SE LA MASTURBAZIONE GAY DIVENTA UN PROBLEMA

Nei miei colloqui in chat con ragazzi gay di tutte le età, la masturbazione è un argomento ricorrente e la cosa non sorprende di certo, ne ho già parlato molte volte da vari punti di vista, qui intendo soffermarmi su una questione specifica cioè sulla masturbazione vissuta da un ragazzo gay come “problema”.

Nella grande maggioranza dei casi, i ragazzi gay vivono la masturbazione come un momento decisamente positivo. Nella masturbazione un ragazzo gay, che non vive in coppia e non si dà a incontri sessuali con persone sconosciute, trova l’unica possibilità di vivere la propria sessualità.

E anche di fronte a un rapporto a due, tanto più se casuale, la masturbazione continua ad avere un ruolo fondamentale di sessualità vera e libera, al punto che la soddisfazione sessuale di un ragazzo gay trova una misura nella maggiore o minore corrispondenza del vissuto di coppia con le fantasie masturbatorie. Un ragazzo che realizza le sue fantasie masturbatorie con il proprio compagno e le rivive nella masturbazione quando il compagno non c’è, si può dire sessualmente realizzato.

Un ragazzo che fa sesso con un ragazzo e si masturba pensando ad un altro vive una situazione di disagio e la sua relazione sessuale è palesemente non libera. Il disagio è poi profondo quando un ragazzo che ha una vita di coppia eterosessuale si masturba pensando ad un ragazzo.
In questo senso la masturbazione è un po’ un indicatore della qualità della vita sessuale di coppia.

Nella stragrande maggioranza dei casi, la masturbazione, proprio perché sentita come manifestazione della propria sessualità profonda, è vissuta con forte partecipazione, spesso molto più forte di quella che si realizza nella vita di coppia. Il disagio, in questo casi, non si concretizza “nella masturbazione” in sé ma nella non corrispondenza delle fantasie masturbatorie con la sessualità di coppia.

Esistono però delle forme di disagio legate alla masturbazione in sé. Per arrivare a capire di che cosa si tratta, pensiamo alla masturbazione e ai suoi profili positivi sia in termini di fisiologia che in termini psicologici, le due cose andrebbero sempre considerate in modo unitario, ma per semplicità le presenterò distintamente.

Innanzitutto, sotto il profilo fisiologico il piacere è connesso all’erezione, alla stimolazione del pene e alle fasi che precedono l’orgasmo. L’ orgasmo rappresenta fa fase di massima intensità del piacere sessuale, ma anche l’ultima fase della masturbazione, dopo la quale si perde l’erezione e si entra in una fase refrattaria in cui, per un periodo di tempo non brevissimo, è pressoché impossibile avere un secondo orgasmo. La fase refrattaria è in genere una fase di massimo rilassamento e i ragazzi che si masturbano a letto la sera sanno bene che dopo la masturbazione ci si addormenta con facilità. Tutti i ragazzi imparano per pratica a rinviare l’orgasmo il più possibile, proprio al fine di trarre dalla masturbazione tutto il piacere possibile.

La masturbazione è una realtà di ordinaria amministrazione nella vita di tutti i ragazzi, gay e non, ma lo è in particolare per i ragazzi gay, se si considera che per loro la sessualità a due è più un’eccezione che la regola. L’ordinarietà della masturbazione ne comporta una frequenza nella grande maggioranza dei casi quotidiana.

Sotto il profilo psicologico, le fantasie sessuali, basate in genere su ricordi delle prime esperienze legate alla sessualità, aiutano a mantenere l’erezione tenendo alta la concentrazione sui contenuti della sessualità più profonda. Le fantasie sessuali non incontrano di regola nessun ostacolo e nessuna remora di carattere esterno (morale, religioso o altro) e rappresentano l’assoluta spontaneità sessuale del ragazzo.

La masturbazione serve anche a rispondere a stati di eccitazione emotiva e sessuale che non è possibile risolvere in altro modo. E’ classico l’esempio del ragazzo che va in palestra, vede i suoi compagni nudi nello spogliatoio, poi torna a casa e si masturba rivivendo quei momenti.

I disagi connessi alla masturbazione si manifestano in vario modo e grado. Livello solo indicativo potremmo riassumerli così:

1) Assenza della masturbazione (per periodi più o meno lunghi, dell’ordine dei mesi), quando un ragazzo, che non ha una vita sessuale di coppia, non prova nessun interesse per la masturbazione. In genere si tratta di sintomi di patologie importanti e non di semplici problemi psicologici.

