GRAZIE SALVATORE

Ciao Salvatore,

sono tornato dal lavoro e ho subito acceso il computer, il precedente intervento l’avevo messo su in mattinata prima di leggere il tuo commento, poi all’ora di pranzo ho letto il tuo commento e sono scappato di nuovo al lavoro, e adesso sono qui a chiederti scusa di non avere capito niente, di avere letto il tuo blog in modo superficiale, di avere pensato che tu fossi interessato soprattutto agli aspetti letterari e culturali del mondo gay, quelli che in realtà mi interesano di meno. Poi ho letto il tuo intervento e mi sono sentito completamente stupido. Ecco, è così che mi sento adesso nei tuoi confronti, uno che non arriva a capire il senso di fondo di quello che legge. Forse non era facile, ma il fatto che io abbia cercato di archiviare tutto rapidamente è imperdonabile. Con una esperienza come la tua penso tu abbia molto da dire, e col tuo intervento lo hai fatto in modo magistrale. La forza della verità pura e semplice vale più di qualunque discorso. Salvatore, io non avevo capito che persona tu fossi realmente e me ne dispiace moltissimo. Sono quelli come te che danno dignità al mondo gay. Posso solo dirti che ti stimo moltissimo per quello che hai fatto e vorrei che questo contatto che si è creato non si perdesse perché questo blog ha bisogno di serietà e di verità e vorrei tanto che persone come te mi dessero una mano a farlo vivere, non per il blog in sé ma per il fatto che può diventare un momento di confronto serio sulla vita dei gay. Da quello che hai scritto ho imparato molto e mi sono reso conto che la mia visione del mondo gay è vecchia e che quello che io posso fare da solo è poco o niente. Quanto vorrei che le stesse spinte verso la dignità che hanno dato a te la forza di fare una scelta difficile animassero moltissimi altri ragazzi che vivono adesso le cose che tu hai vissuto dieci anni fa. Mi hai dato una lezione di dignità e di questo ti ringrazio di cuore. Ciao Salvatore. Un abbraccio.

GRAZIE SALVATOREultima modifica: 2007-10-29T20:16:41+01:00da gayproject
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Un pensiero su “GRAZIE SALVATORE

  1. Grazie, spero sempre di poter contribuire a questo blog, raccontando le mie esperienze personali, sempre attento nella ricerca di un equilibrio interiore che spesso può sfuggire.
    Giuseppe, oggi ti parlerò di lui, simbolo di tutti quei gay giovani e non, che non riescono ad accettare la propria condizione di omosessuale.
    Lo incontrai una sera d’estate nel caos del Sabato sera di una discoteca, e credo che lui non sia mai stato così bello come quella sera (scusami la parentesi).
    Da quel giorno decise di insinuarsi nella mia vita con sottile maestranza. Cominciò a frequentare il mio atelier, prima da cliente, poi le sue visite furono
    sempre più frequenti, finchè non mi chiese cosa aspettassi ad invitarlo a uscire.
    Allora lui aveva 19 anni , e io 26, quindi con la responsabilità di un ragazzo più maturo, decisi di
    compiere il primo passo, anche se per me era difficile
    lasciarmi andare o fidarmi; ero appena tornato da Milano, e avevo ancora l’amaro in bocca per quei fatti vissuti di cui ti ho già accennato.
    Lo chiamai; mi rispose la madre, e dopo un pò sentii un rumore di zoccoli di legno in corsa; era lui che si precipitava al telefono, strozzandosi con un boccone in gola perchè stava pranzando, colto probabilmente da emozione.
    Parlava a singhiozzo, ma comunque lo invitai ad uscire.
    Da quella sera comiciò a circuirmi con molta naturalezza, stavamo bene insieme, anche se mi sembrava di capire che mi stava allontanando dai miei
    amici, e la sera ormai si usciva sempre da soli.
    Cominciai a chiedermi perchè, cosa volesse, io ero un gay dichiarato, ma lui non mi aveva ancora parlato della sua vita sentimentale, e io non mi permettevo di chiedergli nulla.
    Eravamo sempre più soli, e creava sempre le condizioni perchè restassimo da soli, in più cominciai
    a notare il suo imbarazzo, se qualche conoscente
    ci trovava insieme in un ristorante o in un locale.
    Così per mesi, e ormai eravamo un’anima e un corpo.
    Ma io soffrivo terribilmente, perchè non capivo, finchè un giorno decisi di parlare perchè non potevo più continuare così e gli chiesi:”Perchè? Io voglio sapere cosa stiamo facendo, perchè usciamo di nascosto come dei ladri? Perchè? Cosa vuoi da me”?
    Mi assicurò di volere solo la mia amicizia, di non essere gay, e che il suo disagio era dovuto alle dicerie della gente che nei piccoli paesi di provincia,
    non fanno altro che sparlare, e che non
    aveva nessuna intenzione di rinunciare a me, perchè
    ero un amico di cui non avrebbe potuto fare a meno. Gli sottolineai che se non fosse gay, non avrebbe avuto motivo di imbarazzarsi, visto che aveva scelto di essere mio amico, e se non aveva nulla da nascondere. Comunque considerando la sua giovane età cercai di assecondarlo per dargli il tempo di capire e di maturare.
    Ma le cose andarono sempre peggio, notai che diceva molte bugie, finchè gli chiesi di non farsi più vedere. Andò in forte depressione, ed io non potevo sopportare che stesse male, così, convinto anche da una nostra amica, ripresi il mio rapporto con lui.
    Ormai avevo perso la logica di tutte le cose, stavo rasentando la pazzia, versai più lacrime di quante ne avessi, e a volte svenivo per la mia stanchezza mentale.
    Nonostante lo avessi perdonato, il suo comportamento era sempre più provocatorio, finchè un giorno mi accorsi che mi stava usando come specchietto per le allodole; in realtà aveva delle relazioni sessuali con altri omosessuali omertosi, che gli salvavano la reputazione.
    Lui mi amava, lo so, spesso approfittava di un movimento casuale per sfiorarmi con una mano,
    ma la mia libertà e il fatto che io fossi dichiarato,
    lo spaventavano.
    E’ inutile descrivere il mio dolore.
    Lui aveva deciso di viversi la nostra storia platonicamente, ma io stavo morendo lentamente.
    Quel giorno che decisi di liberarmi di lui per salvarmi,
    ho avuto l’impressione di morire, ma dovevo farlo.
    Ci sono voluti anni perchè io lo dimenticassi.
    Racconto questa storia perchè vorrei dire a questi
    ragazzi che non riescono a convivere con la propria condizione omosessuale, di farsi coraggio e di esprimere liberamente i propri sentimenti, se no, come il mio amato Giuseppe, potreste fare del male,
    molto male.

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