COMPORTAMENTI DEI GAY DI FRONTE AL SESSO

Permettetemi qui una tipica riflessione gay. Un ragazzo gay per crescere sul piano emotivo e affettivo deve imparare dalla realtà una lezione fondamentale e cioè che i gay sono tanti e sono molto diversi l’uno dall’altro e, aggiungerei, perfino l’identità sessuale, comune in teoria ai gay, non è per niente una identità. Cercherò di costruire il mio discorso a partire proprio da questo punto. Conosco molti ragazzi gay, tutti ottimi ragazzi, ma il loro approccio alla vita affettiva e alla vita sessuale è quanto mai vario, tanto che dubito profondamente che si possano identificare caratteristiche comportamentali simili fra i gay anche restando solo in ambito sessuale. Al di là della preferenza per persone dello stesso sesso non credo che abbia realmente senso andare. Ci sono ragazzi gay che tendono a sublimare la sessualità e a non viverla e addirittura ad evitare le occasioni di un contatto autentico anche a livello sessuale e preferiscono vivere il loro essere gay a livelli di proiezioni, di fantasia e di masturbazione mettendo quasi da parte a priori l’idea che un contatto con un altro ragazzo possa avere anche una valenza sessuale. Esiste poi una seconda categoria di ragazzi che non evitano le occasioni per principio ma considerano così pericoloso cercare occasioni reali che finiscono per rinunciarci o per ridurre i tentativi a una dimensione assolutamente sporadica, occasionale e non convinta. Direi che questi ragazzi, a differenza di quelli che ho citato prima, hanno un desiderio “concreto” di contatto anche su base sessuale, ma richiedono tutta una serie di premesse, se vogliamo di condizioni di serietà e di sicurezza, che quanto più è rassicurante tanto più è improbabile. Anche per questi ragazzi l’attività sessuale principale resta la masturbazione ma nella loro vita esiste anche qualche contatto sessuale reale, magari a livello minimo, ma reale, e il ricordo di queste cose si stampa profondamente nella mente di questi ragazzi e, in proporzione della gratificazione che quei contatti sessuali hanno provocato, il ricordo di quei momenti contribuisce a creare l’archetipo del contatto sessuale. Se un ragazzo è rimasto deluso dei suoi primi contatti sessuali, a qualunque livello, finirà per essere molto esitante di fronte alla sessualità, se invece avrà sperimentato una sessualità seria, nell’ambito di rapporti di amore o quanto meno di rispetto reciproco, manterrà un atteggiamento positivo rispetto alla sessualità diretta. Le due categorie di ragazzi che ho cercato di descrivere mantengono comunque una visione della sessualità come attività finale e di coronamento di un rapporto affettivo profondo e che va costruito con la massima serietà, in altre parole, questi ragazzi hanno una dimensione affettiva matura, a parte le questioni collegate al sesso, socializzano facilmente, hanno amici, hanno desiderio di parlare di sé e di ascoltare, a questi ragazzi piace essere coccolati, piace sentire il calore delle attenzioni, non necessariamente sessuali, di altre persone, hanno in altri termini una reale disponibilità affettiva, non si chiudono. Sia ben chiaro che i ragazzi della seconda delle due categorie che ho citato possono anche avere un’esperienza sessuale concreta consistente, negli anni possono avere avuto rapporti sessuali anche con più di un compagno, ma in ogni caso, per loro, il sesso è amore, non sono portati spontaneamente a ipotizzare che si possa fare sesso al di fuori di un rapporto affettivo che abbia un minio di serietà. Ovviamente questi ragazzi, in momenti di crisi, possono anche essere portati a buttarsi via facilmente e addirittura ad avere contatti sessuali casuali e pericolosi, ma si tratta di eccezioni, delle quali, dopo, si pentono in modo pesante per tornare a una visione del sesso come attività che ha senso solo nell’ambito di un rapporto affettivo che abbia almeno un minimo di serietà. Una terza categoria di comportamenti si può individuare tra i ragazzi che, per varie ragioni, hanno ormai separato la sessualità dall’affettività, questi ragazzi considerano spesso la sessualità un gioco, con varie sfumature che vanno dal considerare il sesso “anche come un gioco”, nel senso che conservano almeno una parte della loro sessualità legata al mondo affettivo, a considerarlo “solo come un gioco”. Per questi ragazzi la masturbazione non costituisce più l’attività sessuale principale, essi cercano freneticamente contatti che, quando non possono essere stabili, sono anche assolutamente occasionali ma sono frequenti. Per questi ragazzi la sessualità a due rappresenta una spinta compulsiva fortissima che li tiene in continuazione alla ricerca di occasioni, per loro, masturbarsi costituisce l’eccezione e non la regola e, tra l’altro, un’eccezione che ha per loro il sapore di una sconfitta perché non riescono a trovare la loro soddisfazione in altro modo. Questi ragazzi, in genere, cercano il sesso per il sesso, ma, ci tengo a sottolinearlo, sono per un altro verso estremamente disposti a un contatto affettivo serio con quelli che loro chiamano amici ma che sono in realtà per loro dei veri amanti con i quali non c’è però contatto sessuale, con i loro amici cercano un contatto affettivo profondo ma poi sono incapaci di stabilire con loro un contatto che implichi un’affettività anche sessuale stabile e la loro attività sessuale resta frenetica e vissuta con estrema variabilità, spesso con persone sconosciute. Quando questi ragazzi riescono a trovare contatti affettivi giusti, che siano per loro realmente gratificanti, in diversi casi, tendono a ricostruire un collegamento tra affettività e sessualità. Il segno di questo momento è rappresentato dall’abbandono della sessualità casuale e promiscua e dalla riscoperta della masturbazione, considerata questa volta come una forma di sessualità soddisfacente. Come accade in tutte le schematizzazioni, anche quella in quella che ho tratteggiato sopra ci sono ampie zone border line ma, direi, il parametro che mi sembra fondamentale è costituito dalla maggiore o minore connessione della sessualità con l’affettività. Il discorso sul sesso che ho cercato di fare fin qui fa da introduzione al discorso sulla complessità e la variabilità del mondo gay, ove oltre i fattori di tipo sessuale giocano moltissimi altri elementi spesso anche pesantemente condizionanti, come l’educazione più o meno libera, l’interiorizzazione della morale religiosa, il contesto familiare e sociale. Per il momento mi fermo qui, mi basta aver dato un’idea che dire “gay” non significa in effetti dire molto nemmeno in termini di comportamenti sessuali.

