AFFETTI GAY E SCHIFO DELLA VITA

Ciao Ragazzi,

permettete oggi al vostro gayproject uno sfogo di natura strettamente personale. In genere non ho problemi di lavoro e tutto sommato non mi pesa lavorare, ma in qualche caso il lavoro diventa una cosa odiosa e non per il lavoro in sé ma per la gente che hai intorno, che non fa nulla e pensa solo a fare pettegolezzi e a regolare in continuazione i conti di faide personali nate da frustrazioni e da meschinità inenarrabili. Ebbene oggi per me è una giornata da schifo, sono tornato a casa, ho la pressione alta, non sto bene e il tutto per delle motivazioni infime! E nei prossimi giorni avrò il disagio di andare al lavoro e di incontrare gente che mi irrita e che non sopporto. Tutto si può fare a questo mondo, anche fare finta di niente quando ti camminano in testa ma l’istinto cerca strade di libertà. Non voglio diventare schiavo di nessuna istituzione e per nessun motivo, meno che mai per ambizione o per soldi! Alla mia età! … e con il terrore che mi prende quando guardo il calendario e penso al tempo che passa! … Voglio essere me stesso per lo meno da vecchio, non voglio sprecare il mio tempo a fare “altro” voglio vivere il tempo che mi resta per le cose che amo veramente, per i valori in cui credo e per i ragazzi che ho incontrato. Se sacrificassi queste cose in nome di altro mi sentirei degradato, venduto, asservito a cose che non mi interessano e che, a parte l’apparenza, non hanno alcun senso. Del rispetto formale della gente che non mi interessa non so che farmene! Della Cultura con la C maiuscola non so che farmene! Non voglio vivere asservito a nulla e a nessuno… la mia libertà, i miei affetti, il mio tempo valgono molto di più e queste cose voglio dedicarle alle persone che amo, alle persone che mi rispettano per quello che sono “veramente”… Ma desso basta con gli sfoghi! … perché per fortuna il mio mondo non si basa su nessun mito esterno (leggi: professionalità, quattrini, carriera, incarichi vari, fumo sociale o culturale) ma su cose molto più serie e molto più vere!

Finalmente torno a casa, col mal di testa e con la pressione alta… e mi ritrovo due righe di “sonosempreio” che mi dice che il suo esame è stato spostato, che spera di tornare preso sul blog e mi saluta con affetto. Adesso è sotto pressione e mi sono guardato bene dal chiamarlo per non creare distrazioni,  anche se parlare in chat con “sonosempreio” per me è sempre stato gradevolissimo, un colloquio senza rischi di incomprensioni, senza rituali, senza falsità, una cosa seria e vera, dove non si recita a soggetto! Ecco… due righe di “sonosempreio” sono per me la migliore medicina. Sono queste le cose per le quali voglio vivere, le altre sono falsi miti. Ieri notte ho passato più di un’ora in chat con Manufree che mi chiamava da Valencia e anche nel parlare con lui non ho avuto minimamente la sensazione di sentirmi fuori posto… sarei rimasto a parlare tutta la notte ma mi ha detto: le batterie del mio computer sono bassissime, tu continua a parlare ma tra qualche minuto la linea cade… dopo circa 10 minuti è successo e ci sono rimasto male perché si era creato un clima molto gradevole. E mi torna in mente quello che è successo ieri dopo la pubblicazione del commento di Salvatore, con Distillato, e con Orso, un ragazzo che ha una dimensione umana profonda e vorrei tanto che ci desse una mano a fare funzionare questo nostro blog. Questa è la mia vita vera. C’è chi ha avuto il coraggio di dirmi che questa è una vita virtuale mentre la vita “vera” sarebbe quella dalla quale qualcuno pensa che io tenti di sfuggire… Probabilmente certe persone non capiranno mai il valore delle cose vere, di quelle dietro le quali non c’è nessun rapporto di dare e avere, delle cose del mondo affettivo vero. Adesso mi sento di nuovo sereno… forse il blog è la medicina dell’anima. Adesso la storia l’ho detta tutta e, in fondo, nessuno mi potrà togliere la felicità che mi viene da questo blog e dai ragazzi che ho conosciuto tramite questo blog. Certe volte mi chiedo come reagirebbero quelli che lavorano con me se sapessero che questo blog è la metà della mia anima… io penso che mi lincerebbero, e poi comincerebbero una infinita litania di pettegolezzi… C’è tantissima gente, anche fra quelli che io frequento tutti i giorni, che ancora oggi pensa che la parola gay sia un insulto… e quelli cosiddetti intelligenti, invece, pensano che forse la parola gay non è proprio una parolaccia, ma un blog gay è una cosa stupida perché in fondo non è cultura! Ma non mette conto curarsi di queste persone. Io vivo per i gay e da loro ricevo delle bellissime manifestazioni di affetto senza queste cose mi sentire un uomo finito. Questa è la mia vita!

