SOGNI D’AMORE DI UN DICIOTTENNE GAY SBADATO

Da quello che leggo qui siete tutti più grandi di me e forse state un pezzo avanti però io qualche cosa da dire ce l’avrei anche se po’ sembrare il solito lamento del diciottenne innamorato del compagno di scuola… perché in effetti proprio di questo di tratta. Sono gay, o almeno penso proprio di esserlo, cioè in sostanza per me una ragazza non è un interesse sessuale, un ragazzo sì. I miei purtroppo lo sanno, non sono stato io a dirglielo, non mi sarei mai messo a rischio a questo livello ma c’è stato un incidente e hanno capito. Io ho una stanza mia ma con la porta senza chiave e il computer che adopero io sta nello studio, chiamiamolo così, cioè nella stanza dove si vive un po’ tutti… quindi io sesso in internet zero! Con un coraggio da disperato sono andato a Milano e ho comprato delle riviste gay. Abito in Lombardia ma a nord di Milano e non proprio vicinissimo, Milano, per me è un’altra città. Insomma ho comprato queste riviste e me le sono portate a casa. Le tenevo dentro una valigia chiusa con un lucchetto di cui io solo avevo la chiave e mi sentivo abbastanza sicuro. La valigia stava sotto l’armadio e nessuno si era mai sognato di andare a vedere che cosa ci fosse dentro. La sera tardi, quando tutti se ne andavano a dormire, io tiravo fuori la valigia stando attento a non fare rumore, e mi mettevo a guardare quelle riviste e mi masturbavo (ebbene sì!) guardando quelle cose. So benissimo che per ragazzi più grandi che hanno un compagno e che vivono una sessualità di un altro livello queste cose sono solo un misero giochetto da ragazzini frustrati però io questo sono e, tra l’altro, non so proprio se la situazione potrà cambiare nei prossimi anni… ma credo di no. Insomma, mi prendo le mie riviste, me le porto proprio a letto, ci faccio quello che ci devo fare… poi le rimetto nella valigia, chiudo il tutto e nascondo al meglio sotto il mobile ripulendo ogni traccia di polvere. Ma che è successo? Il diavolo ci mette sempre la coda! Una di queste riviste… e di quelle più ricche di foto inequivocabili, mi scivola sotto il letto senza che io me ne accorga. L’indomani me ne sono andato a scuola con la totale sicurezza che non sarebbe successo niente e invece è scoppiata la bomba atomica! Mamma era venuta e fare le pulizia in camera e aveva trovato la rivista, naturalmente aveva chiamato subito papà per dargli la notizia e insieme avevano messo su tutto il predicozzo che mi dovevano fare. Torno a casa… papà sta lì… strano! Perché in genere arriva alle due e mezza, e stanno insieme in cucina… stranissimo! Perché papà si ricorda che ha una moglie solo quando ci deve litigare… e invece non stavano litigando… stavano aspettando me per la “resa dei conti”! Io, poi, non immaginavo proprio quello che stava bollendo in pentola. Papà non mi dice nemmeno ciao, attacca subito: “Daniele… tu ci devi dire qualcosa… stiamo aspettando…”. Io pensavo che fossero cose di scuola, che fossero andati a parlare coi professori e ho detto cadendo dalle nuvole: “No… e che vi dovrei dire?” Allora mamma ha tirato fuori la rivista dal cassetto e mi ha detto: “E questa che cos’è?” La sensazione che ho provato in quel momento non la augurerei al mio peggiore nemico, volevo sprofondare, sparire, ma dovevo rispondere e subito, non c’era nemmeno tempo di pensare e non c’era molto da pensare, allora ho cercato di alleggerire: “Il fatto che sono gay? … e allora?” Papà mi avrebbe strozzato… ma si è contenuto e l’ha messa sul patetico, in pratica ha fatto la scena del genitore tradito ma non per il fatto che io fossi gay ma perché con loro non avevo parlato. Mi hanno chiesto chi mi aveva dato la rivista e ho detto che l’avevo comprata da me e loro erano preoccupatissimi. “Ma che figure ci fai fare!”, poi ho spiegato che l’avevo comprata a Milano e si sono tranquillizzati… perché pensavano che l’avessi comprata all’edicola sotto casa! Poi, dopo un po’ di scene, la cosa si è calmata. La sera ho svuotato la valigia, ho messo le atre riviste nella borsa di scuola in una busta anonima e la mattina dopo le ho buttate via con mio sommo rammarico… ma non c’era alternativa, perché quella valigia poteva essere oggetto della curiosità dei miei, come in effetti è successo la sera dopo, mi hanno chiesto di aprirla e io l’ho aperta e li ho guardati fissi negli occhi dicendo: “Ma che vi credevate di trovarci? Ma voi pensate che un ragazzo gay pensa solo al sesso? Ma voi di queste cose non ne capite proprio niente!” Ma adesso basta con al storiaccia della valigia.

