ANDY ROMANZO GAY 3/3

Quella che segue è la parte finale del terzo capitolo del Romanzo Gay “ANDY”. Andy e Marco devono arrivare a conoscere l’uno la sessualità dell’altro. La cosa sarà lenta e graduale, con molte esitazioni, inframmezzata da momenti di gioco e di dialogo e porterà a riconoscere cose gradite e  inattese. Sia Marco che Andy non seguono nelle loro fantasie sessuali gli stereotipi gay del cinema e della letteratura. Alla fine tra i due ragazzi un contatto sessuale vero non ci sarà perché entrambi hanno paura dell’AIDS e non si sentirebbero liberi nascondendo nel fondo del cervello uno spettro simile.

 

_____

 

 

[…omissis… (i due ragazzi si trovano reciprocamente belli, per un attimo accettano l’idea di mostrarsi nudi l’uno all’altro ma la cosa non ha una deriva sessuale immediata)]

 

 

– Marco, ma perché alla festa ti veniva l’erezione?

– E a te allora?

– Però dillo, non ti vergognare.

– Perché tu me lo facevi drizzare.

– Hai visto che poteri che ho, sono poteri telepatici… tu mi vedi e via, subito partito.

– E tu?

– Be’ io ti avevo adocchiato quasi subito, eri l’unico ragazzo imbranato in tutta la festa.

– E cioè?

– Be’ gli altri non pensavano che a fare colpo su qualche ragazza o a vantarsi di chissà quale grande impresa, poi ce n’era uno che s’era messo all’angoletto, io ho capito tutto alla prima occhiata, mi sono sentito un tuffo al cuore: se quello mi ricambia lo sguardo così vuol dire che ci sta, allora ci ho riprovato la seconda e la terza volta, poi ho pensato alla presentazione, ti ricordi quel: “Ci siamo già conosciuti? – No – Peccato!” Me l’ero tutto preparato prima, era rischioso ma ho giocato il tutto per tutto e poi non so se ti sei accorto di quando ti ho sfiorato la mano, anche quello non era casuale.

– L’ho pensato subito.

– Quando mi sono seduto di fronte a te ti potevo guardare negli occhi, mamma mia che momento emozionante che è stato… mi sono detto: questo non scappa! E tutto il resto è venuto da sé. Marco mi puoi dire adesso che pensi, ti sei fatto meno allegro di un secondo fa.

– Ti devo dire proprio tutto quello che penso?

– Be’ se cominciamo con i segreti roviniamo tutto, o siamo una cosa sola o non ha senso.

– Bella Andy! Questa mi è piaciuta proprio tanto!

– Allora?

– Ti devo dire che ieri sera quando ti ho portato a casa tua mi ha fatto una certa sensazione, intendo una sensazione non buona, pensare che tu vivi in un residence come quello, ho l’impressione che tu venga da un altro mondo, da un mondo socialmente molto lontano dal mio e questo mi mette in imbarazzo.

– Marco, io vivo lì, non è il mio mondo, è il mondo di mio padre, io non c’entro affatto, se potessero scaricarmi l’avrebbero già fatto, io, a livello personale, non conto nulla, non valgo nulla, probabilmente non concluderò mai nulla a livello di studio, penso che nella vita sarò un fallito.

– Sì ma ricco!

– Non credo che i miei abbiano intenzione di andarsene tanto presto da questo mondo e comunque non credo proprio che la fetta seria della torta andrebbe a me.

– Però tu sei di quel mondo!

– No, io sono a casa mia solo dove sto bene e a casa dei miei io non sto bene per niente, che ti credi, i miei non sono mica come i tuoi, non sono marziani! Sono una meravigliosa famiglia apparentemente normale e pure con parecchi quattrini ed è l’accoppiata peggiore. E poi io adesso sto bene qui, ci sono entrato solo oggi ma non me ne andrei più.

– Ma lo dici per dire?

– No! In fondo questo letto è già un po’ mio, io ci sto abbracciato con te e il letto è nostro e poi sono rimasto sconvolto dalla colazione di stamattina, nessuno ha mai fatto cose del genere per me, io stasera me ne devo andare però domani vorrei tornare, tu che ne dici?

