EDUCAZIONE SESSUALE GAY

Questo post è dedicato alla educazione sessuale con particolare riguardo alla educazione sessuale dei ragazzi gay. Parto da una osservazione concreta. Nel parlare quotidianamente di sessualità con ragazzi gay di tutte le età, riscontro sistematicamente i danni provocati da una educazione sessuale distorta o meglio sarebbe dire dalla totale assenza di una educazione sessuale che possa essere degna di questo nome. Ancora oggi, nel 21° secolo ormai inoltrato, i ragazzi hanno ancora delle sessualità un concetto legato a tabù di vario tipo, la sessualità è vista non come una realtà ordinaria, vissuta quotidianamente da tutti, ma come una specie di territorio nello stesso tempo affascinante e proibito al confine tra il gioco e l’affettività, un territorio che attira e nello stesso tempo intimorisce, che promette cose meravigliose ma che può provocare fortissime delusioni. Questa visione della sessualità come realtà che deve restare nascosta perché porta in sé una nota forte di trasgressione, dato che tutto quello che ha a che vedere col piacere sessuale appare intrinsecamente trasgressivo, è ancora profondamente radicata specialmente tra i ragazzi più giovani e tende piano piano ad affievolirsi con l’andare degli anni. È molto più facile parlare seriemente e senza tabù di sessualità con un ragazzo tra i 35 e i 40 anni che con un ragazzo intorno ai 20 anni che è ancora profondamente condizionato da modelli comportamentali e di interpretazione di origine esterna. Ci sono ancora oggi parecchi ragazzi ventenni che non hanno un’idea realistica di come gli altri vivano la sessualità e che, quindi, tendono a considerarsi unici e a vedere la propria sessualità come anomala o affetta da qualcosa di patologico quando di anomalo o di patologico non c’è assolutamente nulla. Aggiungo che ci sono ragazzi 20enni letteralmente terrorizzati dall’idea che qualcosa della loro sessualità possa trapelare ai loro genitori. In certi ambienti, ancora oggi, i ragazzi gay subiscono delle vere forme di violenta repressione che li induce purtroppo a fare scelte che nel tempo si dimostreranno devastanti per la loro vita affettiva e per il loro equilibrio personale. Mi capita di parlare con ragazzi di oltre 20 anni che non hanno mai avuto prima nessuna possibilità di parlare seriemente della loro sessualità. Parlare con questi ragazzi permette di capire la profondità del loro disagio e la necessità che hanno di essere rassicurati e di poter guardare il futuro con una speranza concreta. Per uscire da certi ambienti e guadagnarsi una vera autonomia ci vuole uno sforzo enorme e questi ragazzi sono spesso del tutto abbandonati a se stessi e scoraggiati in ogni loro tentativo di emanciparsi e di costruirsi una prospettiva migliore. Molto spesso le famiglie o sono assolutamente incapaci di rendersi conto delle difficoltà dei figli o sono portare a considerare prioritario che si segua il modo di vivere tradizionale per mantenere una onorabilità almeno di facciata davanti alla gente. In certi ambienti, ancora oggi, un ragazzo 20enne non può permettersi di non avere una ragazza se non vuole essere sostanzialmente emarginato. Lo stato di sofferenza provocato da queste situazioni è veramente pesante. Qui non solo non c’è una educazione sessuale alla libertà e alla responsabilità ma c’è una vera forma di violenza educativa che non propone ma impone, con forme pesantissime di ricatto mascherato, modelli coercitivi di comportamento. A questo atteggiamento impositivo si contrappone quello di completo disinteresse che è invece caratteristico di ambienti che si ritengono più aperti e liberi. Va sottolineato che, per i ragazzi, parlare seriemente di sessualità e chiarire i propri dubbi in questa materia è fondamentale e l’assenza di qualsiasi forma di confronto finisce per indurli a cercare il confronto lontano dalla dimensione del quotidiano, negli ambienti che, per l’etichetta gay che portano, appaiono i più adatti al confronto in tema di sessualità. Parlo in primo luogo della pornografia, che presenta modelli apparentemente gratificanti e semplici ma dotati di una forza di persuasione ben al di là di quella delle parole. Negli anni passati la pornografia in internet si presentava con criteri di forte aggressività e in forme molto stereotipate, l’accesso ai siti era in genere a pagamento e la presenza di dialer per addebitare all’utente spese telefoniche molto alte era un deterrente che aiutava a tenere la grande maggioranza dei ragazzi fuori da quegli ambienti. Oggi le cose sono cambiate, i siti porno gratuiti sono molti (si finanziano esclusivamente con la pubblicità a tema) e recentemente si stanno diffondendo i blog creati da singoli utenti per raccogliere foto dal web e per ri-pubblicarle, è il fenomeno del re-blogging, che ha un particolare significato quando si parla di siti erotici (qui non si parla esplicitamente di pornografia ma di contenuti