COMPORTAMENTI DEI GAY DI FRONTE AL SESSOultima modifica: 2007-12-20T16:00:00+01:00da gayproject
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3 pensieri su “COMPORTAMENTI DEI GAY DI FRONTE AL SESSO

  1. Ho spesso riflettuto su questa questione, ed è una questione non da poco. Come è già stato detto in altri post e in altri commenti, essere gay non significa necessariamente tutto in comune. Ovvio visto che siamo prima persone e poi, tra le altre, gay. Io penso di essere abbastanza vicino alla seconda categoria descritta… anche se credo, all’interno di una affettività seria, di avere poche o nulle inibizioni. Tutto poi dipende ovviamente dai gusti, per così dire, e dai gusti del partner, tra i quali è giusto e necessario che venga a formarsi un equilibrio. A volte quasi son tenatto di vedere come una limitazione, un handicap, l’impossibilità di avvicinarmi nemmeno da lontano ad una situazione del terzo tipo (mamma mia, sembra che sto parlando dei marziani!!). Scherzi a parte, mi sembra che in una sessualità vissuta nella terza maniera, l’appagamento sia poco ed effimero, motivo per cui la ricerca dei contatti è continua e quasi ossessiva. A parte questo probabile eccesso, però, a pensarci non credo che ci sarebbe nulla di male a vedere qualche volta il sesso anche solo come un gioco. Oltre che piacevole potrebbe essere anche edificante. Mi piacerebbe sapere dagli altri ragazzi del blog come la pensano su questo tema. Se anche loro si vedono nella seconda categoria, ci riescono (anche solo mentalmente!!) a vedersi in un caso simili alla terza? Si sentono, altrimenti, il peso di non riuscirci mai? Un saluto a tutti!! Spero che anche i nuovi arrivati vogliano dire la loro!!

