LETTERA DI FEDERICO SULLA COPPIA GAY

Ricevo con autentico entusiasmo e doverosamente pubblico una mail di Federico, uno dei due protagonisti del post precedente “FEDERICO AMA DAVIDE”. Federico ha inteso non solo farci sapere che ha gradito la pubblicazione della sua storia, ma anche precisare che cosa significa in termini oggettivi, per due ragazzi gay, vivere in coppia. Questa mail presenta una quadro molto oggettivo e realistico della vita di una vera coppia gay ed offre uno spaccato di vita gay che merita la massima attenzione se si vuole evitare di credere nella “bella favola” dei due ragazzi gay che si innamorano al primo sguardo e vivono sempre felici e contenti. Se volete capire la “realtà” di una coppia gay, leggete questo post.

Riporto la mail di Federico integralmente augurandomi di incontrarlo quanto prima in chat.

Grazie Federico!

La tua è una testimonianza importantissima!

_________

Ciao,

per prima cosa (la meno importante) ti sto scrivendo su questo indirizzo mail, ma non so se preferisci che ti scriva quì oppure sul contatto che avevo usato la scorsa volta, o se per te fa lo stesso … fammi sapere!

Poi che ti posso dire … quando ho letto la tua risposta mi sono sentito un gran groppo dentro, una felicità ed un senso di realizzazione … ma sai? Mi sono venuti i brividi e la pancia mi si è annodata! Strano no? Certo io sono un tipo che somatizza alla grande ma è giusto per dirti che non pensavo di poterti “colpire” così con le mie parole … Alla fine scriverti ha fatto un gran bene anche a me, sai. Ho avuto modo di ripensare per bene al mio inizio con Davide, non che non lo faccia mai, anzi a volte con Davide ci mettiamo proprio a parlarne, sai quelle cose che poi ricordando ridi, e dici io facevo così? davvero? e tu come è che mi vedevi? cosa pensavi? che stupido che ero … ma tu eri, sei troppo bello … e via sull’andazzo che è troppo dolce farlo e pure divertente, e poi rivedersi un pò più giovani ed immaturi e inconsapevoli è un pò mantenersi come si era … Dio rinizio con le deviazioni, bhè mi sa che avrai capito come sono e ti toccherà portare pazienza con me … Dicevo che nel ripensare all’indietro all’inizio della mia storia con Davide per poterla raccontare a qualcuno che non ci conosce affatto, mi sono costretto ad uno sforzo di onestà più per me stesso che per chi mi sarebbe stato ad ascoltare, e nel farlo mi sono arricchito di dubbi, dettagli, critiche verso di me e meraviglia per la persona che ero e per quella che sono diventata perchè seppure io mi continua a riconoscere con linearità come il Federico di 12 ma anche 16 anni fa è indubbio che  qualcosa in me allora si è fratturato  e poi ricomposto ed è in questa frattura che sta tutta la differenza. A volte mi è venuto da pensare che il dolore ti può inaridire ed ingrigire, ti si piazza dentro e ti succhia via il meglio che hai, ma se sei fortunato a non rimanere del tutto solo, se sei abbastanza forte e perseverante, se ci credi e continui a guardarti attorno con un minimo di fiducia allora questo dolore nel tempo sedimenta e ti si impasta semplicemente dentro, e diventa quella parte di te che sa meglio sintonizzarsi con gli altri, che li sa vedere con più “comprensione” nel senso etimologico del termine, che li sa meglio perdonare perchè nel freddo, nel disincanto, nella cattiveria di quegli altri sa che spesso c’è anche quella parte di te che tu sei riuscito ad elaborare in altro modo, ma la base di partenza era la stessa per te e per loro: DOLORE. Solo tu sei stato più fortunato.