AFFETTI GAY E SCHIFO DELLA VITAultima modifica: 2007-10-31T17:00:00+01:00da gayproject
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2 pensieri su “AFFETTI GAY E SCHIFO DELLA VITA

  1. Bè, sono contento che il proprietario di questo blog sia un essere umano vero. Vorrei rivolgermi a te a volte, ma non conosco il tuo nome, i nostri rapporti sono sempre postati; oggi sento che ti scorre il sangue nelle vene, e ho letto con piacere lo sfogo di “gayproject” . Non ti conosco personalmente, ma sei frizzante come un bambino, traspare la forza e la sensibilità che c’è in te quando scrivi, e non continuare a dire che sei vecchio; solo oggi puoi avere la voglia di vivere e reinventarti, dopo anni di esperienza che ti hanno insegnato a scartare le cose inutili della vita. Solo adesso puoi essere pronto a dire la tua, un uomo senza storia non è nessuno, oggi tu hai una storia.
    E sai cosa è giusto dire e pensare. Hai ragione, hai delle cose più importanti per cui vivere, hai i tuoi angoli che nessuno potrà toglierti mai, come questo blog che è il risultato di un uomo che ha vissuto, e che ama sorprendersi ancora con la titubanza di un ragazzino. Oggi dico io a te, grazie gayproject per essere qui con noi a sognare, e perchè no?
    A costruire qualcosa di positivo con l’educazione della parola, io sono con te. Ciao Salvatore.