– Vengo a prenderti alle sei di mattina.

– E io sarò pronto per le sei, ma è domenica, sei sicuro che non hai altro da fare?         

– Dovrei andare a pranzo dai miei ma posso spostare.

– No, non vale la pena.

– Ma che dici!

– Ma ci possono rimanere male.

– Macché, aspetta, adesso li chiamo e se vuoi ti faccio sentire la telefonata.

– Veramente?

Marco prese il telefono e Andy accostò l’orecchio.

– Ciao mamma, sono Marco, ti volevo dire che domani non posso venire.

– Non ti preoccupare, verrai un altro giorno, quando puoi, con comodo.

– Sai mamma, sto a casa con Andy, è meraviglioso!

– Ma quando ce lo fai conoscere? Tu hai detto che è un bravissimo ragazzo, ci hai detto le cose più belle e ce lo devi fare conoscere. Aspetta, ma voi domani dovete mangiare fuori?

– No, mangiamo a casa.

– Allora Marco, senti qua, ci sono le cose che abbiamo preparato, se passi sotto casa domani ti porti tutto e ti trovi tutto cucinato, sempre se tu vuoi, piuttosto non so se a Andy piacerà la nostra cucina casalinga.

– Sai, mamma, lui è dei quartieri alti!

– Mannaggia, allora posso fare una figuraccia!

Andy intervenne nello stesso istante a voce alta.

– Mi piacerà, mi piacerà eccome!

Poi all’orecchio di Marco continuò.

– A me come cucinano i marziani piace moltissimo!

– Ma chi è? E’ Andy?

– Sì.

– Perché non me lo passi?

– Perché si vergogna!

Andy disse la sua di nuovo.

– Non è vero!

– No è verissimo… e starebbe un po’ a disagio.

Andy intervenne a voce alta accostandosi alla cornetta:

– Non è vero! Non mi vergognerei affatto!

– Ciao Andy, allora ve lo faccio il pranzo?

– Sì, sì, magari!

– Allora domani Marco passa quando vuole che è tutto pronto e se ti va passa pure tu.

Andy concluse.

– Non so se avrò il coraggio ma prima o poi succederà.

– Speriamo presto Andy!

Marco si intromise.

– Allora passo domani e grazie, saluta papà.

Dalla cornetta si sentì la voce di Rocco che gridava.

– Ciao Marco! Ciao Andy!

Andy gridò anche lui a voce alta.

– Ciao!

Poi Marco salutò e chiuse il telefono.

– Marco, ma sono proprio marziani! A raccontarlo non ci si crede!

– Ma che c’è di strano?

– Be’ si vede che sei cresciuto in una bella famiglia, ma lo sai che fortuna hai avuto?

– Sono contento ma credo che capiti a tanti ragazzi.

– No! Io credo che capiti a pochissimi! Comunque per domani il pranzo è assicurato. Marco! Adesso questa mi sembra ancora di più casa mia!

Marco rimase impressionato di quest’ultima riflessione che la diceva lunga sul comportamento di Andy durante la telefonata..

– E adesso Andy mi sembra ancora più mio!

Andy, sorridendo, fece cenno di sì con la testa.

– Andy, ma lo sai che abbiamo fatto le tre del pomeriggio e non abbiamo ancora mangiato.

Andy andò direttamente ad aprire il frigo, proprio come se stesse in casa sua.

– Qui c’è un po’ di prosciutto, poi facciamo due spaghetti al pesto, e un po’ di merluzzo lesso, c’è pure una scatola di piselli per contorno, due banane… non ci manca niente.

– Dai, Andy, mettiti comodo in salotto che faccio presto presto!

– No! E che mi sono fatto la domestica? O faccio io o al massimo facciamo insieme, dai comincia a spiegarmi dove stanno le cose così poi mi abituo, devo fare un po’ di pratica della casa perché ho un certo presentimento…

Marco lo guardò negli occhi.

– Magari Cucciolo! Magari!

– Come mi hai chiamato?

– Cucciolo, perché? Andy è bello ma è ancora troppo ufficiale.

– Quando ero bambino mi chiamavano in un altro modo, quando ero piccolo sembrava affettuoso, però poi, col tempo, sembrava avere un altro significato e non lo hanno usato più, mi chiamavano Birillo!