Ora dopo quel momento di autentica sorpresa e gioia mi sono messo a trotterellare tutto attorno, ho messo sù la canzone giusta e sono saltato sul letto sopra a Davide, svegliandolo un pò male poverino e beccandomi per la verità pure qualche vaffa, e l’ho abbracciato troppo anche da parte tua. Lui non ci capiva un bel niente, era tutto ancora assonnato, lui che ci impiega un pò a carbuare la mattina, mi guardava con gli occhi spalancati e ad un certo punto mi ha detto no, ti prego Fede non dirmi che abbiamo vinto dei soldi … Ecco,hai capito come ero? Con la faccia di uno che ha appena vinto l’enalotto!!! gli ho stretto la testa, l’ho baciato e gli ho detto si, abbiamo vinto ma è un premio di altro tipo, di quello che anche se sei milionario non ti puoi comprare. Gli ho dovuto spiegare tutto per bene, che ti avevo scritto di noi e che tu mi avevi risposto subito, subito e poi ho aperto il pc e gli ho letto la tua mail e poi gli ho mostrato la mia e la nostra storia  … e vederla là sul pc e sapere che delle persone la potessero leggere bhè faceva strano, davvero strano. Davide non sapeva che dire, lui non è molto bravo  a parlare a ruota alle cose come faccio io, però sai era molto felice e poi mi ha detto una cosa che ho trovato davvero bella, mi ha detto “Sai Fede, ora mi sembra che tutto quello che c’è tra noi sia leggittimato, come se il mondo dicesse, ok, ci siete, ne terrò conto, e penso che sia questo che per me vuol dire matrimonio, sapere che ci sia qualcuno che neppure ti conosce che dica questi due si amano e io lo vedo.” Il mio Davide …

Bhè proseguendo ed andando verso quello che è un pò il nocciolo della mia questione, poi io ho continuato a fare il matto, ho telefonato anche a Francesca ed ho buttato temo pure lei giù dal letto, ma tanto la mia stellina non me lo direbbe mai, e le ho detto apri subito il blog e guarda un pò … Non ci voleva proprio credere, una gioia incredibile anche per lei! Mi ha fatto promettere di dirti che ti abbraccia e ti dà un bacio in fronte da dove ti escono queste parole bellissime. Ed io l’ho faccio.

Riprendo il filo dopo l’ennesima parentesi, ma non preoccuparti sto andando al punto. Ora dopo tutte quelle parole e scoppiettii di gioia sono subentrato qualche ora dopo in uno stato un pò più serio e pensieroso. Davide era uscito a farsi una passeggiata con Nisa, la nostra cagna, ed io mi sono messo a riflettere. Mi sono detto ok, la storia è quella ma si ferma li? No. Assolutamente. Tu dici che potrei pubblicarla su Storie Gay (a parte che al caso mi dovresti spiegare che devo fare che sono un bel pò imbranato con queste cose) e che i ragazzi leggendola potrebbero vedere della luce ma quella luce non rischia di confondere? Mi spiego meglio mi è venuto questo scrupolo: ma alla fine non è che sembra troppo quasi una bella favola? E tutti vissero felici e contenti. Fine. Perchè in realtà non è affatto così semplice e temo che un ragazzo di 18-19 anni come ero io allora potrebbe essere pure sviato da una fine così. Ne ho parlato con Davide quando è tornato, lui dice che il problema semplicemente non esiste perchè la nostra storia non è finita, noi ci siamo, la viviamo, la evolviamo giorno dopo giorno, Francesca … bhè ha una idea troppo romantica dell’amore e lei ad un finale così ci crederebbe subito senza tanti problemi. Ma io mi chiedo, ma se questi ragazzi che leggono di me pensano che sia tutto semplice? Si può trovare la persona giusta, è una possibilità, magari si soffre ma quando si diventa una coppia il resto è il paradiso, fila tutto alla grande … sì, se uno di questi ragazzi la pensa così? Io sentirei in coscienza di aver combinato un gran casino. Perchè ripeto le cose non sono così facili nè semplici. Perchè se poi uno di questi ragazzi avesse queste aspettative io gli avrei dato in mano solo gli strumenti per distruggere la sua storia.

Stare insieme non è affatto una favola, non è facile. Riuscire a stare insieme per 12 anni è un viaggio che sai dove inizia ma non sai dove ti conduce e soprattutto non sai come ti può modificare. Stare insieme implica un continuo, serio e costante sforzo. Bisogna lavorare ogni giorno costantemente su sè stessi, bisogna essere onesti uno con l’altro ed esserlo con sè stessi che spesso è molto più difficile di quanto si pensi. Bisogna mettersi in gioco ed esporsi così tanto da averne paura, ma superare quella paura nella fiducia dell’altro. Bisogna mettersi in contraddizione, disfarsi e ricostruirsi. Bisogna pensare all’altro con costanza ma non con abitudine. Bisogna avere dedizione, prendersi cura dell’altro ma non soffocarlo. Bisogna imparare a gestirsi i propri spazi, coltivare i propri silenzi e non sconfinare in quelli dell’altro. Bisogna saper ascoltare. Bisogna tantissimo saper perdonare. Ed essere creativi. Non bisogna mai dare niente per scontato. Anche dopo 12 che conosco Davide so bene che non devo credere di conoscerlo così bene dal mettergli addosso dei pensieri, delle reazioni, delle emozioni  senza aver chiesto a lui se sono veramente i suoi. La gente cambia, si evolve e quello che può pensare un giorno per qualche strano evento o passaggio mentale o sedimentarsi di un qualcosa che si è infine elaborato non è più quello che si pensa il giorno dopo. E’ fondamentale non dimenticarselo mai. E non è affatto facile, lo assicuro.