2) Rifiuto della masturbazione (per periodi più o meno lunghi, da una settimana in su), quando un ragazzo, che non ha una vita sessuale di coppia, pur provando una spinta interna forte a masturbarsi (erezione che ritorna nonostante il tentativo di reprimerla, fantasie sessuali che tornano a farsi sentire, nonostante il tentativo di reprimerle) mette in atto un tentativo deliberato di resistere e non si masturba. Si tratta di tipici casi di auto-repressione sessuale e il problema è tipicamente psicologico.

3) Forte variabilità nella frequenza della masturbazione che non è considerata come cosa normale ma come cosa eccezionale.

4) Mancata masturbazione di fonte a stimoli sessuali che di norma porterebbero alla masturbazione. Quando un ragazzo pur essendosi trovato in situazioni sessualmente coinvolgenti non si masturba pensando alla situazione nella quale si è trovato e dissocia l’esperienza, pure coinvolgente a livello sessuale, dalla masturbazione.

5) Masturbazione con stimolazione pressoché esclusivamente fisica, senza o con ridotta partecipazione emotiva. In questo caso il fine non è il piacere ma solo l’orgasmo, o piuttosto la fase refrattaria che lo segue, come se di volesse scaricare la sessualità. La masturbazione in queste situazioni è breve, dura pochi minuti o meno di uno, non risulta gratificante né a livello fisico né a livello psicologico ed è seguita da momenti di disgusto e di disagio.

6) Masturbazione preceduta, accompagnata e seguita da sensi di colpa, come se si stesse trasgredendo un divieto fondamentale.

Quando un ragazzo attraversa periodi di profondo stress o vive conflitti interiori laceranti o per varie cause il suo equilibrio psicologico è significativamente compromesso, la sessualità ne risente e emergono i disagi della masturbazione. Quando quel ragazzo ritrova il suo equilibrio psicologico la masturbazione torna ad essere pienamente soddisfacente e gradevole.

Quali sono le situazioni tipiche in cui si rilevano disturbi della masturbazione? Ne elenco alcuni.

1) Quando un ragazzo che ha avuto una vita sessuale etero si rende conto che le sue fantasie masturbatorie sono gay, è portato a pensare che i suoi interessi gay sono legati solo alla masturbazione e che eliminando la masturbazione la sua sessualità resterà etero al 100%. La masturbazione gay è vista erroneamente in questo caso come una sessualità recessiva rispetto alla sessualità etero di coppia.

2) Motivazioni di carattere religioso spesso condizionano i ragazzi in modo pesante proprio in fatto di masturbazione, tuttavia l’affermazione: “sono molto religioso, quindi non mi masturbo” con la quale si giustifica il rifiuto della masturbazione, dovrebbe spesso essere capovolta: “siccome sono sessualmente inibito sono molto religioso”. Spesso non è realmente la religione ad inibire la sessualità, ma ragazzi sessualmente inibiti trovano gradevole trovarsi in ambienti in cui il rifiuto della masturbazione è addirittura un valore.

3) La negazione della propria sessualità masturbatoria è segno di dipendenza psicologica da persone, da autorità o da sistemi di valori che richiedono a un ragazzo la totale obbedienza e la conformità a un modello. Poco importa che questa richiesta sia reale soltanto percepita.

4) La svalutazione della masturbazione, ridotta a pura questione fisica, e la mancata risposta masturbatoria in situazioni che tipicamente le comporterebbero sono talvolta legate a fasi depressive o a toni depressivi dell’umore.

Che cosa si può fare? Al solito mi limito a una risposta schematica. Un disturbo della masturbazione non è una patologia ma un sintomo. Laddove non ci siano gravi patologie ma solo disturbi della sessualità, va tenuto sempre presente che il benessere sessuale si realizza solo nel quadro di un benessere psicofisico generale. Quindi mettendo completamente da parte l’idea di curare il sintomo trascurando l’equilibrio complessivo, direi che la prima cosa da fare è realizzare una socializzazione vera dei ragazzi perché possano non sentirsi soli e perché a loro non manchi mai il confronto su nessun tema e in particolare sul tema della masturbazione che deve essere sdrammatizzato e presentato in una dimensione di assoluta normalità. Parlare di masturbazione non è un tabù, ma una delle poche cose intelligenti che si possono fare per portare i ragazzi a una visione della sessualità come dimensione ordinaria della vita, e questo vale a maggior ragione per i ragazzi gay che hanno bisogno di sentirsi rispettati e amati per quello che sono.

Se volete, potete partecipare alla discussione su questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogay.forumfree.net/?t=30786478

SE LA MASTURBAZIONE GAY DIVENTA UN PROBLEMAultima modifica: 2008-08-07T22:09:31+02:00da gayproject
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