– Mh! Be’ qualche allusione curiosa ci potrebbe essere.

– Però mi piace tanto, forse pure per quello, mi ci potresti chiamare e poi la prima cosa che ho pensato di te quando ti ho visto era che mi sembravi un cuccioletto e io dentro di me ti ho già chiamato Cucciolo tantissime volte… allora?

– Ok Birillo!

– Bravo Cucciolo, così mi piace! Dai che l’acqua sta per bollire, pesiamo la pasta o facciamo a occhio?

– Io la peso sempre e controllo il tempo con l’orologio.

Marco pesò la pasta e la buttò nella pentola, Andy la girò con la forchetta stando attento a non grattare il fondo, Marco notò il particolare. Andy guardò l’orologio, nel frattempo Marco aveva messo sul fuoco un pentolino con due pezzi di merluzzo surgelato e un pizzico di sale.

– Cucciolo i piselli li ripasso al tegame con un po’ d’olio?

– Sì, magari!

– Dopo poco più di mezz’ora era tutto pronto.

– Cucciolo, la tovaglia?

Marco indicò un cassetto, Andy apparecchiò in due minuti.

– Allora adesso a lavarsi le mani e poi a tavola.

Andarono in bagno, Andy, mentre Marco si lavava le mani, orinò senza alcun imbarazzo, poi si lavò le mani, Marco orinò a sua volta, quasi per mantenere una perfetta reciprocità, tirò lo sciacquone e si rilavò le mani, anche questa piccola cerimonia in bagno dava alla presenza di Andy un’atmosfera di particolare intimità. A tavola Marco tirò fuori la bottiglia di vino rosso.

– Pensa Birillo che mamma me l’ha voluta dare per forza, io non la volevo, ma adesso è venuta la grande occasione.

Andy mise nei piatti due splendide porzioni di spaghetti.

Gli spaghetti erano buoni e l’atmosfera quanto mai distesa, poi Andy guardò Marco e gli fece un sorriso larghissimo strizzando gli occhi.

– Sai, Cucciolo, questa è una casa vera, qui si sta proprio bene.

Appena Marco ebbe finito il primo, Andy lo servì di tutto punto e gli versò anche il vino.

– Che ne dici di me? Come cuoco, solo come cuoco!

– Birillo! Io ti guardo incantato, come farò stasera a allontanarmi da te?

– Cucciolo, e io? Me ne devo andare di qui e devo tornare dai miei! Tu non lo sai che tortura è per me! Comunque domani mattina hai detto alle sei!

– Guarda che io vengo veramente alle sei!

– Mi sta benissimo, io prima scappo da casa e meglio è! Però domani pomeriggio devo stare con i miei per forza e credo che non riuscirei a liberarmi proprio.

– Mannaggia, Birillo! Mah! Comunque poi ci vediamo martedì?

– Sì, martedì possiamo stare insieme tutta la giornata.

Dopo pranzo si sedettero nel salotto e rimasero a guardarsi in faccia e a sorridere ammiccando per un po’ di tempo. Andy sembrava disteso, sostanzialmente tranquillo, Marco non voleva affrontare argomenti non graditi e non sapeva che dire, gli propose di vedere le sue riviste gay, ne aveva a casa una ventina ma Andy era piuttosto disinteressato.

– No! Adesso non mi interessano più…

Nel dire così, fece cenno a Marco di sedersi accanto a lui sul divano battendo la mano sul cuscino, Marco eseguì immediatamente, Andy lo abbracciò.

– Cuccioletto mio! Lo sai che sei tenerissimo? Sei proprio un Cucciolo delizioso! Non solo hai un bel musetto ma sei tenero nel senso che mi coccoli in modo dolcissimo.

Nel dire così Andy lo strinse a sé e lo baciò, Marco dovette vincere qualche esitazione, perché il linguaggio di Andy gli sembrava eccessivo, ma poi si lasciò andare completamente nelle braccia di Andy senza dire una parola.

– Cucciolo, e se io restassi qua stanotte?

– Magari, ma hai detto che non puoi…

– Mi sa che mando un messaggio a casa e dico che ho fatto tardissimo e resto a dormire da un amico, secondo me non succede niente! Adesso è presto, lo mando verso mezzanotte.