attinenti la sessualità anche in modo più largo, come foto di nudo o candid con qualche interesse sessuale). Il re-blogging ha portato alla creazione di siti che ormai della vecchia pornografia pesante presente su internet anni fa hanno decisamente ben poco, sono gestiti con buon gusto, alcune volte non hanno finalità commerciali e non c’è da meravigliarsi che abbiano un pubblico in progressivo aumento. Anche questi blog a tema erotico però presentano inevitabilmente modelli di comportamento. La pornografia e oggi anche il re-blogging di contenuti erotici costituiscono per parecchi ragazzi gay il modello sessuale di riferimento, in qualche modo la vera educazione sessuale. Va tenuto presente che l’approccio dei ragazzi con la pornografia è molto precoce e che in genere il primo contatto avviene tra i 13 e i 14 anni, quindi in un’età estremamente recettiva rispetto ai contenuti attinenti alla sessualità. L’uso della pornografia è strettamente connesso con la masturbazione ed è, al massimo, argomento di discussione con i coetanei, ma questo accade soprattutto per i ragazzi etero, per i quali parlare di queste cose con i loro amici è comunque possibile e non rischioso, per i ragazzi gay è invece facile rendesi conto dai discorsi degli altri ragazzi che la sessualità di quei ragazzi è un’altra ed è facile dedurne l’errata conclusione che nella propria sessualità c’è qualcosa di sbagliato. I ragazzi etero arrivano a parlare tra loro della loro sessualità, della pornografia e della masturbazione e questo consente loro di rendersi conto del loro essere come gli altri. Per un ragazzo etero i messaggi provenienti dalla pornografia sono filtrati attraverso i discorsi con gli amici ed hanno una valenza meno importante che per i ragazzi gay che su quegli argomenti non hanno una possibilità di confronto interpersonale. Aggiungo che i primi rapporti sessuali dei ragazzi etero sono in genere notevolmente più anticipati dei primi rapporti dei ragazzi gay e si presentano come una specie di patente da adulto, per i ragazzi gay invece, la masturbazione sulla base della pornografia sostituisce la sessualità vissuta con persone reali per periodi molto lunghi e finisce per consolidare i modelli offerti dalla pornografia. C’è poi un altro elemento che gioca nettamente a sfavore dei ragazzi gay. Un ragazzo etero può ammettere anche in famiglia di avere una simpatia per una ragazza e può vederla anche a casa sua, alla presenza dei genitori, che in genere vedono la cosa con occhio benevolo purché non si vada troppo oltre almeno in modo visibile. I genitori sanno bene, anche se fingono di non saperlo, che i figli e le figlie hanno una loro vita sessuale anche se giovanissimi, ma danno tutto questo per ovvio e scontato, in sostanza non se ne meraviglierebbero affatto. Per un ragazzo gay invece la sessualità è fin dall’origine qualcosa da nascondere, da tenere in una dimensione privatissima di assoluta invisibilità, relegata ai momenti in cui nessuno può intervenire. Per un ragazzo gay, le opportunità di parlare seriamente di sessualità gay sono molto ristrette almeno fino ai 18 anni, poi, anche attraverso internet si arriva, talvolta pericolosamente, a situazioni in cui è possibile parlare anche di sessualità gay, ma spesso i contesti sono i meno appropriati e sono quelli legati alle chat erotiche e ai siti di incontri in cui i discorsi sono finalizzati agli incontri e le possibilità vere di confronto serio sono decisamente ridotte. L’educazione sessuale dei ragazzi gay presenta una enorme complicazione che consiste nel fatto che, purtroppo, non esiste di fatto una società matura capace di integrare l’omosessualità, in questo senso una educazione a comportamenti liberi, che sarebbe in assoluto la più desiderabile, finirebbe per essere dannosa per lo steso ragazzo e lo metterebbe seriamente a rischio in ambienti in cui l’omofobia è ancora profondamente radicata. I discorsi sulla sessualità servono certamente a creare un confronto ma anche e soprattutto a fare diminuire l’ansia, ed evitare l’idea che la sessualità, e quella gay in particolare, sia una specie di successione di tappe obbligate. Parlare serve a sdrammatizzare, a togliersi dalla mente l’idea di “avere un problema” di essere “un po’ anomalo”, di dover per forza trovare una spiegazione a tutto, di dover interpretare qualsiasi pensiero che ci passi per la mente per scoprirne i risvolti più riposti. Parlare di sessualità serve a ridimensionare e a riportare le cose in prospettive meno emotivamente condizionate, a capire che la sessualità è una cosa complessa e che ciascuno ha i suoi tempi, i suoi ritmi e suoi condizionamenti che vanno accettati per quello che sono.
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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=2413

EDUCAZIONE SESSUALE GAYultima modifica: 2012-04-26T17:33:01+02:00da gayproject
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