Insomma è quasi uno sforzo quotidiano. E può pesare. Certo tu ami e lui ti ama. Cosa c’è di meglio? Però perchè negarlo a volte sei un pò stanco. Ma se tieni duro, se ti ripeti lui è la mia vita, lui lo fa per me bhè alla fine sei felice, sei pieno di lui e sei realizzato. E non sei solo. Mai. Magari lui sta lontano qualche giorno, qualche settimana per vari motivi ma te lo senti comunque vicino, vicino. Senti che lo vuoi e che non ti basta mai. Sai che può durare fino alla fine. A quella famosa fine.

Ora con Davide abbiamo avuto i nostri momenti difficili, se ci fossimo posati sugli allori della nostra felicità non staremmo più insieme. Il fatto è che entrambi anno dopo anno con determinazione e con testardaggine abbiamo scelto di stare insieme. E si, lo posso dire siamo ancora profondamente innamorati l’uno dell’altro. Perchè sai, si tratta solo di una scelta e forse è banale dirlo ma il pensare ogni giorno, io lo voglio, io lo desidedero e farò di tutto perchè questo continui è una scelta di vita che ci si presenta di continuo. E’ facile lasciar perdere, trascurare, pensare ok, mi fermo un attimo poi riprendo. Basta quell’attimo e già ci si è persi un pochino e poi riprendersi è un piccolo sforzo in più. Ora magari tutte queste parole sembrano un pò fumose, un predichetta saputella … ma io non sono il tipo, non lo sono mai stato, che sale in cattedra.