Marco abbracciò la vita di Andy.

– Birillo, stasera sarà la prima volta che io non passo la notte da solo.

– Sai, Cucciolo, non sei l’unico, saremo in due a passare la nostra prima notte con un uomo… Io me la immaginavo chissà come ma poi è una cosa così semplice che non ci si crede nemmeno. Marco…

– Perché mi guardi con quella faccetta furba? … Mh! Mi sa che ho capito a che cosa stai pensando…

– E tu a che cosa stai pensando?

– Beh…

E seguì un largo sorriso che si tramutò subito in una faccia allusiva.

Andy cominciò ad infilare le mani sotto la camicia di Marco.

– Mannaggia, Cucciolo, che bella pelle che hai, è liscia, perfetta, calda.

Marco provava dei veri brividi di piacere a sentirsi accarezzare in quel modo.

– Sai Cucciolo che è bellissimo toccarti a pelle, dà una sensazione di calore e di sicurezza incredibile.

Andy gli sollevò la schiena.

– Ecco, così ti posso baciare meglio… Cucciolo, mi vuoi bene?

– Birillo, sono stracotto di te.

– Guarda, Cucciolo, che se vuoi puoi prenderti tutte le libertà che vuoi, ma proprio tutte.

– Birillo, non mi provocare!

 

 

[…omissis… (tra i due ragazzi interviene una forma di contatto fisico che un po’ sembra una misurazione della forza fisica reciproca, un po’ è una provocazione di Andy verso Marco, anche a livello sessuale, e un po’ è una forma di esplorazione della reazione fisica, non strettamente sessuale, dell’altro. Alla fine le inibizioni di Marco sono superate in un’atmosfera giocosa e si realizza un contatto di tipo sessuale più diretto ma legittimato solo dalla dimensione del gioco]

 

 

– Bello, Cucciolo! Finalmente c’è stato un po’ di contatto sessuale come si deve! Qui senza fare la lotta ci saremmo arrivati fra tre mesi…

Di questa battutaccia Marco rimase malissimo e si rabbuiò.

– Cucciolo, dai, non la prendere male! Io stasera andrò a letto con te ma non solo a dormire, tu sei uno splendido imbranatone però devi cercare di seguire pure i miei ritmi, sai una cosa Cucciolo, mi ricordo che avevo visto un bel film, il bacio della donna-ragno, be’ uno dei protagonisti era gay e si era innamorato di un cameriere del ristorante dove andava a mangiare tutte le sere, uscivano, andavano in giro, parlavano parlavano e non facevano niente, lui poi ha raccontato questa storia a un suo compagno di galera eterosessuale e gli ha detto che era passato un anno da quando aveva conosciuto il cameriere, quello gli ha chiesto: ma poi te lo sei fatto? E lui gli ha detto: no, io gli volevo bene! Be’ quel personaggio mi fa pensare un po’ a te.

Marco lo guardò perplesso.

– Ma perché mi dici queste cose?

– Perché ti voglio più spigliato, più aggressivo… Marco ma tu stai con me solo per guardarmi negli occhi e per prepararmi la colazione?

– No, non solo per quello.

– E per che altro? Dillo! Non ti sentire condizionato!

– Be’, anche perché mi piacerebbe fare sesso con te!

– Oh! Finalmente! E che cosa significa per te fare sesso con me?

– Be’, lo sai!

– No, non lo so, me lo devi dire tu!

– Dai non mi mettere in difficoltà!

– Ma se ti senti in difficoltà per questo stasera mi sa che di sesso ne faremo ben poco! Dai di’ quello che ti piacerebbe fare! Forza, non fare storie!

 

[…omissis… (Andy cerca in ogni modo di fare dire a Marco quali siano le sue fantasie sessuali, quelle che egli vorrebbe realizzare con Andy. Marco all’inizio è reticente poi, sempre usando un linguaggio non troppo direttamente sessuale, parla delle sue fantasie. Tuttavia l’elenco delle fantasie sessuali di Andy è decisamente breve)]

 

– E poi?

– E poi basta!

– No, dilla tutta senza ipocrisie!

– No! E poi basta!