Io a scuola ho un compagno un po’ speciale, anzi molto, si chiama Raffaele, siamo sempre stati amici in un senso un po’… non so come dire, non c’è mai stato sesso tra noi ma c’è stato un tipo di contatto spontaneo anche ti tipo fisico, ci diamo dei pizzicotti sulle guance, di abbracciamo (sempre e solo amichevolmente) qualche volta quando stiamo seduti sul divano di casa sua ci appoggiamo l’uno all’altro ed è una bella sensazione, si sente il calore che passa da un corpo all’altro e poi ci diciamo tutto… insomma, proprio tutto tutto no ma quasi… io a lui la storia della valigia gliel’ho raccontata, anche se non gli ho detto che erano riviste gay, però lui con me di ragazze non ha mai parlato e io la sensazione che sia gay ce l’ho fortissima, anche da certi segnali fisici evidenti perché ho notato che aveva l’erezione quando stava appoggiato a me e poi si è alzato restando di spalle e se ne è andato in un’altra stanza, però di queste cose non abbiamo mai parlato, io penso che siano ormai tacitamente accettate, anche perché se si trovasse a disagio avrebbe tutte le possibilità di andarsene, ma non lo fa! Io quando sto vicino a lui… be’… insomma, se fosse per me non mi tratterrei, ma lui preferisce fare finta di niente e continuare come se la nostra fosse solo un’amicizia tra ragazzi etero… Oddio, qualche volta il terrore che posa essere effettivamente etero mi prende, ma non mi sembra una cosa realistica perché i nostri contatti, per quanto limitati siamo sono contatti fisici e perché non credo che un etero possa avere un’erezione stando vicino a un ragazzo, anche se questo in realtà non lo so. Ho sentito parlare di etero curiosi, e potrebbe anche essere, ma che si tratta di un etero che ci è capitato totalmente per sbaglio non mi sembra credibile… E adesso la domanda: che si fa in una situazione del genere? Si resta in posizione di stallo aspettando che la cosa evolva da sé? Io sarei tentato di spingere un po’ però non so che fare e mi sento ansioso. E poi, dopo la storia della valigia, devo stare molto attento a quello che faccio. Adesso ci vediamo solo a casa sua oppure prendiamo il treno e andiamo in un’altra città, l’abbiamo fatto già tre volte… ma lì intimità non ce ne può essere. Io mi venderei l’anima per potere restare con lui un pomeriggio da soli senza che nessuno ci possa mettere il naso, io vorrei almeno godermi la presenza fisica di Raffaele ma non c’è praticamente nessuna possibilità che succeda… Riuscirò mai a realizzare i miei sogni? Perché quando sei giovane devi solo aspettare? Poi la vita passa!

 

SOGNI D’AMORE DI UN DICIOTTENNE GAY SBADATOultima modifica: 2007-10-17T16:50:25+02:00da gayproject
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