E’ che capisci, per dire io e Davide siamo due persone molto diverse. Io sono estroverso,  sono impulsivo e tutto quello che penso lo butto fuori, Davide invece è introverso, pensoso, e piuttosto sienzioso. Lo capisci bene che due persone così possono fare un pò di fatica a capirsi. Con il tempo io ho imparato a contenermi un poco e lui ad aprirsi un poco di più.  Ma se continuamente ci sforziamo di limare i nostri eccessi, nel contempo non vorremmo mai che l’altro cambiasse troppo, è importante per noi che ognuno rimanga fino in fondo fedele alla sua natura. E neppure questo è così facile in un rapporto forte come il nostro in cui c’è il rischio di una fusione che non fa certo bene alla vita a due, seppure uno potrebbe pensare il contrario. E’ importante dire ok, ti vengo un pò incontro ma uno sforzo lo devi fare anche tu, perchè io come sono mi piaccio e non voglio cambiare e non voglio che neppure tu cambi perchè se mi sono innamorato di te è per quello che sei. Abbiamo tanto litigato ed ancora lo facciamo per questi affari strani che sono i nostri caratteri diammetralmente opposti, ma poi so che Davide con una sola frase riesce a sintettizzare tutto quello che io dico con 20.000 parole e per me è un magia, come quando dietro alle mie mille capriole lui con un gesto molto semplice esprime il senso del mio sentimento, io d’altra parte sono un pò la sua voce anche se spesso troppo logorroica. All’inizio si stava per giorni e giorni, anche una intera settimana in uno stato di tensione aspettando che scoppiasse il temporale. Io parlavo, mi rodevo, lo stuzzicavo, lo attaccavo e lui sempre più a riccio. E quando Davide fa il riccio riesce ad essere davvero insopportabile, sembra che non ti veda neppure più. Poi iniziava a parlare,diceva la sua,ci si spiegava e finiva tutta là. Una cosa così semplice che se l’avesse fatto subito ci avrebbe evitato tutte le paturnie del caso. Io allora, che con lui per sdrammatizzare faccio sempre un pò il buffone, gli aprivo la bocca, ci guardavo dentro e gli dicevo, ma Davide sei ben sicuro di aver fatto uscire tutto, ma proprio tutto? O devo buttarti giù per la gola un amo e poi pescare? Lui allora si metteva, lo fa ancora, a ridere e mi chiedeva scusa. Insomma lui è come si dice un pò panza niura, si tiene un pò troppo dentro le cose e si fa un pò troppi trip da sè, ma l’importante è che continui a fare l’etna e che non diventi mai il vesuvio, che poi sarebbe la fine. Però è migliorato il nero se lo tiene per non più di tre giorni. Una altra cosa che ho visto essere terribilmente distruttiva, almeno per noi, è il pensiero del sacrificarsi totalmente per l’altro senza voglierlelo dire. Insomma voler fare gli eroi solitari. Dopo poco che ci eravamo laureati abbiamo rischiato grosso per questa cosa. Non avevamo come al solito che due lire in tasca e si doveva accettare ogni tipo di lavoro. Io lavoravo ad un call center, lui faceva il cassiere nel supermercato di un centro comerciale. Bhè lo puoi immaginare quanto potesse essere frustrante per noi due laureati in biologia lui con 110 ed io con 108, continuare  a  fare dei lavori così. Avevamo le nostre belle aspirazioni sia io che lui, i nostri sogni. Ma non se ne parlava mai tra noi perchè non si voleva appesantire l’altro e si giocava al tutto va bene comunque. Poi sia io che lui abbiamo avuto delle belle occasioni, ci hanno chiamati per diversi colloqui, abbiamo avuto proposte di cose che ci sarebbero troppo piaciute fare, ma o non ci avrebbero pagati, o troppo poco,o dovevamo pagare noi o andare troppo lontano per troppo tempo. Rifiutavamo, tutti  e due senza esitazioni, lo facevamo  volentieri per amore dell’altro ma non se ne parlava mai. Nessuno dei due sapeva del rifiuto, nessuno dei due sapeva in realtà neppure dell’occasione semplicemente non se ne parlava, non si voleva mettere l’altro in difficoltà nel mostrargli che si sacrificava qualcosa di prezioso ed importante per lui, non si voleva fargli vedere che esistevano per noi delle priorità e che in cima a queste stava lui, per non doverlo vedere anche solo sentirsi in debito o magari sentirsi costretto a fare lo stesso. Senza accorgercene abbiamo cominciato ad accumulare un mucchio di frustrazioni, di  risentimenti anche solo per noi perchè ci si sentiva inadeguati, perchè si avrebbe voluto che per amore niente costasse fatica, neppure il sacrificio della nostra realizzazione lavorativa, ed invece mica è così, la fatica c’è solo che si sa in cuor nostro che è la scelta migliore. Alla fine ci siamo ridotti alla corda. Non si parlava più se non a mugugni, pure io, pensa tu, ci si lamentava delle stronzate, tutto dava fastidio, si è arrivati al punto di pensare continuamente dell’altro ecco guarda un pò, io ho rinunciato ad andare in quel posto e lui non fa neppure lo sforzo di andare a pagare le bollette perchè dice che è troppo stanco … insomma hai capito cose così. Un giorno è scoppiato il finimondo per una stronzata che più di così non si può. Ci siamo detti di tutto, ci siamo pure menati, tutto un rinfacciare ed accusare  e poi ad un certo punto Davide ha detto, che stupidi abbiamo fatto le stesse cose l’uno per l’altro per amore ed ora ci odiamo. Non l’abbiamo fatto mai più di non parlarci delle nostre scelte, ora ne discutiamo sempre insieme.