– No! Non è vero, raccontala tutta la storia!

– No! Proprio basta!

– Come hai detto?

– Basta, finito! Non c’è altro!

– Non ti vergognare, Marco, e il resto?

– Niente resto!

– Che vuol dire niente resto?

– Vuol dire che a me il sesso da dietro non mi piace… come te lo devo dire.

– Mi stai sfottendo?

– No! E’ proprio così, se non ti sta bene mi dispiace, potrei pure cercare di adattarmi ma non mi verrebbe spontaneo, mi sembrerebbe una forzatura, nelle mie fantasie queste cose non ci sono mai state.

Andy si fece più serio.

– Sei sicuro, Cucciolo?

– Ci mancherebbe altro, io le mie fantasie le conosco bene, ma perché fai quella faccia?

– Perché veramente non sono mai passate per la testa nemmeno a me.

– Non mi sfottere Andy, dimmi la verità!

– Te lo giuro, non ho mai pensato di fare l’amore in quel modo, è un’idea che non mi ha mai nemmeno sfiorato.

– Andy, non mi prendere in giro su queste cose, sono troppo importanti!

– No, Cucciolo, è tutto vero! Quando guardavo i film porno e arrivavo a quel punto passavo oltre…

– Mannaggia! Possibile? Siamo uguali anche da questo punto di vista.

– Cucciolo, adesso sei ancora più mio, qui stiamo sulla stessa lunghezza d’onda anche sotto il profilo sessuale, quando ti ho visto sono rimasto folgorato dalla tua bellezza anche perché un po’ mi somigli…

 

 

[…omissis… (Andy e Marco partono dall’idea che non avere segreti reciproci significhi significa anche conoscenza della fisicità-nudità dell’altro, in questo senso si spogliano e si lasciano osservare dall’altro senza apparenti implicazioni sessuali dirette, come in una specie di compiacimento estetico, poi la dimensione sessuale più diretta si riaffaccia di nuovo, ma Andy si ferma)]

 

 

– Sai Cucciolo, mi viene in mente una cosa.

– Che cosa?

– Perché non facciamo il test dell’aids? Io dubbi non ne ho ma almeno a livello psicologico mi sentirei più libero.

Marco si rimise a sedere sul letto.

– Un momento, aspetta, se hai un sospetto anche minimo me lo devi dire.

– No, non ho alcun sospetto, ma lo dico anche per te, io di te mi fido, ma tu potresti non fidarti…

– Che vuoi dire Birillo?

– Niente, solo che ci potrebbe rimanere sempre una forma di diffidenza reciproca, guarda io di me ci metto la mano sul fuoco, e tu?

– Io non ho il minimo dubbio, io non ho mai fatto l’amore con nessuno.

– Ma nemmeno io!

– Però aspetta, Birillo, aspetta un momento, stiamoci calmi, forse è meglio se adesso lasciamo perdere il sesso e se ci ripensiamo dopo il test, adesso, con un’idea simile per la testa credo proprio che non riuscirei a stare a mio agio.

– Marco, ti giuro che non ci sono pericoli, ne sono certo, ma se preferisci possiamo benissimo rinviare a dopo il test.

– Anch’io sono certo che non ci sono pericoli ma preferirei rinviare lo stesso, proprio per stare più tranquilli tutti e due.

– Ok va bene. Domani però ci andiamo subito a fare il test, io voglio fare l’amore con te il più presto possibile…

– Non ti preoccupare Birillo, lo so che è solo una formalità ma possiamo stare più tranquilli tutti e due e poi, sai, non è un problema psicologico e stare attenti non fa mai male.

– Cucciolo però ti posso accarezzare lo stesso, […omissis…] , ma ti voglio accarezzare un po’.

– Andy… ma tu hai paura per l’aids?

– No, nemmeno minima!

– Nemmeno io! Però domani ci andiamo lo stesso!

– Certo che ci andiamo! Lo sai che avere vicino un Cucciolo prudente mi piace tantissimo… penso che se io posso fare qualche fesseria, se c’è il Cucciolo vicino ne posso fare di meno, c’è un certo affidamento nei tuoi confronti… però sei bello veramente, hai delle mani dolci, morbide ma forti e due occhioni di gazzella che mi ci tufferei.

