FIGLI GAY

Ciao rega’ mi sfogo un pochettino almeno qua, che oggi m’hanno proprio rotto… eh! Chi? Indovinate un po’… io non so ma a voi non vi capita? Il posto peggiore che mi verrebbe in mente per viverci è casa mia, tutti si fanno i cavoli di tutti, i miei no perché me li tengo per me ma certe volte mi verrebbe proprio di mandare tutti a quel paese. Sempre a rompere che sto sempre su internet… ma dove dovrei stare? Con loro a vedere la televisione? Ma per carità! L’altro giorno facevano “Mio figlio” con Lando Buzzanca, una storia gay e ne avevano parlato tanto anche su internet, e io che dovevo fare? Dovevo andare da mia madre e chiederle di vedere una cosa come quella? Ma come fai? E loro prima stavano vedendo un’altra cosa, poi hanno visto quello ma io che dovevo fare? Mi dovevo mettere a vederlo con loro e poi magari fare pure finta che non me ne importava niente, adesso mo’ un commento sul “Mio figlio” ce lo devo mettere, ho visto che gayproject l’ha commentato, insomma, sono d’accordo ma mica tanto, io una cosa non la capisco: ma perché una vicenda simile deve essere tutta incentrata sul padre e non sul figlio? Questo non lo capisco e non mi piace. Quella era la storia di un padre che ha un figlio gay, ma era la storia del padre, non del figlio, ma perché non fanno vedere la storia dalla parte del figlio, cioè perché non fanno vedere quello che un figlio gay deve sopportare da un padre? Adesso non voglio fare troppo casi personali, qui a parte la storia del film, e m’è piaciuto quando gayproject ha detto che un gay per essere accettato da suo padre deve essere un eroe, però per un ragazzo gay i genitori sono spesso il problema più grosso. Per me almeno è stato così. Finché ero bambino il problema non c’era, poi dai tredici anni io ho capito come stavano le cose, cioè ho capito che ero gay, io l’ho capito subito in modo chiaro, senza traumi di nessun genere, mi sembrava una cosa assolutamente ovvia, ma con chi ne dovevo parlare? Con papà? Così ci restava secco! O con mamma? Così avrebbe attaccato a fare una lagna che non finiva più… No! Cavoli miei erano già a 13 anni e fingere in casa propria non è facile, ma io l’ho fatto per tanti anni e lo faccio anche ora. Loro credono sempre di capire tutto, certe volte mi danno delle spiegazioni dei miei comportamenti che sono così assurde che non so come facciano a inventarsele, tutta una serie di contorcimenti psicologici, tipo il fatto che non ho una ragazza perché ho paura di impegnarmi e cose del genere, tutte cose che non mi sono mai passate per la testa e la situazione mia non è la peggiore perché so di amici miei che sono stati mandati dallo psicanalista per anni, perché quando loro, voglio dire i genitori, non riescono ad accettarti come sei non è che ci sono due strade, o cambiano loro o cambi tu, non è così, di strada ce n’è una sola, sei tu che devi cambiare, così dopo ti accettano e ti vogliono bene. E lo credo che ti accettano, perché dopo sei come loro! Ma io non sono come loro. Loro sono ipocriti fino all’incredibile certe volte fanno i patti col Padre Eterno, tipo se tu fai questo allora io ti faccio quest’altro, insomma tentano di corrompere pure il Padre Eterno, io in chiesa non ci vado da moltissimo tempo e almeno non mi sento ipocrita. Adesso non vi dovete credere che sono un figlio scapestrato che fa solo il comodo suo, a 23 anni sto per finire gli studi in tempo e bene e ho pure lavoricchiato, quindi non ho capito di che si lamentano, il disturbo lo tolgo presto, però si lamentano lo stesso. Io ho detto che vorrei conciare a lavorare il più preso possibile per avere la possibilità di vivere per conto mio perché la libertà mi manca come l’aria e mamma s’è messa a fare una lagna: ma che cosa ti manca qui? Ma qui tu puoi fare tutto quello che vuoi, ma noi abbiamo cercato di non farti mancare mai nulla, ma non lo capiscono che è proprio la liberà che mi manca. Io un ragazzo non ce l’ho, in pratica non ne ho mai avuto uno, nemmeno così per dire, ma portare a casa un amico una sera per fare una chiacchierata, proprio niente di più di una chiacchierata… no! Non si può fare nemmeno quello, c’ho provato una volta sola e l’ho pagata cara: ma chi è? Chi non è? Ma che è venuto a fare? Ma dove l’hai conosciuto? … proprio una cosa così… e allora basta! se devo vedere qualcuno resto in macchina lontano dal portone. Mio padre poi ogni volta che vede qualcosa di diverso, ma anche solo che sente che io nomino una persona che lui non conosce, ricomincia la solfa. Io non ne posso più, non voglio fare il bambino tutta la vita, adesso devo finire di studiare e per fortuna mi manca poco ma poi me ne voglio andare per conto mio con chi mi pare, a parte il fatto che se portassi un ragazzo a casa, ma tanto è un’ipotesi assurda, quelli lo farebbero scappare a gambe levate, non li sopporto io, figuratevi uno che non li deve sopportare per forza! Vabbe’, adesso l’ho detta: a me dei padri dei figli gay non me ne importa un cavolo a me interessano i figli gay, non i genitori e i “loro” problemi psicologici!

FIGLI GAYultima modifica: 2007-09-03T23:53:47+02:00da gayproject
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