E poi sai per davvero non bisogna mai darsi per scontato perchè capita di continuo che delle cose che per noi sono stupidissime a volte  per l’altro sono invece terribili. Ti racconto questa ultima cosa e poi concludo, ma per noi è estremamente significativa. Fin da quando abbiamo iniziato a convivere io avevo questo gesto di portare il caffè a Davide mentre era ancora a letto, perchè io sono un tipo che si sveglia presto, e poi ce lo bevevamo assieme. Magari io mi vestivo, preparavo le mie robe e posavo la tazzina un pò quà ed un pò là … insomma una sorta di rituale a cui io però non davo molto significato. Poi è successo che la caffettiera da due avesse problemi di guarnizione e si mettesse a sputare acque per tutto il gas. Io mi seccavo troppo, veniva su uno sputo di caffè e pure bruciaticcio  e mi toccava pulire, però avevo quasta pigrizia nel dire vado e compro una guarnizione nuova. Mi sono messo a fare il caffè con la moka da uno  e per questione di tempo o ancora di altra pigrizia lo facevo solo per me. Mi dicevo bhè per qualche giorno può pure farselo da sè il caffè quando si alza oppure andare a comprarla lui la guarnizione. Davide non diceva niente e non mi chiedeva il perchè non gli portassi il caffè  e per me era una cosa tranquillissima vederlo alzarsi e farselo per conto suo, si vede che a lui andava bene pure così. Mi sbagliavo. Per Davide quello era un autentico disastro affettivo. Soffriva come un cane e non me lo faceva capire, una sua vecchia brutta abitudine. Perchè per il mio Davide quel gesto per me tanto banale e routinario aveva invece un significato profondo ed importante. Per lui il vedere che gli portavo la tazzina con il caffè voleva dire che già da subito quando mi alzavo per iniziare la giornata lo pensavo, mi prendevo cura dei suoi bisogni, condividevo con lui un momento della mia giornata, il primo. Senza aveva la sensazione che lo trascurassi, che non lo pensassi più con l’affetto di prima, che già mi stessi stancando di lui. Anche quella è stata una crisi della malora. Per difesa mi ha quasi piantato. Aveva persino già preso degli accordi per andare a vivere in un altro posto. Ora quella nel nostro gergo di coppia è diventata “la crisi del caffè”. Tra noi è diventata quasi una vicenda epica, per lo meno molto significativa. A volte ci si dice stiamo andando verso una “crisi del caffè” e ci si intende subito si cambia rotta, anche per gli altri lo si dice per vicende amorose e no. E’ successo anche qualche settimana fa, Davide mi ha detto “Bada Fede c’è una crisi del caffè che ti si agita dentro” ed io mi sono messo a ridere perchè era proprio vero. E sai cos’è? Che se si riesce ad accettare che l’altro vede le cose sempre in un modo diverso dal nostro, che ci si deve confrontare di continuo, che si deve fare lo sforzo di non dare mai per scontato un gesto e non impigrirsi o rendere tutto una abitudine le crisi del caffè non verranno mai.

Ora vorrei che i ragazzi che iniziano una storia potessero capire questo che vivere una storia per lungo tempo è un pò come fare gli equlibristi. Raggiungi oggi un certo equlibrio interno, stai bene, sei troppo felice e poi un qualche evento esterno che magari tu proprio non volevi o non pensavi importante sposta tutto il baricentro della coppia e tu devi arrabbatarti per cercare un nuovo equlibrio. Se non lo fai cadi. E’ un bello sforzo è indubbio e con gli anni lo diventa di più. Certo se non fosse che tu come coppia ti mantieni in cammino non avresti tutte queste rogne ma alla fine ti fossilizzeresti ed anche quello è un gran brutto modo per uccidere un rapporto. Il difficile allora(o la fortuna se vogliamo dargli un altro nome) è non tanto incontrare la persona giusta per te, perchè di quelle credo ce ne siano magari anche diverse nel corso della vita di ognuno di noi, ma l’incontrare quella persona che vuole rimanerti a fianco per tutta la vita e lo vuole da subito senza mai metterlo in dubbio. E questo, si è solo questo il difficile.

Un conoscente, un gay di 42 anni, qualche anno fa mi disse: sai ho incontrato delle persone meravigliose ma ogni volta che cominciavo a vederne i diffetti finita la sbornia iniziale, alle prime difficoltà mi dicevo, bhè non è la persona giusta, se cerco troverò di meglio. Ora a distanza di tanti anni mi rendo conto che 2-3 persone lo erano quelle giuste ma io non ci ho capito un cazzo ed ora sono solo.

Ecco è tutto qui.

Spero di non averti annoiato, mi dilungo sempre così tanto, lo so. Ma per me è importante esporti questi miei dubbi, queste mie esperienze, alla fine sai a parte Davide e Francesca e pochi altri sono poche le persone con cui puoi veramente parlare e  sapere a priori di venire capito. Io ti vedo in fondo un pò simile a me, per lo meno nella costanza e nella dedizione amorosa che ci mette nelle cose che fai  e quindi so che di te mi posso fidare.

Ti voglio davvero bene e si anche io spero che presto possiamo sentirci in chat,

tuo Federico

P.S. non è che sono un grafomane è che sono proprio così anche quando parlo mi disperdo nei pensieri, mi dicono che sono una vera esplosione …. mah, migliorerò pian piano anche in questo.

LETTERA DI FEDERICO SULLA COPPIA GAYultima modifica: 2008-01-19T19:20:00+01:00da gayproject
Reposta per primo quest’articolo

2 pensieri su “LETTERA DI FEDERICO SULLA COPPIA GAY

  1. fantastico leggere queste esperienze,
    è trovarsi dentro e nel profondo della vita vissuta,
    concordo con le bellissime riflessioni, per esperienza che vivo soprattutto per i miei attuali 14 anni di convivenza con il mio compagno.
    E’ veramente un bel lavoro questo progetto.
    complimenti.
    matteo

I commenti sono chiusi.