  2. beh questa è una questione molto interessante. allora, tra le tre categorie, io appartengo sicuramente alla seconda. cioè per me il sesso è strettamente collegato all’affettività. ci sono esperienze sessuali e pratiche sessuali che potrei fare soltanto con la persona che amo e con nessun altro. anzi credo che la sessualità personale di ogni essere umano, gay o etero che sia, sia una costante esplorazione di sè e del proprio compagno. mi spiego meglio. quando ho una relazione affettiva seria con una persona, sento il bisogno di approcciarmi sessualmente per esprimere anche in quel modo l’amore che provo nei suoi confronti e di conseguenza mi sento piu aperto, anche ad esplorare nuovi orizzonti, per dare e ricevere amore. per me la terza categoria di persone non la capisco proprio. cioè, io non capisco come si possa trarre del piacere a fare sesso con persone senza provare il minimo sentimento. si indubbiamente ci puo essere piacere fisico, ma dopo cosa ti resta? non c’è cosa piu bella di fare l’amore e dopo accoccolarsi con la persona che si ama di piu al mondo e continuare a scambiarsi tenerezze, baci, abbracci. penso che queste cose valgano piu dell’atto sessuale vero e proprio. io come ritter, non mi ci vedrei mai nella terza categoria. ne soffrirei troppo emotivamente credo. e comunque penso che il sesso vissuto come un gioco sia una cosa molto speciale e che non abbia niente per cui essere svalutata. nel senso che giocare insieme al proprio compagno, e divertirsi scoprendo cose nuove sia molto bello e gratificante. sia a livello sessuale che emotivo. ci si sente in complicità, in armonia. e la complicità sessuale, ti rende molto vicino alla persona che ami, quasi ad essere una cosa sola.

  3. Questo è un argomento davvero molto stimolante e sebbene in linea di massima non mi piace categorizzare ammetto che una suddivisione generica di approcci alla vita,al sesso e ai sentimenti è teoricamente possibile.
    Intanto concordo con l’esistenza delle prime due categorie,ma mi sembra che il passaggio tra la seconda e la terza sia un po’ troppo radicale.
    Sembra qusi che i ragazzi gay siano stati suddivisi tra santi e porci ma non è davvero così.
    Ho visto ragazzi identificabili con la seconda categoria egocentrici,pretenziosi,arroganti e sensibili solo nelle situazioni a loro più congenite (ovvero quelle precedute dal pronome “io”)…ecco,in linea di massima il senso pratico di queste persone era pari allo “zero” e i loro partner (veri o potenziali che fossero) non erano altro che accessori x “addobbare” un fasullo teatrino sentimentale.
    Una volta che il teatrino diventava noioso o non all’altezza delle proprie fantasie (e sottolineo fantasie) queste anime tanto emotive e sensibili non impiegavano molto a disfarsi della zavorra.
    Allo stesso tempo ho visto molta dignità,bellezza ed onestà anche tra persone che magari escono insieme,si divertono e fanno sesso senza x questo avere una storia sentimentale.
    E poi chi ha detto che un approccio giocoso nei confronti della vita e del sesso debba costituire x forza un fattore negativo?
    Se la testa rimane collegata al resto del corpo e ci si mantiene onesti non vedo perchè non si possa essere aperti a diverse possibilità.
    Non è che a volte ci si prende un po’ troppo sul serio e si rischia una visione eccessivamente in bianco e nero delle cose?
    E notate bene che la mia è una domanda e non una risposta..

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