DISAGIO DEI GAY

Lasciatemi dire la mia sul disagio gay. Il disagio gay esiste e non è affatto riducibile alla omofobia ai comportamenti discriminatori o all’ansia del coming out. La situazione di disagio che un gay prova non lo abbandona in nessuna età della vita. Ci si rende conto di essere gay e di non essere accettati, si è rifiutati in famiglia o costretti al silenzio e alla finzione, si è rifiutati in chiesa e costretti all’ipocrisia o a mettere da parte l’idea della religione, si è rifiutati a scuola, dove di tutto si parla meno che di omosessualità e dove l’omofobia assume l’aspetto dell’aiuto ad un ragazzo in difficoltà. Il disagio c’è poi nel coming out o nell’evitare il coming out. Il disagio c’è nel cercare contatti gay, cosa nella realtà della vita quotidiana molto più difficile che nel mondo virtuale di Internet. Poi c’è il disagio che deriva dal rendersi conto che un altro ragazzo gay è un altro mondo e che la comunicazione è difficile. Per quei pochissimi che riescono a creare un rapporto serio con un altro ragazzo le possibili delusioni sono sempre in agguato e anche quando non esistono in atto, il semplice fatto che potrebbero concretizzarsi da un momento all’altro è fonte di insicurezza. Per quelli che vivono una relazione c’è lo scontro con la famiglia, il diffuso rifiuto di fronte alle coppie gay, la difficoltà si sopravvivere in un mondo in cui il pregiudizio è diventato addirittura dogma e fondamento della morale. Poi, quando gli anni passano, quando le forze diminuiscono, quando si comincia a rinunciare e il tramonto si avvicina c’è il disagio della solitudine. Le coppie di anziani gay sono rarissime. La vita affettiva di un anziano gay è completamente negata perché l’anziano gay, che spessissimo ha vissuto solo tutta la vita, è destinato a morire solo. Non ha nessuno su cuoi appoggiarsi, per i parenti, spesso i nipoti, uno zio gay vecchio è solo una preoccupazione, se ha una casa vive o sopravvive lì finché è autonomo, se non ce l’ha è costretto a chiedere l’aiuto dei parenti che, quando va bene, lo tollerano. Quante coppie anziane vedete voi in televisione raccontare le loro storie, e sono trattate con affetto e con rispetto, ma quante coppie gay anziane vedete? E quante coppie gay giovani? Mai nessuna! Naturalmente c’è la mitologia gay che contribuisce a creare disagio illudendo le persone e proiettandole in un mondo irreale. E poi, diciamola tutta: tra i gay esiste una corsa al si salvi chi può, all’individualismo, al non vedere mai oltre il proprio naso e anche i rapporti d’amore, dopo le fasi iniziali di un innamoramento mitico, sono spesso profondamente deludenti nel quotidiano e negli esiti finali. La depressione è la compagna silenziosa di molti gay, più o meno coperta da ideologie varie. Insomma, non lo devo dire a voi… essere gay è difficile e spesso si fa di tutto per credere alla befana e per non aprire gli occhi. Mi rendo conto che questo mio intervento potrà sembrare (e forse lo è) il sintomo tipico della depressione o almeno della delusione, ma vi dico che non è così, vuole essere solo una presa di coscienza della realtà, senza fughe, per evitare la politica dello struzzo che per un gay è quanto mai pericolosa.

E adesso vi propongo un sondaggio. Vi chiedo, secondo il mio solito modo di procedere, non quali ritenete che siano le cause principali del disagio dei gay, ma quali sono nella vostra vita concreta di oggi le cause principali del vostro disagio. Vi ringrazio anticipatamente per la partecipazione.

 

accettare di essere gay

omofobia e resistenze verso l’omosessualità in famiglia

silenzio obbligato su argomenti attinenti l’omosessualità

rapporto con la religione

sentirsi estranei nell’ambiente della scuola e percepire l’assenza del punto di vista gay

problemi connessi col coming out

difficoltà di trovare contatti con ragazzi gay

difficoltà di comunicazione e incomprensioni con altri ragazzi gay

delusioni nel rapporto affettivo con altri ragazzi gay (falsità, tradimento)

ansie connesse all’incertezza del futuro di una coppia gay già costituita

essere rifiutato dalla famiglia in quanto gay che vive in coppia

comportamenti discriminatori sul lavoro

pettegolezzi, pregiudizi e moralismo

essere considerato oggetto di scherno

solitudine sostanziale in età matura o senile

depressione

inserimento forzato in contesto sociali ove l’omosessualità non è tollerata

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DISAGIO DEI GAYultima modifica: 2008-01-25T00:30:00+01:00da gayproject
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4 pensieri su “DISAGIO DEI GAY

  1. In fondo lo sono quasi tutti!!! Il problema sta a come l’individuo esorcizzi e affronti le paure.
    Dalla mia posso dire un solo disagio…quello non di poter essere chiamato nonno un domani. Quello di non poter godere dei miei nipoti ed essere magari un punto di riferimento.
    i gay sono anche definiti i “tristi”, perchè ci sono quelli che amano troppo e quelli che non amano affatto.

  2. Ma allora io mi ci impunto troppo!! Divento un ariete e vado avanti a testa bassa e chissenefrega!!! Io voglio arrivare in coppia fino agli 80, di più fino ai 100, ai 120!!! Voglio battere ogni primato!! Lo farò per me ma anche e tanto per dare fiducia a te!

  3. Uhm… Beh, accettare di essere gay è stato tremendo, ma fa parte del passato ormai. Ora faccio fatica a trovare un ragazzo e questo mi manca tanto. Poi ho tanta paura di rimanere solo in fututo, perché figli e nipoti non credo proprio che ne avrò e… qualcuno ci deve pur essere! Tutto sommato essere gay mi crea un po’ di difficoltà in più, certo, ma non mi sento particolarmente vittima di una situazione sfortunata, tutto sommato. Però non so fino a che punto sia il mio sentire sincero, forse un po’ mi obbligo a non buttarmi giù! Ma non troppo…

  4. Le difficoltà nell’essere gay sono tante,io penso che la principale sia l’individualismo da parte dei singoli che,spesso e volentieri,è ben peggiore degli atteggiamenti ostili da parte della società.
    Credo comunque che in questa giungla il modo di rapportarsi alle difficoltà sia ancora molto importante,ma è chiaro che i problemi esistono e spesso sono difficili da affrontare.

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