– Sai Andy, mi è piaciuto come hai reagito sull’aids, sei stato come ti volevo io, mi piace quando siamo sulla stessa lunghezza d’onda anche sulle scelte della vita pratica.

– Cucciolo, fammi rannicchiare vicino a te, sì, così, circondami, abbracciami, è bello sentire il tuo calore. Chissà perché questo Cucciolo mi vuole bene? Però è bellissimo sapere che qualcuno ti vuole bene! Io sto qui col mio Cucciolo, senza sesso, ma lo posso guardare negli occhi, lo posso accarezzare, mi sta ad ascoltare… Marco ma lo sai che comincio ad affezionarmi alla casa… io dico alla casa ma quello che voglio dire lo sai, io sto bene adesso in questo letto, il fatto che non facciamo sesso non mi complessa per niente, mi sento quasi più leggero, è come se fossi tuo fratello e dormissimo insieme… no! Non è così, io un fratello non lo abbraccerei così nel letto! O forse sì, chi lo sa! Ma con te è diverso. Cucciolo, perché stai sorridendo?

– Non lo so, mi viene da sorridere, ti sento vicinissimo, adesso non penso affatto che tu sia diverso da me perché abiti in una casa come quella, ti sento come me, mi dici le cose che mi piace sentire, mi coccoli… lo sai che essere carezzati è bellissimo, uno da grande se lo dimentica ma è bellissimo.

– Allora un po’ anche a me!

– Birillo! Quanto è bello stringere tra le braccia il ragazzo che ami…

– Cucciolo, dimmelo ancora!

– Quanto è bello sentire che ci sei, che stanotte staremo qui insieme, che dormiremo abbracciati, fa un effetto così strano sentire che nel letto non sei solo, so che c’è il mio Birillo vicino a me, che se ho freddo mi poso accostare a lui, che Andy mi vuole bene…

– Cucciolo! Ma tu avevi mai dormito con qualcuno, nel senso di contatto sessuale?

– No, mai, e tu?

– Nemmeno io. Mi sento in una situazione diversissima dalla mia vita solita, ma è calda, coinvolgente, assolutamente naturale, dammi la mano, Cucciolo, la voglio mettere tra il cuscino e la mia faccia. Così.

– Lo sai Birillo che hai un po’ di barba?

– Sì che lo so, ti dà fastidio?    

– No! Mi piace tantissimo sentire la barba di Andy e poi la guancia è fresca anche se gratta un po’. Birillo, a proposito, a che ora ceniamo?

– Cucciolo adesso stiamo a letto e non c’è nessun bisogno di alzarci, non ceniamo e basta! Ma se tu vuoi…

– No, va benissimo così.

– Cucciolo, e se io mi addormentassi? Perché mi viene un certo senso di stanchezza che mi lascerei andare proprio. Tu che ne dici?

– Io dico che se Andy ha sonno qui può dormire fino a domani, io lo posso accarezzare un po’ mentre si addormenta ma la tenerezza di vedere Andy addormentato in questo letto stanotte sarà totale. Noi ci siamo conosciuti solo ieri sera e il mio Birillo si addormenta nel mio letto!

Marco cominciò ad accarezzare Andy, dopo qualche minuto Andy sentì arrivare il sonno.

– Notte Cucciolo!

– Notte Birillo!

Dopo qualche minuto anche Marco si addormentò.

ANDY ROMANZO GAY 3/3ultima modifica: 2007-10-09T14:35:00+02:00da gayproject
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Un pensiero su “ANDY ROMANZO GAY 3/3

  1. Leggo con molto piacere questo racconto che trovo gradevole e ben fatto, un racconto che si avvicina al mondo dei lettori del tuo blog. Peccato per l’inserimento degli omissis che creano delle interruzioni al racconto. Condivido la tua scelta di limitare le parti di sesso esplicito.

    Ti voglio ringraziare per il tuo post dal titolo “Grazie Francesco” di risposta al mio precedente commento. Ho sempre rimandato la risposta, approfitto adesso per dirti che leggere quel post mi ha fatto molto piacere così come leggere questo blog sul quale torno spesso.
    Un saluto e a presto.
    Fra

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