  2. Il sogno del mio amico Antonio:” una vita degna di essere vissuta”.

    Mi chiamo Antonio. Il mio nome non mi è mai piaciuto, perciò ho sempre preferito farmi chiamare Tony. Mi si addice di più. Ho 30 anni, faccio il salumiere a tempo pieno e ultimamente ho pochissimo tempo libero a causa del trasloco. Sì, dopo 4 anni insieme a Gianluca, ho deciso di andare a vivere insieme a lui. Non ha dovuto insistere tanto a dire il vero. E’ un po’ che nutro in me il desiderio di andare a vivere per conto mio. Solo che a Gianluca si è presentata un’occasione e quindi l’ha colta. L’abbiamo colta…. La casa in realtà è un trilocale: non è grandissima, non ha il giardino, ma ha un box auto dove uno dei due potrà parcheggiare la macchina, e si trova a metà strada tra la sua casa/madre e la mia. Non è arredata, ma non è un problema: sia io, sia Gianluca abbiamo un corredo personale costruito dalle nostre rispettivi madri, in vista di un matrimonio che non avremo mai. Come dicevo, stavo già covando da tempo l’idea di andare a vivere per conto mio. Per 5 anni, era diventato il mio pensiero fisso, ma allora, quando avevo 25 anni, ero ancora un lavoratore part time, che faticava ad arrivare a fine mese. Poi è cambiato tutto. Mi sembrava inutile continuare ad accontentarsi di un lavoro soddisfacente sul piano umano, ma poco renumerativo, perciò ad un certo punto sono riuscito a dire basta. Ho cominciato a mandare curriculum a destra e a manca e adesso lavoro stabilmente in un altro ipermercato nella zona di Varese. Ho dei colleghi fantastici, un capo severo ma giusto, e il lavoro non mi pesa quasi per niente. Gianluca invece è impiegato presso uno studio che si occupa di…, non ho ancora capito cosa. So solo che a differenza mia, il lavoro lo stressa parecchio. A volte torna a casa così nervoso che prima di rivolgergli la parola faccio passare almeno una buona mezz’ora.
    In questi cinque anni insieme, abbiamo già sperimentato la vita di coppia e sembriamo davvero ben assortiti… Io sono super disordinato, lui è l’ordine fatto a persona.
    I primi tempi avevamo anche qualche discussione su questo mio difetto, ma ultimamente ho cercato di controllarmi, e adesso riesco ad essere un po’ meno… Unno. Per quanto riguarda le faccende domestiche, Gianluca sembra essere un colf nato: sa stirare camicie, pantaloni, giacche, magliette, calzini, mutande… sarebbe in grado persino di stirare un preservativo… E poi: sa cucinare bene, sa usare la lavatrice… Io riesco a cucinare quel poco che basta per non morire di fame, non indosso camicie perché non le so stirare bene, calze e mutande non le stiro nemmeno perché tanto anche se stropicciate non le vede nessuno, e si, so usare la lavatrice. Gianluca quindi è un perfetto casalingo.
    In questo nostro tuffo, i nostri rispettivi genitori si stanno dimostrando davvero molto entusiasti. Mio papà ci sta aiutando con il trasloco e si è dimostrato subito convinto della nostra decisione. Dice che siamo una coppia perfetta, e non importa quante difficoltà potremo avere. Ci siamo trovati e non ci lasceremo più. Spero sia vero… I suoi genitori, invece, hanno voluto aiutarci con l’anticipo del mutuo… Diciamo che io e Gianluca lo consideriamo come un regalo di… nozze. Per il resto dovremo cavarcela da soli, ma la sola idea ci rende elettrizzati. Mia mamma è quella che si è dimostrata un po’ preoccupata per questa nostra scelta. Secondo lei siamo ancora troppo giovani… A 30 anni? Finalmente riesco a realizzare due sogni in una volta sola: quella di andare a vivere per conto mio, e quello di coronare il mio personalissimo sogno d’amore. Cosa posso chiedere di più? Settimana prossima, sia io sia Gianluca, saremo in ferie. Avremo così la possibilità di portarci avanti con i lavori in casa. Di questo passo penso proprio che il prossimo Natale lo festeggeremo a casa. A casa nostra!
    Il trilocale non è nuovissimo, ma è in perfette condizioni, quindi non dovremo fare nessun tipo di lavoro prima di andarci a vivere… Resta solo da organizzare l’inaugurazione…
    Gianluca e io, abbiamo deciso di fare una festicciola intima (solo pochi amici) per inaugurare la casa… Forse faremo la serata dello “scambio regali & auguri” assieme all’inaugurazione. Già non vedo l’ora. Adesso sono felice.
    Eppure una volta era tutto così diverso, talmente diverso che a pensarci adesso, mi sembra di guardare la vita di un’altra persona, totalmente diversa da me. Sono stato un ragazzo triste e vuoto di emozioni positive. Un ragazzo con un barlume di speranza così debole, da sembrare una candela agli sgoccioli della sua esistenza. Mancava poco al fumo. Ma poi ho conosciuto Gianluca. Poi ho cambiato posto di lavoro. E da lì, la mia vita è cambiata.
    Ho dovuto seguire un percorso che avevo già fatto in passato, nel 2002. Dieci anni fa’, in seguito ad un periodo di crisi nera, scrissi una lista. Volevo cambiare la mia vita e decisi di partire con ciò che mi riusciva meglio: scrivere. Stesi una serie di propositi e riuscii a realizzarli. La mia vita cambiò nel giro di un mese. Ci guadagnai in tranquillità e benessere emotivo, ma persi Giacomo. Ricordo che avrei pagato oro per sapere come sarebbe cambiata la mia vita da lì a 10 anni, e oggi, agli sgoccioli del 2012, posso guardarmi allo specchio e pensare che la mia vita sia perfetta. Eppure…
    Dentro di me, sento qualcosa che mi rende inquieto. So di essere arrivato ad un punto della mia vita, in cui ho realizzato finalmente tanti aspetti fino a poco tempo fa’ insoddisfacenti: il lavoro, la famiglia, il benessere fisico, emotivo ed economico… E’ tutto ok, e non ho proprio nulla di cui lamentarmi. Eppure non basta. Ho raggiunto la felicità dopo tanti anni, ma essa sembra sempre scivolarmi dalle mani ogni volta che l’afferro. E così ricomincia l’inseguimento. Un nuovo obiettivo, un nuovo desiderio. Lo struggimento, la forza di volontà e la conquista. Fa tutto parte di un disegno chiamato “ricerca della felicità”. Ed è un ciclo continuo dove ogni volta che stai bene, che stai veramente bene, cerchi un input nuovo, un nuovo obiettivo. E forse non lo fai più tanto per cercare la felicità, quanto per sentirti vivo.
    Ieri sera, dopo il lavoro, sono andato a casa di Gianluca. I suoi erano a cena da amici e quindi l’appartamento era tutto nostro. Mi ha coccolato come al solito: vasca da bagno già riempita d’acqua bollente, tavola apparecchiata… Il tempo di lavarmi la fatica di una dura giornata di lavoro di dosso ed eccomi a tavola. Poi abbiamo guardato la tv sul divano, abbiamo parlato della giornata appena trascorsa e ci siamo buttati a letto… Facciamo l’amore guardandoci negli occhi, come a volerci parlare sempre e comunque. Nel suo sguardo vedo eccitazione e amore nello stesso frangente, e questa è una di quelle cose che mi fa ringraziare il destino per averlo portato a me. Ci addormentiamo.
    Non so cosa mi svegli. Siamo a fine ottobre e fuori soffia un po’ di vento. Il cielo oggi era molto nuvoloso, ma non ha piovuto. Ho avuto per tutta la giornata un senso di costrizione… Proprio come avrebbe potuto sentirsi un cielo nuvoloso che non scarica la pioggia… Mi alzo con delicatezza per non svegliare Gianluca e mi metto in piedi davanti al letto, davanti al mio ragazzo. Lui dorme profondamente e ha l’aria così dolce e beata che vorrei avvicinarmi e sfiorargli la fronte con un bacio. Mi limito ad osservarlo e a pensare. Come sarebbe la mia vita oggi, senza il mio lavoro, senza le mie poche amicizie, senza Gianluca, senza i miei genitori, senza Alex, senza mia sorella e senza i miei suoceri? Se per assurdo il Domino della mia vita fosse stato imperfetto, e se uno dei tasselli avesse innescato la perdita di qualcosa di importante, che ne sarebbe stato di me? Spesso mi pongo questa domanda, e spesso rabbrividisco all’idea di perdere quello che ho oggi.
    Dopotutto non v’è certezza nel domani, ma quello che abbiamo ora, è lì davanti a noi. Basta non sottovalutarlo mai, e difficilmente essa si dissolverà.

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