AMICI PER FIGLIO GAY SOLO

La lettura delle chiavi di accesso ai blog spesso mi fornisce lo spunto per i miei post, oggi una chiave mi ha particolarmente colpito: “amici per figlio gay solo”.  A questa chiave di accesso dedico questo post.

La chiave di accesso “amici per figlio gay solo” lascia intravedere la figura di un genitore che è in cerca di amici per un figlio gay che patisce troppo la solitudine. In effetti si tratta di un atteggiamento molto raro, in un certo senso qui il problema dell’accettazione è ampiamente superato: un genitore si accorge della solitudine del figlio gay e cerca di trovare lui stesso un rimedio ma, non per scoraggiare una tale buona volontà, bisogna dire che il discorso è di difficilissima realizzazione. Per un ragazzo gay, specialmente se dichiarato (peggio ancora se ha fatto dell’omosessualità una bandiera), trovare amici non è sempre facile, può accadere, ma non esistono ambienti protetti in cui queste cose siano favorite e in qualche modo siano meno rischiose. Quando parlo di rischio intendo dire che un ragazzo gay investe sulle amicizie molte aspettative che coinvolgono necessariamente, in modo più o meno esplicito, anche al sfera sessuale. E in ogni caso le amicizie possono derivare solo da una scelte reciproca delle persone direttamente coinvolte e non possono essere condizionate dall’esterno, nemmeno quando questo condizionamento è dettato dalla migliore buona volontà. Se si tratta di un figlio gay molto giovane il problema può essere ancora più complicato e in ogni caso la soluzione del problema spetta solo all’interessato che “deve” reagire, “deve” assumere un atteggiamento positivo, per il semplice fatto che non ci sono alternative di nessun genere. In un certo senso, un atteggiamento troppo interventista dei genitori non mi sembra una buona cosa perché non spinge il ragazzo a cercare un’autonomia. Anche un atteggiamento iper-colloquiale da parte dei genitori, cioè la tendenza a diventare i confidenti unici del figlio, si risolve in un danno sostanziale perchè “l’immersione nel mondo reale” per un ragazzo gay è assolutamente indispensabile, ogni tentativo di fuga dalla realtà in un ambiente familiare iper-protettivo non è che un rinvio del momento della verità. Un genitore deve avere un ruolo di sostegno, deve offrire delle sicurezze affettive ma non può sostituirsi al figlio in nessun modo. Evitando di fare una bandiera del proprio essere gay (il che non significa non essere quello che si è) è possibile entrare in molti ambienti e trovare lì degli amici, ma sono gli stessi ambienti nei quali vivono tutti gli altri ragazzi. In sostanza non esiste un mondo separato dei gay, con amicizie speciali e organizzazioni speciali. I ragazzi gay non possono non integrarsi nel mondo degli altri e devo sottolineare che, da quello che ho visto moltissime volte, tra ragazzi gay e ragazzi etero nascono delle splendide amicizie che possono durare tutta una vita. L’idea che siccome si è gay si sarà respinti del mondo etero e bisognerà rifugiarsi in una specie di mondo a parte “tutto gay” è la più  grande assurdità che si possa concepire in termini di rapporti gay-etero, rapporti che sono spesso estremamente coinvolgenti anche per i ragazzi etero e che, tra l’altro, evitano le complicazioni che un rapporto gay-gay (quindi con implicazioni sessuali esplicite) può avere tra persone moto giovani e molto facili alla delusione e allo scoraggiamento. Ci sarebbe molto da dire sul senso delle prime esperienze sessuali, che non dovrebbero mai essere appesantite da aspettative o da eccessive sottolineature di valore, perchè sono prime esperienze e possono essere vissute molto meglio in termini di gioco e di risposta alla curiosità piuttosto che di scelte di fondo della vita. La drammatizzazione del sesso lo distrugge in partenza. In altri termini direi che il sostegno che si può dare ai figli non deve essere per loro né un assillo né un alibi per non crescere, nello stesso tempo un genitore può aiutare il figlio a non mitizzare la sessualità, a non considerarla se non un completamento di una dimensione affettiva più generale. I figli devono avere la certezza di trovare nei genitori un punto di riferimento “se serve” e nello stesso tempo di essere pienamente liberi nelle loro scelte senza perdere l’affetto dei genitori. Se l’affetto dei genitori diventa “condizionato” diventa in sostanza un mezzo di ricatto. Ho visto un padre che aveva accettato che il figlio fosse gay ma tentava di scegliergli lui il ragazzo, e la cosa è paradossale.

Nel romanzo “Andy” che sto pubblicando a puntate su questo blog, nei capitoli dal terzo in poi, si mette in evidenza l’esperienza diversissima dei due protagonisti: Marco, ragazzo gay amato dai genitori e messo da loro sempre al primo posto, tra errori e ingenuità, ma con amore, e Andy, ragazzo gay rifiutato dalla famiglia nel modo più duro. La soluzione che si profilerà alle difficoltà affettive di Andy sarà una sua quasi adozione da parte ei genitori di Marco. Nella sostanza Andy non avrà solo bisogno dell’amore di Marco ma anche di quello dei genitori di Marco, un amore di tipo diverso ma un amore ugualmente necessario.

AMICI PER FIGLIO GAY SOLOultima modifica: 2007-10-01T18:10:13+02:00da gayproject
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Un pensiero su “AMICI PER FIGLIO GAY SOLO

  1. Non esiste un’ambiente speciale x nessuno e le associazioni gay sono soltanto un ghetto assolutamente sconsigliato dal sottoscritto.
    Come sempre è la forza di volontà e la voglia di farcela a portare i figli fuori dal loro guscio

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