perché il ragazzo che ha pensato di metterli in atto avverte che potrebbero essere distruttivi rispetto ad al rapporto affettivo serio sul quale vanno a innestarsi. Spesso, per i ragazzi che vivono la sessualità in dimensione strettamente affettiva, gli esperimenti sessuali per avere la prova del nove dell’essere gay portano a vere reazioni di indifferenza sessuale. Mi spiego meglio con un discorso tipico in queste situazioni: “Avevo desiderato tanto vederlo ma poi quando è successo mi sono sentito del tutto indifferente, proprio come se fossi etero”. Attenzione! La sessualità non è una questione meccanica. Ciò che a livello di fantasia masturbatoria sembra facilissimo e quasi ovvio, nella sessualità affettiva vera di coppia è in realtà molto difficile da realizzare. In un precedente articolo sull’imbarazzo sessuale ho cercato di evidenziare come un contatto sessuale tra due ragazzi innamorati non abbia nulla di meccanico e di scontato. Le esitazioni, le incertezze, il rinvio della sessualità esplicita non solo non sono segni di incertezza di orientamento sessuale, sono se mai segni del contrario, sono cioè segni di un coinvolgimento affettivo che riguarda la totalità della persona. La dimensione più tipica dell’essere gay non è tecnicamente sessuale ma affettiva e si realizza proprio nel turbamento profondo che si crea rispetto ad un altro ragazzo, turbamento che si manifesta in ansia, in attesa, nel fatto di masturbarsi pensando all’altro ragazzo per poi di sentirsene in colpa, nella paura di poter rovinare tutto con un comportamento sconsiderato.

Quello che vorrei sottolineare è che non ha senso sperimentare la propria sessualità per ottenere conferma del proprio orientamento sessuale, proprio perché l’idea stessa di mettersi alla prova è la negazione della sessualità affettiva. L’orientamento sessuale emerge già piuttosto chiaramente dalle fantasie masturbatorie ma i ragazzi devono essere ben consapevoli che la sessualità a due è realmente un’altra cosa e richiede una maturazione considerevole della affettività/sessualità. L’orientamento sessuale, qualsiasi esso sia, è una manifestazione dell’io profondo di una persona ed è una realtà irriducibile a modelli. Parole come gay, etero o bisex rappresentano delle generalizzazioni e delle astrazioni. Ciò che conta è il grado di accettazione di sé, non la maggiore o minore conformità ad uno o ad un altro modello astratto di comportamento. Bisogna essere molto chiari su un concetto, che d’altra parte ai gay dovrebbe essere già familiare: la frequenza statistica di un comportamento non definisce la normalità di quel comportamento rispetto ad altri comportamenti statisticamente meno frequenti. Cercare di incasellarsi per forza tra gli etero, tra i gay o tra i bisex, significa forzare la propria sessualità. Sono i modelli statistici che si devono costruire sulla realtà e non viceversa. Nessuna ansia quindi quando ci sfiora il dubbio che la nostra sessualità non trovi una definizione precisa. Se si scendesse nel dettaglio si vedrebbe che ci sono tra gli etero o tra i gay modi così differenti di concepire e di vivere la sessualità che si potrebbe dubitare addirittura che le categorie astratte di etero e di gay abbiano in realtà un valore. Ricordiamoci sempre che l’ansia è la prima nemica della sessualità e che ciò che conta è la vita reale.

Se volete, potete partecipare alla discussione su questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogay.forumfree.net/?t=32503372

VOGLIO CAPIRE SE SONO GAY O BISEXultima modifica: 2008-09-25T16:54:00+02:00da gayproject
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